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Istat, Italia fuori dalla recessione: torna la crescita nel primo trimestre (+ 0.3%) dopo 13 mesi negativi. In frenata la Germania

Istat, Italia fuori dalla recessione: torna la crescita nel primo trimestre (+ 0.3%) dopo 13 mesi negativi. In frenata la Germania

L’Istat conferma il ritorno dell’Italia alla crescita, con un ritmo che – pur non essendo certo mozzafiato – supera le attese. Nel primo trimestre del 2015 il Pil, secondo la stima preliminare, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed è risultato invariato rispetto al primo trimestre del 2014 (era -0,1%). L’Italia abbandona il segno meno, su base tendenziale e cioè nel raffronto annuo, dopo 13 trimestri negativi. Su base congiunturale (cioè rispetto al trimestre precedente), per trovare una crescita superiore allo 0,3% bisogna invece risalire indietro di quattro anni. Gli analisti di Intesa Sanpaolo si aspettavano una crescita di almeno lo 0,1% trimestrale e una variazione annua negativa dello 0,2%, comunque in recupero dal -0,5% della fine del 2014. Le loro attese sono state dunque superate.

Il dato mette il Belpaese in carreggiata sul sentiero della crescita. E’ infatti dal quarto trimestre del 2011 che il Pil italiano registra variazioni annue negative. Anche se si guarda a quelle congiunturali (cioè sul trimestre precedente), l’Italia viene da quattro anni di recessione o stagnazione. Nel quarto periodo dell’anno scorso hanno arrestato (con una variazione nulla) un’emorragia e che durava – salvo una timida risalita di fine 2012 – dalla fine del 2010. Ora il segno positivo, che se confermato anche nel secondo trimestre dell’anno rappresenterà una ufficiale uscita dalla recessione.
L’Italia torna a crescere: +0,3% il Pil del primo trimestre
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“La crescita congiunturale”, dice ancora l’Istat, “è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dell’industria e di una sostanziale stazionarietà nei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) maggiore dell’apporto negativo della domanda estera netta”. Solo pochi giorni fa, d’altra parte, lo stesso Istituto aveva allineato le proprie stime per il 2015 con le previsioni del governo, contenute nel Def: quest’anno l’Istat “prevede un aumento del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari allo 0,7% in termini reali, cui seguirà una crescita dell’1,2% nel 2016 e dell’1,3% nel 2017″, hanno scritto gli statistici, con un contributo crescente da parte della domanda interna.

Eurozona e principali economie. Da Eurostat si attende ora il dato sull’area con la moneta unica, per la quale si attende un’accelerazione allo 0,4% trimestrale (da +0,3% precedente). Intesa ricorda che “la crescita dovrebbe beneficiare di condizioni finanziarie e monetarie progressivamente più espansive” e “dalla primavera dovrebbe essere più visibile l’impatto del cambio”, con il deprezzamento dell’euro a trainare l’export. Intanto, però, sono arrivati segnali contrastanti dalle due principali potenze economiche.

La Germania ha mostrato nel primo trimestre una crescita in rallentamento sul trimestre precedente (+0,7%), frenata dal minor contributo dell’export. Alcune previsioni indicavano una crescita dello 0,5% su mese dell’1,2% su anno, altre dello 0,6% e dell’1,4%. I dati della Destatis, mostrano che a far da traino dell’economia tedesca è la domanda interna, sia come spesa delle famiglie sia come spesa pubblica e investimenti privati. L’import è cresciuto più dell’export Berlino stima una crescita dell’1,8% quest’anno e dell’1,6% nel 2014. La Francia ha invece battuto le attese: il Pil è cresciuto dello 0,6%, contro le previsioni per una crescita dello 0,4%. Un “risultato incoraggiante”, ha affermato il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin.