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Le amiche di Melissa sulla nave della Legalità. Napolitano: la mafia punta allo stragismo

Le amiche di Melissa sulla nave della Legalità. Napolitano: la mafia punta allo stragismo

Sono arrivate al porto di Palermo le due navi della legalita’ ribattezzate ‘Giovanni’ e ‘Paolo’ dedicate ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A poppa delle navi ci sono gigantografie dei due giudici. A bordo oltre 2.500 studenti provenienti da tutta Italia. Le navi partite da Napoli e Civitavecchia sono state accolte nel capoluogo siciliano da migliaia di studenti con colorati pallonici tricolore e striscioni: “Benvenuti a casa nostra”.
“Caro Paolo siamo tornati per non dimenticare”. E’ il lungo striscione sorretto dagli studenti, dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, e tra gli altri anche dal Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, che in testa alla delegazione di studenti imbarcati ieri da Civitavecchia e’ sceso ora al porto di Palermo.
All’aprirsi lento del portellone uno scroscio di applausi, cori e battiti di mani, mentre ad attederli le scuole di Palermo e provincia con tante mani di cartone alzate a salutare, palloncini colorati lanciati verso il cielo e un grandissimo “Bene arrivati”.
Dalle navi al grido ‘Giovanni e Paolo’ gli studenti annunciano: “Siamo arrivati! Questo viaggio di oggi – grida uno studente da un megafono – e’ la dimostrazione che la scuola e’ viva”. Sul molo un grande “grazie di essere qui, ogni anno e’ sempre piu’ bello” e migliaia di bandiere tricolore.
Un tempo inclemente, con una pioggia battente ha accolto gli studenti mentre scendevano dalle navi della legalita’, riducendo cosi’ al minimo i festeggiamenti. Dal palco hanno salutato e ringraziato per la grande partecipazione Maria Falcone, sorella del giudice: “Felice di vedere ogni anno sempre piu’ partecipazione”. Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha ribadito che “la scuola e’ viva” nonostante il tempo inclemente. Gli studenti in corteo si sono poi spostati all’aula bunker dell’Ucciardone per il confronto istituzionale con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano e il premier Mario Monti.

“Voglio dirvi completate con impegno la vostra formazione, il vostro apprendistato civile e scendete al più presto in campo…”. Giorgio Napolitano si commuove e chiude con un appello il suo intervento durante la commemorazione del ventennale della strage di Capaci a Palermo. Nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone, dove si è celebrato il primo maxi-processo a Cosa Nostra, il capo dello Stato si rivolge ai molti ragazzi presenti sollecitandoli a seguire l’insegnamento dei due magistrati assassinati dalla mafia nella difesa della legalità.
Nel ricordare l’impegno profuso da Falcone e Borsellino in nome della giustizia, fino al sacrificio estremo, Napolitano è stato sostenuto dall’applauso della platea in molti passaggi del suo lungo intervento. Il Presidente della Repubblica si è commosso anche ricordando la giovane Melissa, la studentessa rimasta uccisa nell’esplosione della bomba alla scuola ‘Morvillo-Falcone’ di Brindisi. “Una cosa è certa: questi nemici del consorzio civile e di ogni regola di semplice umanità avranno la risposta che si meritano: se hanno osato troncare la vita di Melissa e minacciare quella di altre sedicenni aperte alla speranza e al futuro, se l’hanno poi fatto a Brindisi in quella scuola, per offendere la memoria di una donna coraggiosa, di una martire come Francesca Morvillo Falcone, la pagheranno, saranno assicurato alla giustizia”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica. “Se hanno pensato di sfidare questa stessa commemorazione oggi a Palermo di Giovanni Falcone, delle vittime della strage di Capaci a vent’anni di distanza -ha detto ancora il Capo dello Stato- stanno già avendo la vibrante prova di aver miseramente fallito”.
Napolitano ha poi sottolineato che non è da esludere “che la mafia possa oggi tentare feroci ritorni alla violenza, anche di tipo stragistico e terroristico”. Però “bisogna proseguire con la più grande determinazione e tenacia sulla strada segnata con sacrificio da Falcone e Borsellino. La mafia e le altre espressioni della criminalità organizzata rimangono un problema grave della democrazia e della società” ha spiegato il capo dello Stato.
In precedenza era stato Mario Monti, a ricordare il ventesimo anniversario della strage di Capaci. “Non bisogna mai stancarsi di cercare la verità sulla morte di Giovanni Falcone come su quella di Paolo Borsellino”. “In questi ultimi anni -ha proseguito il premier- sono emersi nuovi particolari che hanno fatto anche rivedere sentenze della magistratura già definite; sono venuti alla luce alcuni pezzi mancanti della ricostruzione di quegli anni che devono essere analizzati fino in fondo, perché solo con la ricerca di tutta la verità noi renderemo pieno onore alla vita di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro”. “Non c’è alcuna ragione di Stato -ha affermato con forza Monti- che possa giustificare ritardi nell’accertamento dei fatti e delle responsabilità. L’unica ragione dello Stato è la verità: verità per le vittime e per i familiari, verità per i cittadini, verità per gli onesti, verità per la speranza dei nostri figli”.
Per Monti proprio da Falcone, sua moglie e la scorta, dal loro sacrificio “bisogna ripartire ogni giorno nellalotta senza quartiere a tutte le mafie. Ognuno di noi è chiamato a questo impegno, a non dobbiamo pensare mai che le mafie siano imbattibili e a non anteporre mai interessi personali a quello della collettività”. “Sappiamo – ha detto ancora Monti – che le mafie oggi sono molto diverse da quelle che Falcone aveva iniziato a contrastare sotto la guida di Chinnici. Hanno ricevuto e ricevono colpi molto forti dalla magistratura e forze di polizia. Ma sono state capace di reinvertarsi. Hanno moltiplicato i luoghi dove insediarsi tanto che oggi dobbiamo dire con forza che è puramente illusorio pensare di sconfiggere Cosa Nostra a Palermo, la ‘ndrangheta solo a Reggio Calabria, la Camorra solo a Napoli”.
Poi ha aggiunto: “Deve esserci un impegno sempre più forte nella selezione dei rappresentanti da eleggere nei vari livelli di governo. Gli apparati dello Stato devono essere lontani da ogni possibile sospetto di prossimita’ ad organizzazioni mafiose”. “Il Parlamento -ha ricordato il premier- ha recentemente varato una prima riorganizzazione della normativa antimafia, ma è un lavoro che non si è completato e che ha lasciato ancora non risolti alcuni punti”.
Al suo arrivo all’aula bunker di Palermo dopo essere andato al giardino della memoria, Monti ha quindi affermato: ”Sto vedendo la manifestazione più bella, più forte e più viva contro la mafia dei giovani, sia prima al giardino della memoria che qui. Questa è veramente l’eredità e la voglia di combattere. Magnifico”.