Berlusconi: Lascio sebbene mai sfiduciato ma non mi arrendo

Probabilmente non tornerà più a Palazzo Chigi ma Silvio Berlusconi non sembra intenzionato ad uscire di scena in silenzio. E lo rimarca utilizzando il consueto strumento del video-messaggio con ancora alle spalle lo sfondo della sala stampa di Palazzo Chigi nonostante proprio in quel momento Napolitano affidava l’incarico a Monti.
Con il volto teso il cavaliere ha parlato per otto minuti alternando l’amarezza per l’abbandono alla commozione che ricalcava i toni della celebre “discesa in campo” del 1994.
“Come avevo annunciato, ho rassegnato le dimissioni da presidente del Consiglio. L’ho fatto per senso di responsabilità, per senso dello Stato, per evitare all’Italia un nuovo attacco dalla speculazione finanziaria, senza essere mai sfiduciato dal Parlamento, dove possiamo contare tuttora sulla maggioranza assoluta. E’ stato triste – continua il Cavaliere – vedere che un gesto responsabile e, se permettete, generoso come le dimissioni, sia stato accolto con fischi ed insulti. Ma per le centinaia di manifestanti che erano in piazza, milioni di italiani sanno che abbiamo fatto in coscienza tutto il possibile per preservare le nostre famiglie e le nostre imprese dalla crisi globale che ha colpito tutti i Paesi avanzati. Ringrazio comunque gli italiani, grazie per l’affetto, per la forza che ci avete trasmesso e che ci hanno permesso di raggiungere molti degli obiettivi che ci eravamo prefissi fin dal 1994, dal giorno in cui annunciai la mia discesa in campo”.
E “a quanti hanno esultato per quella che definiscono la mia uscita di scena, voglio dire con grande chiarezza che da domani raddoppierò il mio impegno in Parlamento e nelle Istituzioni per rinnovare l’Italia”. “Non mi attendo riconoscimenti – aggiunge – ma non mi arrenderò finché saremo riusciti a modernizzare l’Italia.
Il giorno “in cui annunciai la mia discesa in campo – dice Berlusconi – ha cambiato la storia dell’Italia. Al credo politico che pronunciai allora non sono mai, mai venuto meno. Fu e rimane una dichiarazione d’amore per l’Italia”. “Non cambio una virgola di quelle parole – prosegue – quell’amore e quella passione sono immutati”.
“I governi che prima duravano in media meno di un anno appartengono ormai al passato. Gli italiani conoscono adesso la stabilità e l’alternanza” ha scandito Berlusconi, sottolineando poi: “E’ chiaro a tutti che oggi non esiste un’alternativa politica rispetto al nostro governo che ha servito l’Italia col supporto della maggioranza espressa dal voto degli italiani. Al tempo stesso, nella libertà e responsabilità delle nostre decisioni e secondo il principio di delega parlamentare che è il cuore del processo democratico in Italia, siamo pronti a favorire gli sforzi del Presidente della Repubblica per dare subito al Paese un governo di elevato profilo tecnico, reso forte da un largo consenso parlamentare”.
Prima del messaggio Berlusconi aveva scritto al segretario nazionale de la Destra per rivendicare con orgoglio “quanto siamo riusciti a fare in questi tre anni e mezzo segnati da una crisi internazionale senza precedenti nella storia”. ”Alla fine in Parlamento ha prevalso la logica dei piccoli ricatti e del trasformismo che è il vizio più antico della politica italiana”, puntando evidentemente il dito contro ”fronda” della componente finiana che ha rappresentato il ”peccato originale” che ha minato ”il percorso di una legislatura che avrebbe dovuto essere costituente e che si è invece incagliata nelle secche di una politica che non ci appartiene”.