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Strage di Capaci, ricordando Falcone e Borsellino. Mattarella: “Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia”

Strage di Capaci, ricordando Falcone e Borsellino. Mattarella: “Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato all’aula bunker di Palermo per il 23esimo anniversario della strage di Capaci. Il capo dello Stato è stato accolto dall’applauso degli studenti e dal coro “Presidente, presidente”. Ad attenderlo il presidente della Regione Rosario Crocetta, la sorella del giudice Giovanni Falcone, Maria, e il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.

“Siamo qui, a Palermo, per fare memoria di un evento tragico, che ha segnato la recente storia italiana, registrando una profonda ferita allo Stato” ha detto il Presidente della Repubblica. “Le immagini dell’attentato di Capaci -ha aggiunto- resteranno per sempre impresse nei nostri occhi, come nel primo momento, così come quelle, altrettanto sconvolgenti, di via D’Amelio. I nomi, i volti, gli esempi di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino – dei quali serbo un intenso ricordo personale – sono indissolubilmente legati dal comune impegno e dai valori che, insieme, hanno testimoniato e dalla coraggiosa battaglia, per la legalità e la democrazia, che hanno combattuto, affidando a tutti noi il compito di proseguirla”.

“Noi siamo qui, anzitutto, per dire che la mafia può essere sconfitta. Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l’ umana convivenza. E perché l’azione predatoria delle varie mafie ostacola lo sviluppo, impoverisce i territori, costituisce una zavorra non solo per il Sud ma per tutta l’Italia” ha aggiunto Mattarella. “La memoria di Falcone e di Borsellino -ha affermato- è tutt’uno con questo impegno e con questa speranza. Impegno da affrontare insieme, con spirito di solidarietà e con un rigore, nei comportamenti, da applicare anzitutto a noi stessi”.

“Due giorni addietro il Parlamento ha approvato una legge per contrastare con più efficacia la corruzione. Non spetta al Presidente della Repubblica valutarne il merito. Osservo che, anche da parte di coloro che sollecitano misure ulteriori, si riconosce il passo avanti compiuto” sottolinea il capo dello Stato. Mattarella aveva premesso che senza sviluppo, senza fiducia, il rischio delle mafie sarebbe destinato a crescere” e “per compiere questo salto molto dipende dalle politiche pubbliche, comprese quelle europee – considerato che i fenomeni criminali più gravi superano agevolmente i confini nazionali – ma molto dipende anche dalla società. Dalle forze che risulteranno trainanti. Dai valori che prevarranno. Molto dipenderà dall’affermazione della legalità. In tutti gli ambiti della vita sociale”. E in questo contesto, la legge approvata dal Parlamento è stata un passo in avanti.

Grasso: “La mafia stragista non esiste più” – “Oggi la mafia dei tempi di Falcone, quella stragista, quella terrorista non c’è più. L’abbiamo destrutturata. C’è un fenomeno criminale minore, che cerca di infiltrarsi nell’economia legale ed è quello che dobbiamo combattere ed è più difficile, perché nascosta” ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso arrivando all’aula bunker di Palermo per il 23esimo anniversario della strage di Capaci. “Giovanni Falcone si aspetta, come sarà, che tutte le istituzioni che oggi vengono qui siano pronte a continuare la sua lotta insieme ai magistrati, forze di polizia e giovani” ha aggiunto.

- “L’uomo, il collega, il maestro, l’amico. Giovanni sei stato molte cose per me. Un magistrato abilissimo, un fuoriclasse, avevi una tenacia proverbiale: ad ogni sconfitta rispondevi con coraggio e orgoglio, rialzandoti sempre”. Così su Facebook il presidente del Senato Pietro Grasso ricorda Giovanni Falcone.

“Con il ddl anticorruzione abbiamo raggiunto un importante obiettivo adesso il nostro nuovo obiettivo è il rafforzamento della confisca dei beni patrimoniali della mafia e una maggiore tutela delle vittime e dei parenti delle vittime” ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando nel suo intervento nell’aula bunker di Palermo. Il ministro ha anche sottolineato che in Italia “non mancano le ragioni di scontro” ma sarebbe bene “evitare di fare della lotta alla mafia un terreno di polemica e strumentalizzazione”. “Nessuna legge – ha concluso Orlando – farà mai quanto possono fare tutti quelli che nel Paese fanno parlare di mafia. Ed è per questo che il lavoro della Fondazione Falcone vale quanto una buona legge”.

A Palermo sono arrivati oltre 40.000 studenti da tutta Italia, e un centinaio di ragazzi provenienti da Europa e Stati Uniti. “Palermo chiama Italia” è il titolo della manifestazione organizzata dalla Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’, in collaborazione con la Direzione Generale per lo Studente del ministero dell’Istruzione, in occasione del 23mo anniversario della morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’iniziativa quest’anno si estende a tutto il Paese. Non si svolge solo a Palermo, ma anche in diverse piazze italiane in cui cittadini e studenti testimoniano il loro impegno per la legalità.

