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Fisco, sindaci in trincea contro i blitz: si preoccupano piu’ dello show mediatico che dell’evasione

Fisco, controlli, Cortina e Portofino: si continua a discutere dopo i blitz scattati negli ultimi giorni di vacanza nei luoghi più esclusivi di villeggiatura. E mentre le altre località turistiche frequentate dal jet-set si sentono già nel mirino, non si placa la polemica politica tanto che c’è chi, come l’esponente Pd (ed ex tesoriere Ds) Ugo Sposetti e il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, in un botta e risposta di fuoco ritirano in ballo addirittura i fratelli Salvo, da una parte, e Primo Greganti, dall’altra.
A Ischia “non c’è bisogno di alcun blitz, siamo già supercontrollati. Da noi le forze dell’ordine lavorano a pieno ritmo tutto l’anno”, dice dal canto suo il sindaco di Forio d’Ischia, Franco Regine. “I controlli funzionano alla grande, i nostri commercianti e ristoratori sanno di essere sotto lo stretto controllo delle forze dell’ordine. Certo, c’è sempre chi cerca di fare il furbo ma non abbiamo bisogno di blitz come quello di Cortina d’Ampezzo”. ”Bisogna pagare tutti, e chi ha di più deve pagare di più. Se si chiedono sacrifici ai lavoratori, tanto più bisogna chiederli a chi ha riserve che dovrebbero contrastare la crisi”. “Difendere sacche parassitarie – conclude il sindaco di Forio – mi sembra una cosa fuori dai tempi”.
Stessa linea a Forte dei Marmi. “La vicenda di Cortina fa notizia perché ne ha parlato la stampa. Per quel che riguarda la nostra zona, Guardia di finanza e Agenzia delle entrate eseguono controlli in maniera pianificata sia sulle auto in uscita al casello autostradale sia sul lungomare: controlli ne sono stati fatti tanti, e da tempo”. Lo afferma il sindaco di Forte dei Marmi (Lucca), Umberto Buratti, primo cittadino di una delle localita’ turistiche piu’ esclusive d’Italia, meta soprattutto l’estate di tanti vip e milionari.
Un chiarimento sul blitz di Cortina arriva intanto da Antonella Gorret, portavoce dell’Agenzia delle Entrate, nel corso de ‘L’arena di Giletti’ su Rai 1: “Abbiamo controllato 35 esercizi commerciali su mille. Prima delle ispezioni abbiamo fatto un’analisi del rischio, e siamo andati in questo modo ai controlli. Ci muoviamo sull’analisi di rischio, sugli esercizi commerciali che sono sempre in perdita ma restano aperti, è un’incongruenza”.
Intanto in un colloquio con ‘Repubblica’ il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera ringrazia il governo Monti: “C’è stata tanta, troppa leggerezza in questi giorni, nel commentare questi episodi. Per questo ora ringrazio il presidente del Consiglio, per la posizione molto forte che ha preso a Reggio Emilia. Noi facciamo solo il nostro dovere, nei confronti di contribuenti che spesso non lo fanno”.
Parole che non piacciono alla portavoce vicario del Pdl Anna Maria Bernini: “E’ uno strano gioco quello posto in essere dal governo sulla lotta all’evasione: gli strumenti seri e vigorosi per combatterla fanno parte della cassetta degli attrezzi del governo Berlusconi. Ma su questo è stata orchestrata una poco limpida campagna mediatica per dimostrare che l’era della legalità inizia soltanto ora. Una campagna fatta di azioni spettacolari e di proclami alla Torquemada, come quelli affidati dal dottor Befera ad ogni canale mediatico disponibile, e in ultimo alle colonne di Repubblica”.
Per le ultime azioni messe in campo per la lotta all’evasione, giubila l’esponente Pd Sposetti: “Finalmente – dice all’Adnkronos – c’è un premier che dice realmente come stanno le cose. Si è chiusa un’era, si è voltata pagina”. Il concetto è semplice, premette: “le imposte e le tasse si pagano, è il primo elemento fondamentale di una società. Sono un cittadino perché ho un rapporto diretto con lo Stato, Monti lo ha spiegato bene…”. Sposetti, quindi si rivolge al presidente dei deputati Pdl, Cicchitto, che ha contestato l’azione dell’agenzia delle Entrate a Cortina: “Mi chiedo se vuole il ritorno dei Salvo”, conclude, riferendosi a Nino e Ignazio Salvo, i famigerati esattori di Palermo e alla loro Satris, Società per azioni tributaria siciliana.
Ignazio e Nino venivano chiamati indistintamente ‘gli Esattori’ ma più spesso ‘i Viceré’. I due, accusati di associazione mafiosa, gestivano in regime di monopolio le esattorie siciliane. A stretto giro di comunicato arriva la replica, piccata. Sposetti, precisa Cicchitto, “si rivolge poi a un interlocutore del tutto sbagliato quando mi chiede se voglio che ritornino in campo i Salvo come esattori. Allora, visto che mi ha rivolto questa domanda retorica, gliene faccio un’altra a mia volta: forse egli vuole che ritornino in campo per procurare soldi ai partiti Greganti e quelle cooperative rosse che – come ricorda nel suo libro Ivan Cicconi ‘La storia del futuro di tangentopoli’ – lavoravano d’intesa con i “quattro cavalieri di Catania”, grandi costruttori edili e specialisti di opere pubbliche compreso l’aeroporto di Bologna?”. Greganti, il compagno G per la fermezza con cui si dichiaro’ innocente senza confessare nulla, fu uno dei protagonisti dell’indagine ‘mani pulite’ e fu condannato per finanziamento illecito al Pci.
Tornando alle tasse, critico Cicchitto lo resta anche con l’intervento contro evasori e corruzione del premier Mario Monti. ”In che misura – chiede Chicchitto – le banche oggi danno un contributo positivo alla crescita nei confronti delle imprese e dei privati?”. Per l’esponente pidiellino anche ”alcune banche ” hanno messo le mani nelle tasche degli italiani. Il ”premier senatore Monti, ieri ha parlato di colli i bottiglia, di corruzione e – pur dichiarando che l’espressione non gli piace – di evasori fiscali, che hanno messo le mani nelle tasche degli italiani onesti”, rileva Cicchitto. ”Ora -spiega – è bene non cambiare mai le carte in tavola: noi siamo del tutto favoreli alla lotta evasione, tant’è che il governo Berlusconi l’ha incisivamente praticata: siamo contrari alla sua spettacolarizzazione, alla strumentalizzazione ideologica e politica, alla criminalizzazione di chi ha un alto reddito o di una intera città; insomma, per usare una espressione che non è nostra, una ‘carnevalata”’.
“Male non fare, paura non avere. Per le persone oneste nulla da temere, per chi non è in regola col fisco comportamenti da cambiare”, dice dal canto suo il deputato Fli Giuseppe Consolo. “Se vogliamo che i cittadini tornino ad appassionarsi di politica e rinnovino fiducia nello Stato – prosegue Consolo – dobbiamo restituire loro la convinzione che lo Stato è giusto e sanziona ogni illegalità”. “Certo -rimarca l’esponente di Fli- la buona riuscita di questa fase di lotta alla piaga dell’evasione fiscale dipende anche dai comportamenti quotidiani di ciascuno di noi: che ogni cittadino si senta protagonista di una nuova società ove i comportamenti corretti e le idee che li muovono siano messi in pratica da ognuno. La furbizia -conclude- non deve pagare mai, l’onestà sempre”.