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Contromossa di Atene: “Piano di salvataggio di 2 anni col fondo salvastati e taglio del debito” No di Merkel: “Niente accordi prima del voto”

Contromossa di Atene: “Piano di salvataggio di 2 anni col fondo salvastati e taglio del debito” No di Merkel: “Niente accordi prima del voto”

Un programma biennale con il sostegno del fondo salva-Stati (ESM) e la ristrutturazione del debito. E’ la controproposta del governo greco guidato da Alexis Tsipras che, a quanto apprende l’Adnkronos, ha avuto anche un colloquio telefonico con Matteo Renzi. Atene ha agito dopo l’iniziativa dell presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker che ha prospettato un’ultima possibilità di accordo prima del referendum di domenica prossima in Grecia.

Atene ha presentato una richiesta, contenuta in una lettera, per un programma di sostegno con l’European Stability Mechanism. Il piano, che alle 19 verrà discusso dall’Eurogruppo in una conference call, servirebbe a coprire le necessità finanziarie del Paese per i prossimi 24 mesi e a sostenere un piano di ristrutturazione del debito pubblico. L’esecutivo continuerà a negoziare per arrivare a un “accordo sostenibile” all’interno della zona euro, si legge in una nota. Inoltre “la Grecia resta al tavolo dei negoziati” e “cerca fino alla fine un accordo sostenibile per restare nell’euro”.

Il portavoce dell’esecutivo Ue intanto conferma la notizia relativa all’iniziativa di Juncker. “La porta rimane aperta per un accordo”, sottolinea, ma “il tempo sta per scadere”, con il secondo programma di aiuti in scadenza alla mezzanotte di oggi. La cancelliera tedesca Angela Merkel, come riferisce la Dpa, ritiene però che il suo governo non possa prendere in considerazione l’ipotesi di un terzo programma di salvataggio per la Grecia prima del referendum che Atene ha programmato per domenica.

Secondo quanto spiega il portavoce dell’esecutivo Ue, ieri sera Tsipras ha chiamato al telefono Juncker che dopo essersi consultato con il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha presentato le linee dell’offerta dell”ultimo minuto’. In primo luogo il governo ellenico deve accettare le proposte dell’Eurogruppo del 25 giugno e impegnarsi a fare campagna per il ‘sì’ al referendum di domenica prossima.

Il terzo punto dell’offerta prevede un’apertura delle discussioni sulla sostenibilità del debito e sulle necessità di finanziamento del Paese e, infine, il piano di investimenti proposto dall’esecutivo di Bruxelles da 35 miliardi di euro al 2020 per rilanciare la crescita e la creazione di posti di lavoro.

VAROUFAKIS – Intanto, il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis minaccia, via intervista, il ricorso di Atene nel caso il Paese sia costretto a uscire dalla zona euro. “Il governo greco farà uso di tutti gli strumenti giuridici a cui ha diritto”, ha affermato, nell’intervista al britannico Daily Telegraph. “Chiediamo pareri e valuteremo l’eventualità di un ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea. I trattati europei non prevedono l’uscita dall’euro e noi non l’accettiamo. La nostra appartenenza all’eurozona non è negoziabile”, ha aggiunto.

Ieri sera Tsipras ha confermato che il suo paese non pagherà la tranche del debito da 1,6 miliardi di euro dovuta al Fondo monetario internazionale a meno di raggiungere un accordo in extremis con i creditori. Tsipras ha assicurato la sua intenzione di “rispettare” il risultato del referendum di domenica lasciando intendere che in caso di vittoria del ‘sì’ (sì al programma dell’Eurogruppo che lui ha respinto) il suo governo si dimetterà. Se invece vinceranno i ‘no’, il suo governo, ha detto, sarà “in una posizione negoziale molto più forte”.

PADOAN – Dall’Italia il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sul referendum ha detto: “Ho massimo rispetto per le decisioni dell’opinione e del governo greco”. Dire che il referendum è un derby tra l’euro e la dracma “è una buona definizione”, ha aggiunto a proposito della definizione della consultazione ellenica data dal premier Matteo Renzi.

“Il dibattito continua a tutti livelli per ottenere risultati e non visibilità mediatica”, ha spiegato Padoan, respingendo le accuse a Roma di non aver inciso nella trattativa . “Dire che l’Italia è stata assente è una falsità”, ha sottolineato.