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Finali Nba, la California festeggia: i Warriors piegano i Cavaliers nella gara 6 e si laureano campioni della Lega. Non accadeva dal 1975

Finali Nba, la California festeggia: i Warriors piegano i Cavaliers nella gara 6 e si laureano campioni della Lega. Non  accadeva dal 1975

Dall’inviato VALERIA RUBINO
La California festeggia in terra nemica: i Golden State Warriors si aggiudicano gara sei delle finali dei playoff Nba a Cleveland battendo per 105-97 i Cavaliers, conquistando così il trofeo Larry O’Brien, che li consacra campioni della lega per la stagione 2014-15. Campioni del mondo dicono in molti, come sono soliti fare gli americani, nonostante il campionato si giochi solo negli Usa e in una città canadese. È innegabile che nel basket, così come nel football americano e nel baseball, i migliori talenti del pianeta giochino negli Stati Uniti.
Il titolo arriva ai Warriors per la prima volta dal 1975, grazie alle prodezze di Steph Curry e compagni, che riescono ad arrestare con uno sforzo collettivo l’avanzata di LeBron James, il Prescelto, The King.
I 25 punti di Curry, uniti ai 25 di Andre Igoudala, trascinano i Warriors verso l’anello. Ed è proprio il veterano Igoudala, il giocatore che riesce meglio nell’arduo compito di marcare LeBron, ad aggiudicarsi a sorpresa il titolo di MVP delle finali.

Per la prima volta nella storia della lega, il most valuable player e’ un cestista che non fa parte del quintetto base in tutte le partite. Classe 1984 ed All Star nel 2012, Igoudala accetta con umiltà di giocare come sesto uomo, partendo dalla panchina in 82 partite di stagione regolare e nelle prime tre dei playoff. Il suo inserimento nel quintetto base da gara 4 rivoluziona la serie. Il contributo di Andre è fondamentale anche in attacco: 16.3 punti di media, 5.8 rimbalzi, 4 assist.
E’ impossibile fermare LeBron. Ciò che conta è limitare i danni, stancarlo, farlo faticare per realizzare ogni canestro.

“E’ il lavoro più duro che ci sia nel basket” commenta l’allenatore dei Warriors Steve Kerr, al suo primo anno in Nba. E già campione.
“Estenuante, estenuante” dice Igoudala della difesa su James. “Soprattutto mentalmente. E 82 partite sono una lunga stagione. [...] Ci pensavo ogni giorno, durante l’allenamento, dopo l’allenamento, la notte quando dormivo” spiega Iggy. “E’ questo che lo rende il miglior giocatore al mondo in questo momento: ci devi mettere talmente tanto sforzo, non provare ad arrestarlo ma a contenerlo, perché fermarlo e’ impossibile” aggiunge l’MVP, ammettendo che avrebbe scommesso che tale titolo sarebbe andato a Steph Curry o Draymond Green.
Nessun giocatore dei Warriors aveva mai giocato in una finale Nba. Ed ora l’anello.
Negli spogliatoi, il caos. Fiumi di champagne ovunque, cori, urla. L’odore di alcol e’ fortissimo e impregna aria, capelli, vestiti. Coach Kerr si presenta in conferenza stampa con una camicia completamente inzuppata, Andrew Bogut esce dai locker room con due bottiglie di champagne per continuare a festeggiare.
“Lo avevo detto sei mesi fa che avremmo vinto, ma tutti mi hanno riso dietro. Ed ora chi sono i campioni? Ditelo voi, chi sono i campioni? Championship, championship. Championship. Campeões ” dice a voce altissima il brasiliano Leandro Barbosa. “Questa vittoria e’ per tutti noi, per tutti voi, anche per i tifosi in Italia che ci seguono nella notte” aggiunge, commosso.

“Non ho parole, il sogno di una vita e’ diventato realtà grazie ai sacrifici di tutti noi. Forse domani realizzerò’ cosa sta succedendo stasera” commenta David Lee.
“Sono intorpidito, non controllo i miei pensieri. So solo che abbiamo vinto, contro tanti pronostici. Campioni. Campioni” l’urlo di gioia di Festus Ezeli.
Una grossa rivincita per Draymond Green. “Mi dicevano che non avrei mai potuto giocare in Nba” urla sul campo. “Troppo lento, troppo piccolo, non tira bene, non sa difendere. Cosa sa fare bene? Non ha le doti necessarie. Ma ho cuore ed è ciò che fa la differenza” si sfoga Green in conferenza stampa.
LeBron commenta con l’amaro in bocca: “probabilmente preferisco non qualificarmi per i playoff che perdere in finale”. Il capitano dei Cleveland Cavaliers chiude la serie con una media di 35.8 punti, 8.8 Assist e 13.3 rimbalzi. Eccellente, ma non abbastanza da arrivare alla vittoria. Un titolo non si conquista da solo. Probabilmente le finali sarebbero state diverse senza gli infortuni che mettono i Cavaliers a corto di organico, privandoli di almeno tre uomini chiave. Probabilmente. Non lo sapremo mai.
I tifosi di Cleveland vanno a casa tristi, dopo aver assistito alle celebrazioni dei Warriors in casa propria.

È grande festa nelle strade di San Francisco e dintorni.
Intanto, fervono i preparativi per la parade, la sfilata per celebrare i campioni Nba, che avrà luogo ad Oakland venerdì mattina.