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Televisioni, Berlusconi mette sul piatto 1,2 miliardi di euro per comprare le Torri di trasmissione della Rai

Televisioni, Berlusconi mette sul piatto 1,2 miliardi di euro per comprare le Torri di trasmissione della Rai

Mediaset muove sulle torri che trasmettono il segnale televisivo della Rai e lancia un’offerta pubblica d’acquisto (Opa) per conquistare il 100% di Rai Way, attraverso la controllata Ei Towers, a sua volta la società che possiede le antenne delle televisioni di Cologno Monzese. L’azienda che fa capo alla famiglia Berlusconi è pronta a mettere sul piatto oltre 1,2 miliardi di euro.

L’offerta arriva a pochi giorni di distanza dalle manovre della Fininvest, la holding di Arcore, sulla stessa Mediaset: la famiglia Berlusconi ha ceduto un importante pacchetto delle televisioni, pur restando in controllo oltre il 30%, e facendo cassa per poco meno di 400 milioni di euro. Sui mercati, la notizia si riverbera con una corsa al rialzo di Rai Way (valutata 4,5 euro ad azione), ma anche Ei Towers sale con Mediaset.

Quanto ai dettagli tencici, Ei Towers (che vede tra gli azionisti Mediaset al 40%, poi BlackRock al 10% circa) ha annunciato l’offerta pubblica di acquisto e scambio sul 100% di Rai Way. Quest’ultima è controllata al 65% dalla Rai, per la parte restante il suo capitale è sul mercato.

L’offerta, lanciata a 4,50 euro per azione, valuta la società di trasmissione della Rai circa 1,22 miliardi di euro. L’operazione prevede il pagamento di una componente in contanti, pari a 3,13 euro, e una componente azionaria, costituita da 0,03 azioni ordinarie Ei Towers di nuova emissione (attualmente la valutazione è di oltre 48 euro). Il corrispettivo incorpora un premio del 22% rispetto al prezzo di riferimento delle azioni ordinarie Rai Way del 23 febbraio e un premio del 52,7% rispetto al prezzo di debutto in Borsa della società, avvenuto il 19 novembre scorso a un prezzo di 2,95 euro. Il controvalore complessivo dell’offerta, in caso di integrale adesione, sarà di 1.225.332.800 euro. La fetta della Rai, qualora passasse all’incasso, sarebbe quindi grosso modo di 790 milioni.

Per completare l’operazione, il consiglio di amministrazione di Mediaset ha dato il via libera alle condizioni dell’offerta “per costruire un’aggregazione nazionale dell’infrastruttura di trasmissione televisiva”. Mediaset pertanto voterà a favore di una proposta di aumento di capitale nell’assemblea di Ei Towers prevista il 27 marzo. “Il pagamento della componente in contanti” precisa Ei Towers “è integralmente garantito da un primario istituto di credito internazionale il quale concederà un finanziamento all’offerente per far fronte al relativo pagamento”.

Nello spiegare le ragioni dell’operazione Ei Towers parla della “creazione di un operatore unico delle torri broadcasting” per “porre rimedio all’attuale situazione di inefficiente moltiplicazione infrastrutturale dovuta alla presenza di due grandi operatori sul territorio nazionale”. La società delle torri del gruppo Mediaset assicura in ogni caso che “continuerà a garantire l’accesso alle infrastrutture a tutti gli operatori televisivi”. L’Antitrust deve dare il via libera all’operazione e anche il Mise dovrebbe autorizzare la Rai a continuare ad operare con la nuova società, mentre Ei Towers assicura la collaborazione per espletare il servizio pubblico. La società di Mediaset, che auspica la conclusura dell’affare entro l’estate prossima, “aprirà sempre più la propria infrastruttura, in prospettiva agli operatori di Tlc”.

E qui entrano in gioco le altre partite che il Biscione sta giocando, ad esempio con Telefonica, che ha acquisito una partecipazione del 10% in Mediaset Premium. Sulle torri di trasmissione si stanno d’altra parte muovendo tutti gli operatori, da una parte Telecom che sta per creare una società cui conferirà la sua rete, ed anche Wind, che ha deciso di cedere la sua rete di oltre 6mila torri ad Abertis.

Dati gli obiettivi di una piena integrazione industriale di Ei Towers con Rai Way, l’offerta – chiarisce infine la nota – ha l’obiettivo di revocare le azioni di quest’ultima dal listino di Piazza Affari (dove Rai Way è stata da poco quotata), o l’acquisto di una partecipazione che rappresenti almeno 66,67% del capitale sociale. Quest’ultimo punto è delicato: nella premessa del decreto di privatizzazione di Rai Way, il governo ha scritto di ritenere “l’opportunità di mantenere, allo stato, in capo a Rai, a garanzia della continuità del servizio erogato da Rai Way a Rai medesima, una quota (…) non inferiore al 51%”. Inciso che porta oggi il deputato Pd, e segretario della Commissione di vigilanza, Michele Anzaldi, a definire l’offerta di Mediaset “incomprensibile”.