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Fiat, 1.500 nuove assunzioni allo stabilimento di Melfi, Elkan: “Diventerà la più grande realtà produttiva del gruppo FCA in Italia”

Fiat, 1.500 nuove assunzioni allo stabilimento di Melfi, Elkan: “Diventerà la più grande realtà produttiva del gruppo FCA in Italia”

Mille assunzioni nel Sud, nello stabilimento di Melfi che produce le Jeep Renegade e la nuova 500X: è il regalo di compleanno fatto da Marchionne a Renzi. «Gli ho telefonato ieri per fargli gli auguri», racconta il capo di Fiat-Chrysler incontrando i giornalisti al Salone dell’Auto di Detroit dove il gruppo FCA ha appena annunciato l’inserimento di altri mille addetti nello stabilimento lucano entro tre mesi. Nuovi dipendenti che avranno un impiego stabile grazie alle procedure del Jobs Act. «Ma li avremmo assunti comunque, con la formula dei contratti interinali, anche se non ci fosse stata la nuova legge», scandisce l’amministratore delegato del gruppo: «Ne abbiamo bisogno, la domanda delle Renegade è molto superiore alle previsioni». E Renzi? «Non mi ha ancora richiamato, è molto indaffarato».

Il primo sito produttivo in Italia

Quella di Melfi è, comunque, una notizia molto buona per l’Italia, sottolinea il presidente John Elkann. «Non mi ricordo da quando non vengono annunciate mille assunzioni in Italia» aggiunge Marchionne. Di certo con l’investimento da un miliardo di euro e queste assunzioni (alle quali si aggiungono altri 500 addetti circa, trasferiti da altri impianti), lo stabilimento lucano diventa la più grande realtà produttiva del gruppo FCA in Italia. Il top manager non si sbilancia sui numeri, ma fa capire che la capacità produttiva dello stabilimento, 1100 vetture al giorno con gli impianti in funzione per 18 ore al giorno, verrà utilizzata quasi per intero: «Avremo bisogno di più di 300 mila veicoli l’anno solo da questa unità produttiva».

Fine della cassa integrazione

Il buon andamento del gruppo sui mercati ha portato, sempre ieri, anche all’annuncio della fine della cassa integrazione straordinaria per 5400 dipendenti italiani della Fiat, tutti rientrati in fabbrica. Quest’anno il gruppo produrrà oltre 5 milioni di veicoli, conferma Marchionne: è il risultato delle scelte produttive e degli investimenti fatti negli ultimi anni ma anche della globalizzazione del gruppo che consentirà, ad esempio, di vendere i veicoli prodotti a Melfi in più di cento mercati del mondo. Ma pesano positivamente anche il buon andamento dei mercati dell’auto in tutte le regioni principali («nel 2015 avremo mercati in crescita, anche se non a due cifre, negli Usa in Europa e in Brasile» è la previsione di Marchionne) e anche l’indebolimento dell’euro che facilità molto l’esportazione di vetture italiane negli Stati Uniti e negli altri mercati extraeuropei. Il capo di Fca andava sostenendo da tempo che l’euro era sopravvalutato. Ora si gode uno slittamento che, secondo lui, è destinato a durare: «Un rapporto uno a uno col dollaro sarebbe l’ideale, ma già con la valuta Usa a 1,10 le cose vanno molto bene: aiuta molto non solo noi ma tutte le esportazioni dall’area Ue». Una spinta in più per FCA che prepara lo sbarco in grande stile dell’Alfa Romeo negli Stati Uniti. La «Giulia» (nome ancora non confermato) attraverserà l’Atlantico l’anno prossimo, ma intanto quest’anno al Salone di Detroit tornano in grande stile Maserati e anche l’Alfa con la sportiva 4C: la prima vettura del Biscione ad essere commercializzata in America dopo più di vent’anni.