• Home »
  • Politica »
  • ‘Ndrangheta, maxi operazione in Emilia Romagna. Arrestate 160 persone, tra loro il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani

‘Ndrangheta, maxi operazione in Emilia Romagna. Arrestate 160 persone, tra loro il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani

‘Ndrangheta, maxi operazione in Emilia Romagna. Arrestate 160 persone, tra loro il  consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani

Maxi operazione dei carabinieri contro la ’ndrangheta in Emilia Romagna. Gli arresti disposti dalla magistratura di Bologna sono 117. Tra questi anche il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani (Forza Italia). Altri 46 provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia, per un totale di oltre 160 arresti. Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia le Regioni interessate.

«Appassionato di politica da sempre, da anni sono tra gli animatori del centro-destra reggiano». Si presenta così Giuseppe Pagliani, il 41enne avvocato e consigliere comunale di Forza Italia a Reggio Emilia arrestato stamattina dai carabinieri nella sua casa di Arceto. Dovrà rispondere dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nel quadro della maxioperazione coordinata dalla procura di Bologna e scattata la scorsa notte, con 117 ordinanze di custodia cautelare in carcere.

Sul suo sito internet racconta che svolge la professione di avvocato occupandosi principalmente di diritto societario, finanziario e penale. Molto attivo e in ascesa sulla scena politica locale negli ultimi anni, prima di approdare ai consigli comunale e provinciale di Reggio Emilia è stato per cinque anni consigliere al comune di Scandiano, dove era anche vicepresidente dell’assemblea. Prima di darsi all’attività forense nello studio aperto a Reggio, si è fatto le ossa professionalmente nell’azienda di famiglia – si definisce «esperto conoscitore di carni bovine» – e poi in campo commerciale, operando nel settore ceramico nelle fiere italiane e internazionali.

Da avvocato, e questo probabilmente lo mette in contatto col mondo dell’economia sommersa che viene scandagliato dall’inchiesta, approfondisce il diritto societario e commerciale specializzandosi in operazioni straordinarie di fusioni, incorporazioni, scissioni societarie, ristrutturazioni e «tutte le altre operazioni che rappresentano l’universo di opportunità che le aziende possono cogliere sfruttando al meglio gli strumenti giuridici adeguati», come recita il curriculum di Pagliani. Da un punto di vista politico invece il passo importante risale al 1999, quando viene selezionato alla scuola di formazione politica “Stato Nuovo” di Roma condotta dal professor Gianfranco Legitimo.

A coordinare l’inchiesta, denominata “Aemilia”, la procura distrettuale antimafia di Bologna, che ha ottenuto dal gip un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 117 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed altro. Tutti reati commessi con l’aggravante di aver favorito l’attività dell’associazione mafiosa. Contestualmente, le procure di Catanzaro e Brescia – in inchieste collegate – hanno emesso altri 46 provvedimenti di fermo per gli stessi reati. Imponente lo schieramento dei carabinieri impiegati, anche con l’ausilio di elicotteri, in arresti e perquisizioni. In Emilia, sottolineano gli investigatori, la ’ndrangheta ha assunto una nuova veste, colloquiando con gli imprenditori locali. I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 11 presso la procura di Bologna, alla presenza del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti.

Tra le persone coinvolte nella maxi operazione ci sono anche i fratelli del boss già detenuto Nicolino Grande Aracri, Domenico ed Ernesto. Domenico Grande Aracri, che è un avvocato penalista, è stato arrestato in esecuzione di una delle 117 ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Bologna, mentre Ernesto Grande Aracri è uno dei destinatari dei 37 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Catanzaro. Dall’inchiesta, secondo quanto si è appreso, è emersa la diffusione capillare in Emilia Romagna, ed in parte della Lombardia e del Veneto, delle attività della cosca di ’ndrangheta dei Grande Aracri, sotto il diretto controllo e la guida di Nicolino Grande Aracri, con infiltrazioni in molteplici settori economici ed imprenditoriali.