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Salvini presenta il Movimento per il Sud: “Noi e i ‘terroni’ adesso abbiamo nemici comuni: Euro e immigrati”

Salvini presenta il Movimento per il Sud: “Noi e i ‘terroni’ adesso abbiamo nemici comuni: Euro e immigrati”

Quello che colpisce del simbolo con cui la Lega Nord varca il fiume Garigliano e punta alla conquista del Sud è l’assenza del verde padano, colore storico del Carroccio: “Campo bianco con un ovale blu e la scritta in giallo e bianco ‘Noi con Salvini’. E poi il nome della regione del Centro e del Meridione”, spiega il segretario Matteo Salvini in un’affollata conferenza stampa alla Camera. La sala del Mappamondo, infatti, è gremita di parlamentari leghisti ma manca il fondatore, il ‘Senatur’ Umberto Bossi. Che però benedice a distanza lo ‘sbarco’ e mette in guardia il giovane leader delle camicie non più solo verdi dalle “infiltrazioni da parte di signorotti delle tessere e pregiudicati”.

Per questo “l’altro Matteo” sbarra la strada ai ‘riciclati’, esponenti di altri partiti pronti a salire sul nuovo Carroccio non più separatista ma nazional popolare. Si sono già fatti avanti personaggi come Silvano Moffa, ex Msi, poi An, poi con Fini e infine Pdl; l’ex finiana Souad Sbai e la berlusconiana Barbara Mannucci; l’Ncd Marco Pomarici, già presidente del consiglio comunale di Roma; Mario Landolfi, ex ministro delle Comunicazioni di Silvio Berlusconi. Perciò altolà a chi vuole utilizzare “questo soggetto come un tram su cui salire per salvare la poltrona. Diciamo no a riciclati – spiega Salvini- vogliamo energie fresche. Le esperienze politiche verranno valutate singolarmente, ma non ci sarà il rischio di infiltrazioni e di assalto alla diligenza. E comunque per noi l’onestà e la fedina penale pulita restano le condizioni per aderire”, conclude.

Riferito allo scandalo di mafia capitale, sottolinea: “Ci chiedono in tanti di candidarci come sindaco a Roma però, nel rispetto delle autonomie, il sindaco di Roma dovrà essere di Roma – sottolinea l’europarlamentare – Magari tra le tante persone che ci stanno contattando da Roma ci sarà anche il prossimo sindaco o la prossima sindaca, perché no?”. In ogni caso “Roma e Lazio sono in ebollizione, è una cosa assolutamente positiva. Ci sono decine di migliaia di richieste entro la fine dell’anno e con gennaio si parte”. E promette: “Inizierò a girare in diverse realtà, girando il Sud ho visto che ora c’è consapevolezza del federalismo, dal Salento alla Campania, da Roma alla Sicilia, c’è voglia di autonomia, non alla Crocetta, ma legata alla responsabilità. Adesso c’è maturità al Centro e al Sud che non c’era 15 anni fa”.

Nel suo intervento elogia i meridionali, anche se un tempo, quando era deputato del Carroccio e ancora predicava la secessione, li bistrattava con cori da osteria. Ma lui si giustifica: “Non abbiamo mai attaccato i cittadini, ma il cattivo governo”.

Poi tocca anche altri punti cruciali dell’attualità politica. Primo fra tutti il tema delle alleanze all’interno del centrodestra. “Non parte una guerra nel centrodestra – chiarisce Salvini – il mio competitor non è Berlusconi o Alfano, ma è Renzi. L’obiettivo è quello di arrivare al 51% per governare il paese. Questo progetto non sarà una riedizione di vecchie frittate del passato”.

Il piano salviniano esclude il ministro dell’Interno: “Non faremo accordi a tutti i costi, per Alfano in questo progetto non c’è spazio – aggiunge il segretario della Lega Nord – l’alternativa a Renzi non la costruisco con chi sta governando con Renzi o a metà, sostenendo alcune riforme. Non ci interessa vincere domani mattina ma costruire qualcosa di buona”.

Poi non risparmia una staffilata al premier: “Renzi rispetta i vincoli di bilancio avendo massacrato il Paese. Si chiude il semestre italiano di presidenza europea e non se ne accorge nessuno, neanche gli uscieri. E una marionetta al servizio di Bruxelles”. E sull’elezioni del nuovo Capo dello Stato aggiunge: “Mi auguro che il prossimo presidente della Repubblica non sia un servo di Bruxelles, un complice dell’euro, che è una moneta morta, e dell’Europa, che permetta l’esproprio della sovranità italiana”.

Rivolto al leader del M5s dice: “Se Beppe Grillo vuole parlare seriamente del dopo euro noi ci siamo perché l’euro crollerà prima della sua inutile raccolta di firme. E noi stiamo preparando il dopo euro. Ha smesso di insultarci – conclude – e questa mi sembra una buona notizia. Ma il suo referendum contro l’euro resta una sòla (usa un termine romanesco sinonimo di ‘truffa’, ndr), una perdita di tempo”.