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Nodo pensioni, Boeri: l’Inps pronta a fare la sua parte: “Gli oneri sono sopportabili ma bisogna decidere se l’importo grava su pensionati o contribuenti”

Nodo pensioni, Boeri: l’Inps pronta a fare la sua parte: “Gli oneri sono sopportabili ma bisogna decidere se l’importo grava su pensionati o contribuenti”

L’Inps è pronta a fare la sua parte per rispettare la sentenza della Corte costituzionale sulle pensioni, ma il presidente dell’Istituto, Tito Boeri, dice: “Mi auguro che ci sia equità tra generazioni”. Certo la decisione che dovrà prendere il governo su come far fronte alla pronuncia della Consulta che ha dichiarato illegittimo il blocco – deciso dall’esecutivo Monti – delle perequazioni per gli assegni oltre 3 volte il minimo (1.443 euro) “è molto difficile ma spero – ha detto Boeri – che la scelta sia basata sull’equità non solo tra chi ha di più e chi ha di meno ma anche anche tra chi ha avuto di più e chi è chiamato a dare di più ma avrà di meno”.

Per l’Istituto, comunque, gli oneri sono sopportabili. Secondo Boeri bisogna piuttosto “decidere se l’importo grava sui pensionati o sui contribuenti”. D’altra parte gli scenari sono molti e quindi non si possono dare cifre sul costo della sentenza finché non ci sarà un’interpretazione sul significato della sentenza della Consulta. “Questa scelta – ha detto ancora parlando ad un’audizione alla Commissione di Vigilanza sull’anagrafe tributaria – comporta aspetti redistributivi molto rilevanti. Spero ci sia equità non solo intragenerazionale con contributi più alti da redditi più alti, ma anche intergenerazionale. Non si possono chiedere prelievi ulteriori a chi è destinato ad avere prestazioni future più basse”.

D’altra parte se gli importi non versati fossero restituiti a tutti gli aventi diritto il buco per le casse dello Stato arriverebbe a 16,6 miliardi di euro. A questo punto, dunque, l’esecutivo potrebbe anche pensare di riscrivere la norma e con un decreto alzare il tetto del blocco alle perequazioni. D’altra parte lo hanno già fatto i governi Prodi nel 1998 e Berlusconi nel 2007: in quelle occasioni la Consulta non ebbe nulla da ridire anche perché l’Ulivo vietò l’adeguamento per gli assegni oltre 5 volte il minimo e il Pdl fissò l’asticella a 8 volte il minimo