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Cosi le Tute Nere anti Expo hanno devastato la città. Centinaia di auto date alla fiamme. La rabbia dei milanesi

Cosi le Tute Nere anti Expo hanno devastato la città. Centinaia di auto date alla fiamme. La rabbia dei milanesi

ecine di automobili, negozi e cassonetti incendiati. Bombe carta, spranghe e martelli contro le vetrine dei negozi e i semafori. Bottiglie, pietre recuperate spaccando a martellate un muretto in piazza Sant’Ambrogio poi scagliate contro gli agenti, contro le pensiline dei mezzi pubblici e contro il cortile dell’università Cattolica a Milano. Prima i bastoni e le pietre grosse come un pugno. Poi sono arrivate le fiamme sprigionate da molotov, razzi pirotecnici e bombe carta che hanno incendiato i negozi e le auto, soprattutto quelle di lusso. Undici sono i poliziotti e i carabinieri feriti, nessuno in maniera seria. Dieci i manifestanti fermati e portati in questura.

L’azione più grave è avvenuta in largo d’Ancona, dove – appunto – sono stati incendiati un negozio e una una filiale dell’Unicredit. I black bloc hanno spaccato i vetri della banca poi hanno lanciato all’interno più di una bomba carta. I locali sono andati a fuoco dando vita a una alta colonna di fumo.

La manifestazione è stata dichiarata chiusa intorno alle 18. A quell’ora piazza della Scala e le vie limitrofe erano già blindate per l’inizio della Turandot, l’opera che il teatro milanese dà per festeggiare l’inizio di Expo. Nel cuore della città sono state chiuse al traffico via Verdi, parte di via Manzoni e corso Matteotti: decine di camionette di polizia e carabinieri presidiano il Piermarini, dove alle 20 arriveranno i rappresentanti di istituzioni e mondo economico per assistere allo spettacolo. Dopo gli scontri del pomeriggio, il timore è che la protesta si possa riversare davanti alla Scala, dove è atteso anche il premier Matteo Renzi.

Il ‘blocco nero’ è entrato in azione alle 15.50, poche ore dopo l’inaugurazione di Expo con il premier Matteo Renzi. Un paio di centinaia di manifestanti – lo zoccolo dell’ala più dura del corteo No Expo – ha iniziato a coprirsi il volto con caschi e cappucci. Pochi minuti dopo, armati di mazze, bastoni, pietre e bombe molotov, hanno preso a distruggere le vetrine di via De Amicis: nemmeno a metà del percorso concordato con la questura. Da quel momento è divampata la guerriglia urbana. Il fumo nero avvolge tutto nella strada che si trova a due passi dalla Basilica di Santa Maria delle Grazie, sede del Cenacolo vinciano. Alcune centinaia di ‘neri’ hanno tentato, in almeno due occasioni, l’assalto al Palazzo delle Stelline e sono stati respinti da polizia e carabinieri con i gas lacrimogeni.

Una guerriglia annunciata dallla rete antagonista che sta ha sconvolto il centro. L’onda nera dei vandali ha iniziato a gonfiarsi e, nel giro di poco tempo, il corteo si è spezzato in due: davanti i manifestanti pacifici, quelli che hanno continuato a sfilare esibendo cori e striscioni. Dietro loro, il blocco nero. Che nel frattempo ha raccolto un migliaio di persone. Da quel pezzo del serpentone umano è partito di tutto: bottiglie sassi pezzi di ferro. Contro vetrine e auto. Prese di mira soprattutto le banche. Dopo diverse esplosioni Gli incidenti sono continuati all incrocio tra via Carducci e corso Magenta.

Qui i black bloc si sono schierati e hanno scatenato l’inferno. Vetrine scassate e auto in fiamme, e lancio di botti violentissimi anche contro le abitazioni. Le forze dell ordine, schierate a chiusura di alcune vie per evitare che i violenti potessero deviare il percorso, hanno deciso, all inizio, di non intervenire: per un momento avevano azionato gli idranti. In piazza della Resistenza Partigiana. Ma il blocco degli incappucciati ha continuato le devastazioni. Ancora bombe carta tra via Carducci e piazza Cadorna.

E ancora danni. È li, di fronte alla stazione ferroviaria, che alcuni manifestanti si sono disposti “a scudo” per permettere ai black bloc di passare dalla piazza di corsa evitando che polizia e carabinieri, in assetto anni guerriglia, potessero fermarli o caricarli. Gli incidenti si sono spostati in piazza Conciliazione. Molotov, auto bruciate. I militari hanno caricato i manifestanti. Strade come teatro di guerra. Colonne di fumo e gas lacrimogeni. Vetri distrutti. Non una vetrina di una banca è stata risparmiata. Milano brucia. Nel primo giorno di Expo.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso “ferma condanna della violenza teppistica”. Il sindaco Giuliano Pisapia ha parlato della necessità di “isolare, individuare, punire senza se e senza ma i delinquenti che stanno devastando la città”. Mentre i milanesi, appena passata l’ondata dei vandali, sono scesi in strada con scope e guanti, per ripulire i danni: raccogliere vetri, spazzatura e riposizionare i cestini dei rifiuti. In azione immediatamente anche i mezzi dell’Amsa che hanno rimosso le barricate dalle strade. “Imbecilli violenti – li definisce il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni – che devono solo finire in galera”. Solidarietà a Milano è arrivata anche dal sindaco di Roma, Ignazio Marino.

Il corteo era molto temuto, anche perché è stato preceduto da una manifestazione di vigilia che ha imbrattato e danneggiato più di una vetrina del centro. Per prevenire (o fronteggiare) i problemi di ordine pubblico, la polizia ha schierato 2.200 uomini in tenuta antisommossa. Mentre fino all’ultimo sono continuate le perquisizioni e gli sgomberi della Digos in cerca di armi o materiale pericoloso da usare in manifestazione.

La testa del corteo è guidata da una banda che suona Bella ciao e da un gruppo di clown che ironizza sul tema dell’Esposizione e sulle polemiche che l’hanno interessata. Molte famiglie con bambini stanno sfilando nella parte iniziale accompagnati dalla musica della Banda degli ottoni a scoppio che si è posizionata subito dietro lo striscione di apertura.
Il gruppo NoTav e gli antagonisti si trovano invece al centro del corteo e un gruppo di loro ha già iniziato a lasciare la propria firma sulle facciate dei palazzi e sulle vetrine delle banche incontrate sul percorso. Imponente il dispiegamento delle forze dell’ordine, che hanno bloccato le strade che costeggiano il corteo.