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La Cassazione cancella il Metodo Stamina: “Medicinale imperfetto e potenzialmente pericoloso per la salute pubblica”

La Cassazione cancella il Metodo Stamina: “Medicinale imperfetto e potenzialmente pericoloso per la salute pubblica”

Il trattamento Stamina costituisce “medicinale tecnicamente imperfetto e somministrato in modo potenzialmente pericoloso per la salute pubblica”. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni con le quali spiega il perchè, lo scorso 21 aprile, ha dichiarato inammissibile il ricorso del patron di Stamina, Davide Vannoni, confermando in questo modo che le cellule staminali agli Spedali Civili di Brescia non possono essere dissequestrate. Respinti anche i tredici ricorsi di altrettanti familiari di malati.

In particolare, la Sesta sezione penale (sentenza 24243) ha sentito il dovere di rilevare che “risulta abbondantemente dagli accertamenti in fatto e dall’acquisizione dei numerosi pareri tecnici sia dei consulenti del pm sia di personalità scientifiche – pareri per nulla inficiati dalle affermazioni di efficacia – che il cosiddetto trattamento Stamina costituisca un medicinale tecnicamente imperfetto e somministrato in modo potenzialmente pericoloso per la salute pubblica, situazioni di per sè integranti la ricorrenza dei reati di pericolo presunto di cui agli art. 443 e 445 c.p. che fondano il ‘proprium’ del provvedimento di sequestro preventivo”.

In particolare, il relatore Orlando Villoni (presidente del collegio Francesco Ippolito) chiarisce che “secondo la ricostruzione, oltre modo esauriente, del quadro della vigente normativa nazionale ed europea applicabile operata dal Tribunale di Torino, detto trattamento costituisce a tutti gli effetti un medicinale imperfetto, tale dovendosi ritenere, fra gli altri, quello non preparato secondo le rigorose prescrizioni scientifiche o secondo i precetti della tecnica farmaceutica, la cui somministrazione è considerata pericolosa dal legislatore a prescindere dai concreti effetti negativi o anche dall’assenza di effetti prodotti sulla salute dei pazienti, atteso che il pericolo non è requisito del fatto, ma la ratio stessa dell’incriminazione penale”.

La Cassazione, inoltre, fa notare che “il Tribunale del Riesame ha correttamente rilevato che il ‘locus commissi delicti’ del più grave tra i reati contestati a tutti gli imputati deve essere individuato in Torino, atteso che è in tale luogo che la contestata associazione per delinquere ha iniziato concretamente ad operare ed è stata diretta dal Vannoni, dominus e regista dell’intera vicenda legata al cosiddetto metodo Stamina”.