Medveded: Basta con le interferenze esterne

“La Russia ha bisogno di democrazia, non di caos”, ha detto il presidente russo, Dmitry Medvedev, nel suo discorso sullo stato dell’unione, a pochi giorni dalla manifestazione convocata a Mosca il 24 per contestare i brogli alle elezioni legislative dello scorso quattro dicembre.
“Non consentiremo a istigatori e estremisti di provocare l’intera società russa con i loro piani senza scrupolo né tollereremo interferenze esterne nei nostri affari interni”, ha aggiunto Medvedev, parlando di fronte al Consiglio della federazione riunito nella Salone di San Giorgio al Gran Palazzo del Cremlino. ”I tentativi di manipolare i cittadini russi, di fomentare disordini nella società sono inaccettabili”, ha quindi denunciato Medvedev, adottando gli stessi toni già impiegati da Vladimir Putin nel discorso di oltre quattro ore che il premier aveva tenuto subito dopo le prime contestazioni ai risultati delle elezioni.
”La società sta cambiando e i cittadini esprimono le loro opinioni in modo più attivo, formulando richieste legittime alle autorità. Questo è un buon segno. E’ il segno che la nostra democrazia sta crescendo e che sta diventando più matura”, ha dichiarato ancora Medevev aggiungendo: ”E’ una tendenza positiva che avrà ricadute positive sul Paese, mano a mano che crescerà la competizione politica che ci porterà a migliorare la qualità del nostro lavoro e a rispondere ai problemi di milioni di famiglie russe in modo più veloce”.
E ha poi preannunciato diverse misure da introdurre nel prossimo futuro per ”offrire ai cittadini più responsabilità per influenzare le politiche dello stato e l’adozione di decisioni riguardanti i loro diritti e i loro interessi”. Una “riforma complessiva del sistema politico” russo a partire dal sistema elettorale, per fare fronte alle proteste contro i brogli. Primo passo, quindi la riforma del sistema elettorale, che Vladimir Putin cambiò a più riprese rispetto alle norme introdotte da Boris Eltsin nel 1993, per accentrare l’autorità, l’elemento cruciale del suo governo sul paese: ”E’ necessario passare a un sistema per l’elezione diretta dei governatori regionali” che siedono al Consiglio della Federazione, la camera alta del Parlamento russo. ”A tutti i cittadini attivi deve essere offerta l’opportunità di essere coinvolti nelle questioni politiche”, ha aggiunto. ”Dobbiamo avere fiducia nel futuro e nella giustizia”, ha quindi detto Medvedev il giorno dopo la seduta inaugurale della Duma eletta lo scorso quattro dicembre.

Il presidente russo, che il prossimo marzo ha deciso di non ricandidarsi alle elezioni presidenziali per lasciare campo libero a Putin, ha quindi anticipato la presentazione alla nuova Duma di una serie di leggi sulla decentralizzazione dell’autorità e sui poteri finanziari. ”E’ necessario ampliare la rappresentatività dei partiti nelle commissioni elettorali centrali e regionali”, ha precisato. ”Il numero delle firme necessarie per garantire a un candidato di potersi presentare alle elezioni presidenziali deve essere tagliato a 300mila (ora è di due milioni, ndr)”, ha proseguito, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Interfax. ”Le elezioni presidenziali del prossimo anno dovranno essere oneste, trasparenti, rispondere ai criteri della legalità e della giustizia”, ha affermato precisando anche che sarà più facile registrare un partito politico (necessarie le firme solo di 500 persone provenienti da almeno la metà dei soggetti della Federazione, rispetto alle attuali 40mila).

Per quanto riguarda le misure per arginare i ‘poteri forti’ attivi nei settori finanziari ed economici, Medvedev ha parlato di ”introdurre limiti agli accordi fra le società dello Stato o controllate dallo Stato e le compagnie guidate da stretti familiari di funzionari dello stato”. ”La lista di coloro che sono tenuti a rendere noti i loro introiti sarà ampliata”, ha quindi detto.

Tra le riforme anticipate da Medvedev, senza alcun calendario, c’è anche l’istituzione di un canale televisivo pubblico, ma completamente libero dall’influenza degli organi dello Stato. ”Nessuno dei proprietari di questa nuova emittente avranno influenza determinante sui processi decisionali di qualsiasi tipo, né a livello dello stato né di privati”, ha detto.