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Strage al museo Bardo, gli investigatori tunisini: “Abbiamo le prove che il marocchino Touil faceva parte del gruppo di terroristi”

Strage al museo Bardo, gli investigatori tunisini: “Abbiamo le prove che il marocchino Touil faceva parte del gruppo di terroristi”

Dietro i cavalli di frisia e i rotoli di filo spinato che proteggono i cubotti di cemento del ministero degli Interni, Mohamed Ali Aroui – portavoce e braccio destro del ministro, volto notissimo del Paese – è assolutamente certo della colpevolezza di Abdel Majid Touil. Non è il solo, a Tunisi, anzi: difficilmente troverete qualcuno informato dei fatti disposto a credere che il giovane marocchino arrestato in Italia sia innocente. Uno scambio di persona? Un errore grossolano? Gli inquirenti tunisini lo escludono, ma lo fanno anche i cronisti di lungo corso e gli spiccia faccende del ministero degli Interni di avenue Habib Bourguiba: nessuno scommetterebbe un dinaro che Touil sia estraneo all’attentato al Bardo. Certamente non Aroui, che prima di essere il portavoce del ministro era il più famoso investigatore tunisino, ex punta di diamante della squadra investigativa speciale della polizia di Tunisi. Repubblica lo ha intervistato. Ecco il servizio.

Ci spiega per favore come fate a essere così sicuri che il giovane Touil sia connesso all’attentato al museo Bardo?
“Ne siamo certi perché abbiamo un’infinità di prove”.

Come avete fatto a scoprirlo? Intercettazioni telefoniche? Ambientali? Video? Impronte?
“Sono stati gli altri arrestati a parlare di lui e dell’altro marocchino. I marocchini erano in due, uno è lui e l’abbiamo arrestato, l’altro è ricercato”.

Potrebbe essere anche lui in Italia?
“È ricercato”.

E secondo voi Touil quando si sarebbe trovato a Tunisi? È marocchino, e sappiamo che ha raggiunto l’Italia a bordo di un barcone partendo dalla Libia, non dalla Tunisia…
“Touil