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Valle di Susa, gruppo di sciatori travolti da slavina: due morti. Salvi altri due scialpinisti

Valle di Susa, gruppo di sciatori travolti da slavina: due morti. Salvi altri due scialpinisti

Una slavina, caduta dal Monte Terra Nera, in Valle di Susa (Torino) ha travolto un gruppo di cinque sciatori che si trovava fuori pista e ne ha uccisi due: si tratta di una guida alpina italiana, esperta di elisoccorso, e di un francese. I corpi delle vittime sono stati trovati nella tarda mattinata dai soccorritori, uomini della Croce rossa e della guardia di Finanza. Il gruppo di sciatori, rende noto il Soccorso alpino, era dotato di tutte le misure di sicurezza: artva (il segnalatore elettronico), zaino airbag e pala e sonda. «Tutto il soccorso alpino è scolvolto da questa disgrazia – dice Aldo Galliano Presidente Regionale del Sasp, Soccorso alpino speleologico piemontese – ed il pensiero va alla moglie e ai due figli». Le due vittime sono morte per i traumi subiti. Una terza persona è stata estratta in buone condizioni ma è stata comunque portata all’ospedale di Susa (Torino). Salvi gli altri due scialpinisti.
L’italiano, un tecnico di elisoccorso esperto

La vittima italiana era un noto tecnico di elisoccorso, Luca Prochet, fino al mese di marzo direttore della scuola regionale tecnici del Soccorso alpino speleologico piemontese. Avrebbe compiuto 53 anni ad aprile, era residente a Briançon, in Francia, ma conosceva alla perfezione le montagne della Val di Susa ed era conosciuto da tutti. In un’intervista rilasciata a Montagna.tv nel dicembre 2013, definiva il proprio ruolo «prima di tutto un soccorritore esperto… ma più di tutto forse, il tecnico di elisoccorso è un uomo dal sangue freddo, perché nel momento decisivo e in pochi secondi prende da solo decisioni che determinano talvolta la vita o la morte delle persone da soccorrere». Sempre Luca Prochet spiegava quanto sia lunga e complessa la preparazione di un tecnico di elisoccorso: quattro anni circa di percorso con esercitazioni in soccorsi su neve, ghiaccio, in valanga e in elicottero. «Il tecnico di elisoccorso ha una responsabilità enorme – dichiarava Luca – lui quel giorno è lì da solo a risolvere un problema e se c’è uno sbaglio è lui che l’ha fatto. Non possiamo permetterci di avere persone non perfettamente formate e capaci delle migliori abilità». E ancora: «Dal punto di vista psicologico la cosa più difficile è avere le capacità di resistere alla pressione, prendere la decisione giusta al momento giusto, dirigere i soccorsi e avere la forza di portare avanti le decisioni che si sono prese. Ci troviamo in un ambiente che è sempre drammatico, poi una volta arrivati in ospedale diventa un caso clinico. Io dico sempre ai mie allievi: vi trovate in situazioni in cui c’è il dramma, l’emozione, le urla, i pianti, il sangue e tutto quello che va insieme e questa va affrontato». «Imparare ad avere sangue freddo non è facile – concludeva – i dubbi ci sono sempre, e nel momento dell’intervento il tecnico di elisoccorso si trova da solo».

Praticavano eliski

La massa di neve si è staccata dal Monte Terra Nera in una giornata soleggiata e molto ventosa. Il gruppo di sciatori stava facendo eliski (la pratica dello sci fuoripista che usa l’elicottero per la risalita) in località Terranera, in val Thuras. Terranera, alta circa tremila metri, è una meta classica dello scialpinismo. Gli escursionisti avevano scelto di iniziare la gita da Sestriere, da una località raggiungibile soltanto in elicottero. Quando li ha sorpresi la valanga stavano scendendo e sono stati travolti all’improvviso. Le condizione meteo, secondo i soccorritori che sono accorsi sul posto, rappresentavano una miscela perfetta per favorire una possibile valanga: sole, vento e nevicate recenti.

L’allarme

Il pericolo valanghe in Piemonte era stato segnalato nell’ultimo bollettino emesso dall’Arpa come di livello 3 in una scala di cinque, quindi medio. «Venti forti mantengono marcato il pericolo di distacchi», riporta il documento dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale riguardo alla giornata del 27 marzo. «Sono possibili quindi – avvisava l’Arpa – distacchi provocati con debole sovraccarico sulla maggior parte del territorio alpino piemontese, con possibili ancora valanghe di fondo nelle più calde e dai pendii più soleggiati».

Il precedente

Sulle stesse montagne di Cesana Torinese, il 17 febbraio scorso uno sciatore francese di 42 anni è morto travolto da una valanga. L’incidente si era verificato in località Sagnalonga. L’uomo era rimasto sepolto per diversi minuti sotto la massa di neve insieme ad altre tre persone: due bambini e un adulto. Lo sciatore francese era sprovvisto di Artva, e quando la polizia e il 118 lo ha trovato, era già deceduto.