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Disastro Germanwings, parla l’esperto: “Ecco come un pilota può chiudersi dentro anche se il comandante conosce i codici di accesso”

Disastro Germanwings, parla l’esperto: “Ecco come un pilota può chiudersi dentro anche se il comandante conosce i codici di accesso”

“Ci sono delle procedure su come il pilota, in fase di volo, esce dalla cabina e ne rientra. Ma non vengono seguite con rigore. E ho paura che questa volta non siano state seguite affatto. E questo non basta. Temo che il pilota rimasto dentro abbia fatto una cosa brutta, in modo intenzionale». A parlare è un comandante pilota, in un intervista del giornale La Stampa, che si dice sconvolto e angosciato per quello che (secondo le ultime indiscrezioni) è successo sull’aereo Germanwings. Il pilota vuol restare anonimo perché rivela dettagli spiacevoli.

Cominciamo dalla procedura di uscita dalla cabina. In che circostanze un pilota può lasciare i comandi?

«In teoria non può lasciarli mai. Per tutto il volo i piloti devono stare in cabina con la porta blindata chiusa, in modo che nessuno, in ipotesi un terrorista o un pazzo, possa entrare. All’atto pratico, uno dei piloti può assentarsi per andare al bagno. In questo caso deve avvertire un assistente di volo, che entra in cabina e prende il suo posto, in modo che all’interno non rimanga mai una sola persona. Questo per il caso che il pilota che resta ai comandi si senta male».

Però sembra che la scatola nera con le voci in cabina non abbia registrato la voce di una hostess o di uno steward all’interno.

«Infatti, spesso non si fa entrare l’assistente di volo in sostituzione del pilota assente. Si fa questo ragionamento: perché distogliere una hostess dal servizio ai passeggeri? Le regole dopo un po’ diventano lasche».

Poi come rientra l’altro pilota?

«Deve farsi riconoscere e digitare un codice. Alcune compagnie, non tutte, hanno anche una telecamera esterna per riconoscere chi chiede di entrare».

Il codice sblocca la porta blindata?

«Sì, ma dall’interno possono intervenire per impedire l’apertura».

E in questo caso?

«Esiste un secondo codice di accesso che sblocca comunque la porta blindata entro 30 secondi. Ma anche dopo che è stato digitato questo secondo codice, chi si trova all’interno può intervenire prima dei 30 secondi e impedire l’apertura. Questo perché chi vuole entrare potrebbe essere costretto dalla minaccia delle armi».

Ma se la porta blindata non si è aperta vuol dire che il pilota all’interno ha impedito intenzionalmente che si aprisse?

«È l’unica spiegazione logica che mi viene in mente. Non sarebbe bastato che il pilota all’interno stesse male. Temo che chi era chiuso dentro abbia fatto qualcosa di brutto. Dentro la cabina c’era solo lui, oppure c’era anche una hostess ma visto che non parlava a quel punto era già morta. E se la porta non si è sbloccata né col primo né col secondo codice, vuol dire che il pilota all’interno ha intenzionalmente impedito che si aprisse. Mi addolora arrivare a questa conclusione. Ma al momento, sulla base delle informazioni ancora incomplete che abbiamo, non riesco a pensare ad altro».