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Primarie Repubblicane, il mormone Romney sbanca tutto in Florida

Mitt Romney stravince le primarie repubblicane della Florida con il 46,4 per cento dei voti e piu’ di 14 punti di distacco da Newt Gingrich. L’ex speaker della Camera ha ricevuto solo il 31,9 per cento dei voti, Rick Santorum il 13,4 per cento e Ron Paul il sette, come dimostrano i risultati definitivi dello scrutinio.
E dopo la decisa e decisiva vittoria, Romney è gia’ tutto proiettato nel duello con Barack Obama. “Per essere leader bisogna assumersi responsabilita’, non cercare scuse: Mr President, lei era stato eletto per guidare, ma ha scelto di non farlo, ora e’ arrivato il momento che si faccia da parte”. Gingrich comunque non molla e afferma che votare per Romney e’ come votare per Obama.
L’ex governatore del Massachussets, che nel 2008 vide infrangersi proprio nel sunshine state i suoi sogni presidenziali, vede nel successo di questa notte l’occasione per ottenere lo slancio necessario per chiudere la partita delle primarie, contando anche sul fatto di essere favorito in Nevada, dove si vota sabato prossimo. Per questo, dopo gli ultimi giorni di campagna elettorale segnati da attacchi durissimi al limite dell’offensivo tra lui e Gingrich, ha voluto usare toni molto piu’ coincilianti e unitari, replicando a chi afferma che i repubblicani usciranno da queste primarei, “divisi e deboli”.
“Primarie competitive non ci dividono, ci preparano, ci ritroveremo a Tampa tra 7 mesi per la nostra convention e noi saremo un partito unito con un ticket vincente”, ha detto Romney e il riferimento a Tampa non e’ casuale. Nel discorso con cui Gingrich, da Orlando, ha riconosciuto la sconfitta, senza congratularsi con l’avversario, di fronte ad una folla di sostenitori che brandivano cartelli con la scritta “mancano ancora 46 stati”, l’ex Speaker della Camera ha affermato che “il potere del popolo” battera “il potere del denaro” anche a costo di una battaglia lunga sei mesi, vale a dire fino alla convention di agosto.
“Noi ci batteremo in ogni posto e alla fine vinceremo e arriveremo a Tampa come candidati”, ha detto Gingrich che in effetti, nonostante l’exploit finanziario dell’ultimo mese in cui ha raccolto 5 milioni di dollari, deve fare i conti con il rischio di trovarsi con i conti in rosso.
La sua campagna al momento dispone di 2,1 milioni di dollari, ma ha 1,2 milioni di debiti e quindi la possibilita’ di rimanere in corsa di Gingrich sembra destinata a dipendere dalla generosita’ di Sheldon Adelson, il re dei casino’ di Las Vegas che continua a versare milioni ai gruppi indipendenti che sostengono lo Speaker. L’obiettivo di Gingrich, comunque, e’ quello di resistere fino a quando si arrivera’ a marzo a votare negli stati del sud, a cominciare dalla sua Georgia, dove il suo messaggio ultraconservatore e anti-establishment avra’ piu’ presa.
Da Gingrich, quindi, non sono arrivate parole di riconciliazione, anzi ha alzato il tiro contro Romney che si atteggia gia’ a candidato presidenziale, affermando che votare per lui e’ come votare per un secondo mandato di Obama. “Non mi ero accorto di quanto fosse vero fino a quando ieri George Soros, il famoso miliardario di ultra sinistra, ha rilasciato un’intervista in Europa, dicendo che non ‘c’e’ grande differenza tra Romney e Obama, vanno entrambi bene per noi, ma Gingrich no, lui sarebbe una vera vergogna”.