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Frequenze tv, si apre lo scontro. La rabbia del Pdl, Confalonieri annuncia il ricorso di Mediaset

“Contro la sospensione del beauty contest abbiamo fatto ricorso al Tar del Lazio“. E’ quanto ha annunciato il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, nel suo intervento all’assemblea della società ricordando che “il beauty contest gratuito è la formula utilizzata in gran parte degli altri paesi europei, una procedura legale e condivisa dall’Europa”.
Sulla vicenda, ha aggiunto davanti all’assemblea degli azionisti, “c’è stata un po’ di demagogia: far pagare alle ricche televisioni le frequenze, anziché diminuire i redditi dei cittadini con nuove tasse. Come sappiamo tra le due cose non vi è relazione. Siamo proprio sicuri che l’asta produrrà introiti significativi per lo Stato?”. Quanto alla possibilità che Mediaset partecipi all’asta, “ancora non possiamo dirlo, vedremo la disciplina dell’asta che farà Agcom”. Secondo Confalonieri però ”neanche l’asta metterà fine alle polemiche sui regali a meno che a Mediaset non venga ingiustamente impedito di partecipare. Siate sicuri -ha detto il manager rivolgendosi agli azionisti- che andremo comunque avanti per difendere i nostri diritti. Mediaset – ha spiegato – le sue frequenze le ha pagate tutte, anche quella Dvbh, oggi all’onore delle cronache come ennesimo regalo”.
Confalonieri ha poi voluto sottolineare che “Mediaset di per sè non è, e non è neanche lontanamente, un’azienda in crisi”. “In verità crescono sia il numero dei telespettatori, sia il tempo medio passato davanti alla tv”, ha detto difendendo la tv generalista secondo qualcuno destinata a perdere peso a causa della frammentazione degli ascolti “che sicuramente esiste, ma che noi stiamo governando con successo, con la creazione di nuove reti televisive tematiche e con le innovative offerte pay”. ”Questa crisi – ha detto – è qualcosa che perdura, che soffoca le imprese, deprime i consumi, induce negatività. Tutte cose che fanno male alle aziende ma che sono ancora più difficili da gestire – ha osservato – in un’azienda come la nostra che vive in gran partedi consumi e quindi di ricavi pubblicitari”. ”Stiamo facendo sacrifici e continueremo a farli anche per tutto il 2012 – ha aggiunto – ma la nostra ambizione non è quella di conservare l’azienda ma pensiamo piuttosto a svilupparla per i prossimi anni. Alla fine Mediaset sarà molto più leggera e notevolmente più efficiente e tutto questo senza impoverire le nostre offerte”.
Tra gli altri annunci fatti dal presidente, c’è anche quello che gli ascolti del Tg4 nella prima settimana del dopo Emilio Fede hanno fatto registrare una crescita dello share dell’1,5% con 360mila telespettatori in più. “Il cambio al Tg4 è stato premiato dalla crescita di pubblico” ha detto Confalonieri che ha comunque elogiato le doti di giornalista di Emilio Fede. ”E’ stato un giornalista fazioso ma trasparente, non imbrogliava mai il telespettatore e tutti riconoscono quello che ha dato, la sua correttezza e onestatà”. Il suo allontanamento, ha spiegato, ”non è giustificato da malanimo nei suoi confronti ma dettato da una logica di cambiamento. Con Emilio Fede abbiamo rispettato il contratto giornalistico per quanto riguarda il raggiungimento dei limiti di età. C’è stata una trattativa ma non è andata a buon fine – ha spiegato ancora Confalonieri – e abbiamo ora affidato il Tg4 ad altri e sta andando molto bene, con una informazione in linea con gli attuali telespettatori”.
Infine una ‘frecciata’ alla politica che, “anche nel mondo dei tecnici, continua a essere l’agone dove si scontrano gli interessi e le spinte lobbistiche più o meno trasparenti”. “Noi di Mediaset – ha osservato Confalonieri -vogliamo essere un faro anti crisi. Da soli faremo molto, ma la differenza cruciale è cosa faranno il Governo e la politica. Noi siamo pienamente mobilitati per mantenere tutti i nostri primati e per tornare a essere un’azienda leader anche sul piano reddituale. C’è un’Italia che dalla crisi trova nuova caparbia volontà di reagire ed è l’Italia degli imprenditori che esportano sempre di più, è l’Italia dei distretti industriali, ipercompetitivi. E’ l’Italia che reclama infrastrutture per competere nel mondo ed è l’Italia delle eccellenze e delle innovazioni industriali”.
”Come azienda di comunicazione chiediamo alla politica di garantire alla tv un ruolo da protagonista nell’agenda digitale europea, con pari dignità rispetto alle aziende di telecomunicazioni e internet provider”, ha detto sottolineando come tutto ciò debba valere anche per le norme antitrust ”abbondantissime sulla tv con la scusa del pluralismo”.