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Il Milan di Berlusconi potrebbe passare ai cinesi, ieri lunga cena ad Arcore tra il presidente rossonero e il magnate di Hong Kong Richard Lee

Il Milan di Berlusconi potrebbe passare ai cinesi, ieri lunga cena ad Arcore tra il presidente rossonero e il magnate di Hong Kong Richard Lee

Con l’Europa che ormai è (quasi) un miraggio, le ultime dieci partite di campionato potrebbero sembrare solo la coda di un anno complicato; in realtà sono già l’inizio del prossimo. Prove di futuro in campo e soprattutto fuori, visto che anche ieri sera Silvio Berlusconi ha ricevuto ad Arcore uno dei possibili acquirenti di quote del Milan, il magnate di Hong Kong Richard Lee. Nei prossimi due mesi si deciderà il Milan che sarà, a partire appunto dalla proprietà che diventerà – vedremo in che misura – asiatica, per poi passare alla scelta dell’allenatore (Pippo Inzaghi, dalla sfida di domani a Palermo, deve mostrare che ha senso ripuntare su di lui, ma per l’anno prossimo restano vivissime le ipotesi Mihajlovic e Sarri) e alla rivoluzione della rosa, visto che una decina di giocatori deve meritarsi la conferma.

Ma la partita più importante è quella societaria

Silvio Berlusconi non è mai stato così deciso a vendere quote della creatura a cui è più affezionato: in estate dovrebbe affrontare un aumento di capitale da 300 milioni e ovviamente la prospettiva non lo entusiasma (l’assemblea dei soci, fissata per il 28 aprile, formalizzerà un bilancio con un rosso di 50 milioni). Ecco perché proverà a chiudere prima una delle due trattative che sono in corso: entro il 30 aprile saranno terminate le due «due diligence» (le analisi dei conti) avviate dal broker thailandese Bee Taechaubol e da un consorzio cinese il cui capofila potrebbe essere Richard Lee, il magnate di Hong Kong, rivenditore Ferrari in Cina, che ieri era a cena ad Arcore. Con Berlusconi (che quest’anno l’ha portato a San Siro a vedere il Milan) ha già concluso compravendite immobiliari e sembrava interessato ad avviare accordi commerciali con i rossoneri: ora il discorso potrebbe aver fatto un salto di qualità (sempre ieri Zong Quinghou, il miliardario della Cola cinese, ha invece smentito l’interesse).

Pare che sia già avvenuto l’accesso alla «virtual data room», il sito in cui sono contenuti tutti i dati del Milan. Quel che è sicuro è che è in atto una corsa a due, ampiamente incoraggiata nel tentativo di lanciare una sorta di asta. Decisivi saranno i primi quindici giorni di maggio: in quel periodo, infatti, i due «contendenti», dopo aver studiato per bene i conti del Milan, dovranno definire le loro proposte. Il presidente valuterà: potrebbe anche ritenerle entrambi insufficienti e far saltare tutto, oppure più probabilmente aprire una trattativa con uno dei due, per definire cifre e quote.
Fininvest ha sempre smentito che, sul piatto, ci sia qui e subito la maggioranza del Milan; ma alla maggioranza si può arrivare nel tempo, magari con un’offerta a salire in tre anni, come prevede il «memorandum of understanding» firmato con Bee Taechaubol a Natale. Sembra che l’offerta del thailandese sia sulla carta più vantaggiosa di quella del consorzio cinese; resta però da vedere quanti investimenti Mr Bee sia riuscito a raccogliere in questi mesi: dopo Pasqua dovrebbe comunque rivedere Berlusconi, forse assieme a Stefano Caldoro, il governatore della Campania, colui che (con il tramite di Fabio Cannavaro) ha presentato il broker thailandese a Berlusconi.

Mister Lee però ieri sera potrebbe aver rilanciato la pista cinese

L’agenzia Aska aveva riportato alcune dichiarazioni rilasciate da Berlusconi in colloqui privati, secondo le quali con i cinesi sarebbe «tutto fatto» per una cifra tra il miliardo e il miliardo e mezzo, e con la certezza che Barbara Berlusconi rimarrà al suo posto come ad. Al di là delle cifre, che paiono fuori misura, da fonti vicine al presidente è stato poi smentito «che esista alcuna trattativa sulla vendita e cessione del Milan, sottolineando che non è mai stata fatta una reale valutazione circa il valore della società». Come si è detto, a maggio si comincerà a trattare sulle cifre e non è detto che la conversazione sia breve.