Redditometro, così il fisco tenta di scovare l’evasione

L’Agenzia delle Entrate ha annunciato la messa a punto del nuovo redditometro, lo strumento escogitato dal fisco per stanare gli evasori, il quale sarà pienamente operativo dal 2012. Il redditometro punta a verificare che ci sia coerenza tra l’effettiva capacità di spesa del contribuente e il reddito che ha dichiarato. Se i due elementi si discostano troppo, scatta il controllo degli ispettori del fisco. La novità, rispetto al passato, è che l’attenzione viene posta sulle spese, anziché sui beni posseduti, come avveniva un tempo. Il nuovo redditometro sarà utilizzato a partire dalle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2009. Da novembre partirà una fase di sperimentazione, in collaborazione con le Associazioni di categoria e gli Ordini professionali.
Per la stima del reddito, vengono prese in considerazione più di cento voci, indicative di capacità di spesa, divise in sette categorie: abitazione (abitazione principale, altre abitazioni, mutui, ristrutturazioni, collaboratori domestici, arredi, utenze, ecc.); mezzi di trasporto (auto, minicar, caravan, moto, barche, ecc.);contributi e assicurazioni (contributi previdenziali, responsabilità civile, incendio e furto, vita, ecc.);
istruzione (asili nido, scuola per l’infanzia, primaria e secondaria, corsi di lingue straniere, master, ecc.); attività sportive e ricreative e cura della persona (sport, iscrizioni a circoli, cavalli, abbonamenti pay-tv, alberghi, centri benessere, ecc.); altre spese significative (oggetti d’arte e antiquariato, gioielli, donazioni, ecc.);investimenti immobiliari e mobiliari netti (valutazione separata fra biennio precedente e anno di stima).
Per definire qual è il livello di spesa “accettabile”, il redditometro utilizza una metodologia statistica, basata su 11 famiglie-tipo (coppie o single differenziati in base all’età, alla presenza o meno di figli, al numero di figli, ecc.) e sulla localizzazione geografica (nord ovest, nord est, centro, sud e isole). Se le spese effettive sono superiori al reddito, e il rischio di evasione viene giudicato medio o alto, il contribuente dovrà fornire adeguati chiarimenti, in assenza dei quali il fisco procederà col cosiddetto “accertamento sintetico”.