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Nepal, 5.000 vittime. Mancano all’appello 3 italiani, rintracciate cinque famiglie di connazionali. Bimbo di 4 mesi vivo tra le macerie

Nepal, 5.000 vittime. Mancano all’appello 3 italiani, rintracciate cinque famiglie di connazionali. Bimbo di 4 mesi vivo tra le macerie

Sono ancora tre gli italiani “non rintracciabili” dopo il terribile terremoto di magnitudo 7,8 che sabato scorso ha colpito il Nepal. Lo riferisce la Farnesina in una nota, in cui si ricorda che “continua l’intenso lavoro dell’Unità di Crisi per il rimpatrio dei connazionali con ogni mezzo disponibile”. Mentre possono già tirare un sospiro di sollievo cinque famiglie di italiani rintracciati dopo il sisma.

Il primo nucleo di connazionali è atteso a Milano nella prima mattinata di giovedì, imbarcato dall’Unità di Crisi in un volo commerciale. Altri due voli civili in partenza dalla capitale nepalese per Abu Dhabi, proseguiranno verso Roma e Milano, in base alle necessità dei connazionali, fa sapere il ministero degli Esteri.

“Le autorità nepalesi – prosegue la nota – hanno appena autorizzato l’atterraggio a Kathmandu del C130″ che caricherà un gruppo di connazionali che non ha trovato posto sul velivolo civile. “A bordo del C130 sarà presente anche l’ambasciatore d’Italia a Nuova Delhi, Lorenzo Angeloni”.

Nel frattempo le regioni remote del Nepal, vicine all’epicentro del sisma, stanno iniziando a ricevere i primi aiuti. Mentre proseguono i soccorsi nella valle di Kathmandu, l’Onu ha fatto sapere che gli interventi si stanno allargando fino ad includere zone come il distretto di Dhading e quello di Gorkha.

Intanto l’ultimo bilancio del terremoto è di oltre 5mila morti e 10mila feriti. Come riferito da Ram Kumar Dahal, alla guida della gestione per le catastrofi al ministero dell’Interno, “5.027 persone sono rimaste uccise e 10.226 ferite nel sisma”. Secondo alcuni dati precedenti, circa 1.500 delle vittime sono state segnalate nella capitale, Kathmandu. Altre cento persone sarebbero morte in India e Cina.

Continuano senza sosta le ricerche con la speranza di trovare qualcuno ancora in vita. Qualche piccolo ‘miracolo’ c’è stato: è infatti salvo un neonato di quattro mesi, trovato ancora vivo dopo aver trascorso ben 22 ore sotto le macerie della sua casa, crollata a Bhaktapur nella valle di Kathmandu.