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Disegno di legge sull’antiterrorismo, Renzi blocca Alfano: stralciata la norma che consentiva alla polizia il libero accesso ai pc dei cittadini

Disegno di legge sull’antiterrorismo, Renzi blocca Alfano: stralciata la norma che consentiva alla polizia il libero accesso ai pc dei cittadini

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha chiesto e ottenuto lo stralcio del passaggio che consente di frugare nei computer dei cittadini nell’ambito del provvedimento antiterrorismo approvato in Commissione. Lo si apprende da fonti di governo. Il passaggio in questione tocca un tema delicato e importante che riguarda diritti, privacy e sicurezza e che verrà affrontato in maniera più complessiva – viene spiegato – all’interno del provvedimento sulle intercettazioni già in esame in Commissione.

“L’emendamento che prevedeva l’acquisizione di dati da remoto è stata stralciata dal decreto anti-terrorismo”, ha detto il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, a proposito del provvedimento antiterrorismo. “Rimane confermata la volontà del governo su un rafforzamento delle misure di prevenzione e contrasto al terrorismo, oggi più che mai urgenti e necessarie, ma si ritiene che tale norma debba essere trattata nell’ambito del provvedimento sulle intercettazioni telefoniche – ha aggiunto. “Abbiamo la necessità di contemperare le esigenze di sicurezza nella lotta al terrorismo con quelle di tutela della privacy, per questo motivo è utile approfondire il confronto e la riflessione sulla intercettazioni telematiche da remoto”.

Appena qualche ora prima il ministro dell’Interno Angelino Alfano, intervenendo a Radio Anch’io aveva parlato in questi termini: “Abbiamo previsto la possibilità da parte dell’autorità giudiziaria di accedere ed eventualmente spegnere i siti web attraverso i quali si veicola un messaggio di radicalizzazione violento. Questo – aveva detto il ministro – perché i social sono utilizzati dai terroristi per il reclutamento”, con il decreto l’autorità giudiziaria potrà entrare nei telefonini o nei personal computer per controllare l’attività da ‘remoto’. “E’ una possibilità di indagine già prevista per reati di terrorismo. Visto che ci sono questi scambi informatici tra terroristi – rimarca il ministro – occorre aumentare la penetrazione”.