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Le Elezioni anticipate in Grecia mandano a picco le Borse europee. Milano perde il 2%, Madrid il 2,15

Le Elezioni anticipate in Grecia mandano a picco le Borse europee. Milano perde il 2%, Madrid il 2,15

Il Parlamento di Atene non è riuscito a eleggere il successore di Karlos Papoulias alla presidenza. E il flop del terzo turno per l’elezione del Capo dello Stato ha spaventato gli investitori, condannando la Borsa a colare a picco.
Il candidato governativo Stavros Dimas, 73 anni, membro di Nea Dimokratia del premier Antonis Samaras ed ex commissario europeo, ha ottenuto solo 168 preferenze sulle 180 necessarie per farcela. Ora, secondo la Costituzione greca, Samaras che ha proposto come data per le elezioni il 25 gennaio, ha dieci giorni di tempo per sciogliere il Parlamento.

Il sondaggio

Votazioni che, secondo il sondaggio pubblicato sabato dall’istituto Alco, dovrebbero vedere la vittoria della sinistra radicale. Per il partito di Alexis Tsipras, infatti, voterebbe il 28,3% dei greci, contro il 25% di Nuova Democrazia di Samaras.

Le reazioni dei mercati

Il flop del terzo turno per l’elezione del Capo dello Stato in Grecia, quindi, spaventa gli investitori, che premono su Milano (Ftse Mib -2,26%) ed Atene (-11,5%); in questo caso il calo era cominciato prima della votazione per il presidente. Il timore di un voto anticipato con la vittoria del partito antiausterità Syriza frena anche gli altri listini periferici, da Lisbona (-1,5%), a Madrid (-2,15%), mentre contengono il calo Francoforte (-1,19%), Parigi (-0,9%) e Londra (-0,26%).

Le promesse di Syriza

«Il futuro è già iniziato. Siamo ottimisti e felici». Commenta la leader del partito di Tsipras, convinta che l’Europa non potrà permettersi l’uscita dall’euro di Atene. Syriza ha promesso ai greci la fine dell’austerity con il ritorno della tredicesima per le pensioni più povere, l’aumento dello stipendio minimo, un nuovo piano di investimenti pubblici. Mosse che vanno “controcorrente” rispetto a quanto concordato finora da Atene con i rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale.