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Terrorismo internazionale, il nemico numero uno è Abou Soussi, marocchino di 27 anni residente in Grecia

Terrorismo internazionale, il nemico numero uno è Abou Soussi, marocchino di 27 anni residente in Grecia

L’attività è frenetica. A oltre una settimana dalla strage alla redazione di Charlie Hebdo, l’intelligence occidentale è sulle tracce di tutte le possibili minacce del terrorismo jihadista. Le antenne sono puntate su una ventina di cellule dormienti in Francia, Germania, Belgio e Olanda, per un “esercito” di potenziali terroristi che Washington stima tra i 120 e i 180 elementi. Mentre in Yemen due francesi legati ad al Qaida sono stati arrestati.

Uno scenario nel quale le forze di sicurezza sembrano mettere a segno due colpi importanti. Sarebbe stato individuato, infatti, il capo della cellula jihadista scoperta a Verviers, in Belgio, giovedì scorso: si tratta di Abdelhamid Abaaoud, un brussellese di 27 anni, di origini marocchine, ora residente in Grecia. Abou Soussi, questo il suo nome di battaglia, prima di stabilirsi in Grecia si era recato in Siria per combattere con le formazioni dell’Is. Ai suoi ordini, la cellula aveva messo in piedi un piano di grande effetto, con commissariati e agenti di polizia nel mirino. La retata che è seguita ha portato all’arresto anche del “quarto uomo”, il complice dei tre attentatori in azione a Parigi la settimana scorsa.

Tra i componenti della cellula belga almeno sette uomini, due di questi morti nel blitz, la cui identità non è stata svelata ufficialmente, ma che potrebbero essere un ceceno ed un marocchino tornati di recente dalla Siria. E tra loro anche due fuggitivi, fermati ieri dai doganieri a Chambery, mentre cercavano di raggiungere l’Italia.

In Belgio ha preso il via l’applicazione del pacchetto di sicurezza varato dal governo. Da oggi circa 300 militari presidiano gli obiettivi più sensibili che potrebbero essere attaccati da terroristi nelle città di Bruxelles e Anversa, tra cui ambasciate e edifici nel quartiere ebraico. E’ la prima volta, in 30 anni, che il Paese ricorre all’esercito per rafforzare il lavoro di polizia. Il governo ha alzato da 2 a 3 il livello di allerta. Persino il primo ministro del Giappone Shinzo Abe ha promesso circa 200 milioni di dollari in assistenza non militare per i Paesi che combattono contro i militanti dello Stato islamico.

Intanto Said Kouachi, il maggiore dei due fratelli che hanno fatto strage nella redazione del giornale parigino Charlie Hebdo, è stato sepolto nella notte, nella massima discrezione, a Reims, nel nord della Francia. Il sindaco di Reims era contrario, ma alla fine il funerale si è fatto e Said Kouachi è stato sepolto in una tomba anonima in uno dei cimiteri della città il cui nome non è stato reso noto. Il Comune ha ottenuto questa garanzia di anonimato per evitare che la tomba del terrorista diventi luogo di pellegrinaggio o di profanazioni.

La giustizia francese ha prolungato i 12 fermi compiuti nella notte fra giovedì e venerdì nell’ambito dell’inchiesta sulla rete di appoggio al terrorista Amedy Coulibaly. I fermati sono sospettati di aver assicurato “sostegno logistico”, in particolare armi e veicoli, al terrorista ucciso dopo il sequestro di ostaggi nel supermercato kosher di Vincennes. Si tratta di 8 uomini fra i 22 e i 46 anni e 4 donne fra i 19 e 47 anni, queste ultime compagne di quattro degli uomini fermati. Tutti sono pregiudicati, ha detto ieri il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve.

In Italia il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha annunciato di aver rafforzato la collaborazione nella lotta al terrorismo con il suo omologo spagnolo, Jorge Fernandez Diaz. Mentre il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha detto ieri sera a Otto e mezzo, su La7, che l’allarme terrorismo in Italia è piuttosto elevato.

Intanto si moltiplicano e si aggravano le proteste nel mondo islamico contro la nuova caricatura di maometto pubblicata dalla rivista satirica Charlie Hebdo, dopo la strage del 7 gennaio. A Niamey, capitale del Niger, dove almeno tre chiese sono state incendiate.