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Sciolsero Lea Garofalo nell’acido perché collaborò con la giustizia, tutti all’ergastolo i sei imputati

Sono stati tutti condannati all’ergastolo i sei imputati, accusati dell’omicidio di Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia sequestrata, torturata e sciolta in 50 chili d’acido nel novembre del 2009 nel milanese. I giudici della Prima Corte d’Assise hanno poi condannato l’ex compagno di Lea, Carlo Cosco, e Vito Cosco a due anni di isolamento diurno, mentre Giuseppe Cosco, Carmine Venturino, Rosario Curcio e Massimo Sabatino a un anno di isolamento diurno.
I danni patiti dalle parti civili, hanno stabilito i giudici, verranno determinati in separata sede. Come provvisionale, però, gli imputati dovranno risarcire la figlia della vittima, Denise Cosco per 200mila euro, 25mila al Comune di Milano.
Alla lettura della sentenza il presidente di Libera, don Ciotti ha elogiato il coraggio della figlia di Lea. ”Dobbiamo inchinarci davanti a una ragazza giovane che ha saputo trovare il coraggio di spezzare i cerchi mafiosi. L’ha fatto per sua madre, per dare giustizia a sua madre”.
Per l’avvocato Roberto D’Ippolito, legale di parte civile della mamma e della sorella della giovane collaboratrice uccisa, “l’atrocità e la tragedia della morte di Lea Garofalo ha trovato giustizia”. “La Corte – conclude il legale- ha dimostrato di aver capito la gravità di questo crimine. Probabilmente per Milano l’omicidio di Lea Garofalo è stato il primo caso di lupara bianca, ma Milano ha dimostrato di essere una grande città di civiltà e di diritto”.