Per poter soddisfare la richiesta di partecipazione che ogni anno arriva da centinaia di scuole, il Miur e la Fondazione Falcone, grazie alla collaborazione con la Rai, hanno infatti deciso di collegare il capoluogo siciliano con sei piazze di altrettante città (Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Rosarno, Corleone), unendo tutto il Paese nel ricordo di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, del giudice Francesca Morvillo, moglie di Falcone, e degli uomini delle loro scorte Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano.

Alle piazze reali si uniranno quelle virtuali, attraverso i profili @MiurSocial e @23maggioitalia. Su Twitter è già partita una ‘gara’ di selfie di chi vuole dire no alla mafia aderendo alla manifestazione di domani attraverso l’hashtag #PalermoChiamaItalia.

Giannini, piazze legalità uniscono nord e sud – “Penso che la formula che abbiamo scelto quest’anno delle piazze della legalità sia un modo per collegare l’Italia da nord a sud mettendo in rete oggi 40mila ragazzi, ma è un numero destinato a crescere. Penso che questa scelta sia una risposta molto bella non solo per il recupero della memoria ma anche per diffondere la cultura della legalità” ha commentato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini arrivando all’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.

“In questo ventitreesimo anniversario delle stragi, che hanno segnato una pagina tristemente indelebile nel nostro Paese, è giunto a compimento l’obiettivo che ci eravamo posti da qualche tempo. L’obiettivo di fare “rete”, di portare testimonianza di una cittadinanza attiva e unita contro il sopruso e l’illegalità in tutte le piazze d’Italia – sottolinea Maria Falcone, Presidente della Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’ – Abbiamo cominciato con sei città, ma non ci fermeremo. Sono tali e tante le richieste da parte delle scuole italiane di partecipare ai nostri Protocolli di educazione alla legalità da farci ormai considerare il 23 maggio una giornata nazionale, un manifesto trasversale che unisce l’Italia nella lotta civile e culturale per la legalità. I tempi sono maturi. Palermo chiama Italia”.

Oggi, grazie alla collaborazione con la Rai, gli studenti italiani saranno protagonisti di una staffetta di emozioni e celebrazioni che unirà l’intero Paese. A Palermo, l’evento principale si terrà presso l’Aula Bunker del carcere Ucciardone, quella del maxiprocesso alla mafia. Qui, dalle 9.30 alle 12.30, si terrà la cerimonia istituzionale alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente del Senato Pietro Grasso, del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, del ministro della Giustizia Andrea Orlando, del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, della presidente della Commissione Antimafia Rosi Bindi, del presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini, del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Maria Sabelli, del presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Carlo Smuraglia e della professoressa Maria Falcone.

A Palermo previste iniziative (spettacoli teatrali, letture, seminari, mostre, concerti) in Piazza Politeama e nell’omonimo Teatro, al Teatro Massimo, in Via D’Amelio e sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo. Anche quest’anno si terranno i due cortei aperti a tutta la società civile. Il primo partirà alle 15.30 da Via D’Amelio, il secondo si muoverà alle 16 dall’Aula Bunker. Entrambi raggiungeranno l’Albero Falcone in Via Notarbartolo, presso il quale la Polizia di Stato suonerà il Silenzio alle 17.58, ora in cui deflagrò la bomba a Capaci il 23 maggio 1992. A Palermo saranno presenti anche ragazzi provenienti da 10 paesi Ue e un gruppo di studenti americani.

Oltre al capoluogo, diverse cittadine in provincia di Palermo, tra cui Partinico, Caccamo e Capaci, hanno organizzato iniziative parallele: cortei, dibattiti, spettacoli e attività che vedranno la partecipazione attiva degli studenti e dei cittadini. Contemporaneamente, in sei città d’Italia si terranno incontri e iniziative con le testimonianze di familiari di vittime della mafia e rappresentanti delle associazioni.

A Milano, al Teatro Parenti, ci saranno Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso il 3 settembre 1982, e Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, assassinato il 30 aprile dello stesso anno; a Gattatico (Reggio Emilia), alla Casa Cervi, sarà presente Margherita Asta, familiare delle vittime della strage di Pizzolungo del 2 aprile 1985; a Firenze, allo Stadio Ridolfi, interverrà Betta Caponnetto, vedova del giudice Caponnetto che guidò il Pool Antimafia in cui operarono, tra gli altri, i giudici Falcone e Borsellino; a Napoli, in piazza del Municipio, dove nel 1997 è stato piantato un Albero Falcone, ci saranno Paolo Siani, fratello di Giancarlo Siani, il giornalista assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985, il magistrato Federico Cafiero de Raho e il Coro giovanile del San Carlo; a Rosarno, presso l’Istituto di Istruzione Superiore Piria, parlerà Adriana Musella, familiare di Gennaro Musella, ucciso dalla ‘ndrangheta il 3 maggio 1982; a Corleone, infine, interverrà il presidente dell’Associazione ‘Addio Pizzo’ Daniele Marannano.

Ogni città si collegherà con l’Aula Bunker nel corso della cerimonia istituzionale che sarà trasmessa in diretta su Rai Uno a partire dalle 10.55.