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Prove di Maggioranza, in otto tra deputati e senatori di Scelta Civica passano al Pd. L’ex fondatore Monti non commenta

Prove di Maggioranza, in otto tra deputati e senatori di Scelta Civica passano al Pd. L’ex fondatore Monti non commenta

Traslocano armi e bagagli nel gruppo del Pd. Lasciano l’incerto approdo di Scelta civica, il partito fondato (e poi abbandonato) da Mario Monti e partono per il porto sicuro di Matteo Renzi. Sono otto senatori e deputati: Linda Lanzillotta, Pietro Ichino, Alessandro Maran, Gianluca Susta e Ilaria Borletti Buitoni, Irene Tinagli e Carlo Calenda. Anche il ministro Stefania Giannini ha intenzione di traslocare. Mario Monti non commenta e resta al suo posto di senatore a vita. Rimane nel gruppo del Senato il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova

Sotto il Nazareno

Nell’attesa che altri parlamentari centristi rompano gli ormeggi e chiedano asilo, anche alla Camera, il premier si prepara ad aprire le braccia. Sono le otto della sera di giovedì quando Matteo Renzi incoraggia le pecorelle smarrite a tornare a casa: «Ho molto apprezzato il contributo leale arrivato dai senatori del gruppo di Scelta Civica sia sul cammino delle riforme istituzionali ed economiche sia in occasione della elezione del Capo dello Stato…». Il leader del Pd parla di «approdo comune» e di «comune cammino per il cambiamento dell’Italia». Dal punto di vista numerico non cambia nulla, perché Scelta civica è già stabilmente in maggioranza. Ma un partito, per quanto piccolo, che si sgretola e si rifugia sotto il tetto del Nazareno è un ottimo spot per convincere i senatori delle varie opposizioni a dare una mano sulle riforme.

La nota dei fuoriusciti

E in mattinata arriva la risposta ufficiale dei fuoriusciti. «Accogliamo l’invito rivoltoci da Matteo Renzi a un percorso e a un approdo comuni e riteniamo che si debba andare nella direzione che i nostri elettori ci hanno già indicato» e «decidiamo di aderire ai gruppi del Partito Democratico di Senato e Camera, alcuni di noi anche al partito stesso», scrivono in una nota Susta, Giannini, Maran, Lanzillotta, Ichino, Borletti Buitoni, Tinagli e Carlo Calenda. «Ci muove la convinzione – particolarmente sentita da quelli di noi che in altra stagione con sofferenza hanno lasciato il Pd – che ora è finalmente possibile voltar pagina rispetto ai partiti, alle ideologie e alla storia politica del secolo scorso. Oggi – spiegano gli otto parlamentari di Sc – ci ripromettiamo di portare nei gruppi parlamentari del nuovo Pd i nostri valori liberaldemocratici, le nostre idee, i nostri progetti, le nostre competenze e il nostro spirito di servizio, con l’obiettivo di concorrere al lavoro entusiasmante che attende il Parlamento nei prossimi anni: quella riforma europea dell’Italia che sola può dare speranza nel futuro a noi e ai nostri figli». «Il Pd renziano – concludono nella nota – ha assorbito il centro della società prima ancora che quello politico. Ha assorbito la base sociale ed elettorale di Scelta Civica che, infatti, alle elezioni europee nel maggio scorso ha scelto in massa le liste di questo nuovo Pd».