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Scontro Tsipras-Ue: la Bce non darà più soldi alle banche greche. Schulz: “Se loro cambiano gli accordi, noi non saremo più obbligati a rispettarli”

Scontro Tsipras-Ue: la Bce non darà più soldi alle banche greche. Schulz: “Se loro cambiano gli accordi, noi non saremo più obbligati a rispettarli”

La Bce chiude i rubinetti della liquidità alle banche greche. La decisione del Consiglio direttivo è arrivata ieri sera attorno alle 22, al termine di una giornata di incontri tra il nuovo governo greco e gli interlocutori europei.

Tecnicamente viene cancellata la deroga che dal 2010 permetteva agli istituti di credito ellenici di approvvigionarsi di liquidità fornendo a garanzia titoli di Stato. «Il consiglio direttivo – si legge nella nota di Francoforte – ha deciso di rimuovere la deroga sugli strumenti di debito quotati emessi o garantiti dalla Repubblica ellenica». La stessa Bce spiega che quella deroga permetteva che i titoli pubblici greci fossero usati nelle operazioni di politica monetaria dell’Eurosistema nonostante la Grecia non avesse più un rating al livello d’investimento, ma speculativo. Di fatto la Bce – il cui presidente Draghi ha incontrato il ministro delle Finanze greco Varoufakis – dà un giudizio sulla nuova linea anti-Troika impressa dal governo Tsipras appena insediato: «Attualmente non è più possibile presumere una conclusione positiva della revisione del programma» di risanamento.

GLI INCONTRI

«Se la Grecia cambia unilateralmente gli accordi, l’altra parte non sarà più obbligata a rispettarli» e Atene «non sarà più in grado di finanziarsi». Insomma, Alexis Tsipras rischia la bancarotta. L’avvertimento lanciato ieri dal presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz è arrivato ben prima della decisione della Bce e al termine di una giornata di incontri decisivi per il premier greco. E, venendo da un leader socialista che vuole un compromesso, la dice lunga sulla distanza che separa Atene dai suoi creditori internazionali, nonostante le dichiarazioni ottimiste di Tsipras. «Non abbiamo ancora un accordo, ma siamo nella buona direzione», aveva detto il premier greco dopo aver incontrato il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, quello del Consiglio Europeo, Donald Tusk, e lo stesso Schulz. Un ottimismo che in serata, dopo il comunicato di Draghi, appare fuori luogo.

Il governo greco ha comunque presentato ai partner «proposte realiste, che possono portare a una soluzione sostenibile», aveva aggiunto Tsipras, dopo un faccia a faccia con il presidente francese, François Hollande e la stretta di mano con Juncker. Sempre più governi si stanno allineando alla Germania per chiedere ad Atene di rispettare gli impegni assunti con il piano di salvataggio. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha chiesto «proposte concrete» e detto di non aver riscontrato «differenze nelle posizioni dei paesi membri sulla Grecia, almeno non di sostanza», nei suoi colloqui con Matteo Renzi e François Hollande. In serata è arrivata poi a doccia gelata della Bce.

I negoziati, che potrebbero partire con un Eurogruppo straordinario l’11 febbraio, «saranno difficili e richiederanno cooperazione e dialogo, così come sforzi determinati da parte della Grecia», ha spiegato sempre ieri Tusk. In vista di una riunione preparatoria dell’Eurogruppo, Berlino ha presentato un documento nel quale chiede a Tsipras di rispettare alla lettera le condizioni del piano di salvataggio del 2012. L’Eurogruppo deve ottenere un chiaro impegno dalla Grecia che assicurerà la piena attuazione delle riforme necessarie per mantenere il programma sui binari. E la Bce ha blindato le richieste, chiudendo i rubinetti.