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Brindisi, movente ancora oscuro per i pm il killer nasconde qualcuno. Il papà di Melissa: Giustizia fatta

Giovanni Vantaggiato, l’uomo fermato con le accuse di aver fabbricato, collocato e fatto esplodere l’ordigno davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Mesagne, durante l’interrogatorio di ieri sera, ha detto di aver colpito ”in orario diurno e non in orario notturno perché di notte non c’era nessuno”. Lo ha spiegato il procuratore capo della Dda di Lecce, Cataldo Motta durante una conferenza stampa oggi a Brindisi.
L’uomo, di 68 anni e commerciante di carburanti agricoli di Copertino, in provincia di Lecce, che ha confessato di essere l’autore dell’attentato in cui è morta Melissa Bassi, avrebbe agito per una vendetta privata. Ma resta senza un perché il movente.
”Lui ha detto di avercela con il mondo, bisogna vedere se nel mondo c’è anche quello giudiziario. Del movente non ha parlato” ha spiegato Motta. Vantaggiato ”ha fatto riferimento a problemi economici, ma non si comprende in che misura questi possono essere collegati a un’azione del genere che ha in sé una finalità terroristica, con un obiettivo scelto a caso e con dichiarazioni che non giustificano alcun movente. Un’azione di tale gravità – ha detto ancora Motta – che consapevolmente ha dichiarato di aver organizzato e che nasce improvvisamente, è piuttosto singolare”. Rispetto al fatto di aver colpito le ragazze di Mesagne e la scuola, Motta ha dichiarato che Vantaggiato ”ha reso un interrogatorio che non ha il carattere della completezza”.
Alla domanda se ha agito da solo o con la complicità di qualcuno, visto anche l’uso di due automobili e le indiscrezioni circa una intercettazione con la moglie ritenuta importante dagli inquirenti, Motta ha risposto, trincerandosi dietro la frase: ”E’ una valutazione che faremo”. Intanto è stato contestato il concorso in strage aggravata da finalità terroristiche quasi per cautela, proprio per premunirsi.
Poi il procuratore ha spiegato che Vantaggiato ”ha cominciato a confessare prima della notifica dello stato di fermo”. Durante la conferenza stampa, gli inquirenti hanno riferito che l’uomo ”messo di fronte a una serie di elementi che si contestavano ha ritenuto doveroso o opportuno fare delle ammissioni”.
Motta ha anche detto che Vantaggiato in maniera lucida ”ha descritto come ha costruito l’ordigno” ma non ha voluto riferire nulla ai giornalisti su questo. ”L’uomo ha competenze elettrotecniche più che elettroniche”, ha precisato.
Il movente, tuttavia, dovrà essere approfondito, come ha chiarito il procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. ”Sul movente del gesto questo signore non ha voluto dire alcunché perché ha dato una indicazione generica e priva di credibilità. A mio avviso il contenuto di quell’interrogatorio non è soddisfacente” ha spiegato Motta aggiungendo che per ora non è chiaro se volesse colpire la scuola.
L’indagine ha ora il vantaggio “di avere un punto di partenza”. Circa il modo in cui gli investigatori sono giunti all’uomo sospettato di aver costruito, collocato e fatto esplodere l’ordigno, il procuratore ha risposto che sono state determinanti ”le due autovetture entrambe di proprietà di Vantaggiato”. Inoltre, tra gli indizi, a parte le due autovetture e il video ripreso dalle telecamere di un chioschetto di fronte alla scuola c’è anche poi l’analisi delle celle telefoniche della zona alle quali si sarebbe agganciato il suo cellulare in orari prossimi all’esplosione.
Sull’uomo Motta ha detto che “mentalmente sta bene” e nei suoi confronti pare ci sia “una condanna per truffa risalente nel tempo” ma “non è persona caratterizzata da aspetti delinquenziali nel senso di vicinanza alla criminalità organizzata”.
A Vantaggiato viene contestato il concorso in reato di strage aggravato dalla finalità di terrorismo ”perché l’effetto terroristico è stato oggettivamente realizzato e per l’indeterminatezza dell’obiettivo”, come ha spiegato il procuratore capo.
Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha sottolineato: ”So che l’individuazione del presunto colpevole non potrà attenuare il dolore delle famiglie e della comunità brindisina; ma per noi, assicurarlo alla giustizia, era un impegno morale prima ancora che un dovere giudiziario”.
Proseguono, intanto, le indagini. Oggi è stata perquisita l’imbarcazione di Giovanni Vantaggiato ormeggiata a Porto Cesareo. Sempre in giornata gli investigatori hanno eseguito un’altra perquisizione in un deposito di Copertino dove sono stati repertati alcuni oggetti ritenuti utili alle indagini. Le perquisizioni sono state effettuate alle presenza dell’avvocato Franco Orlando, legale di Vantaggiato che domani incontrerà il suo assistito.
Lunedì l’udienza di convalida del fermo. ”Entro sabato presenteremo richiesta di convalida del fermo, entro 48 ore, a questo punto lunedì, si dovrà svolgere l’udienza di convalida del gip all’interno della quale si svolgerà l’interrogatorio di garanzia”, ha spiegato il sostituto procuratore del Tribunale di Brindisi Milto De Nozza, applicato alla Dda di Lecce.
”Non trovo le parole per definire questa persona. Questa persona non è un padre, ha spezzato la mia e la sua famiglia e la vita di tutti gli altri ragazzi coinvolti in questa brutta esperienza. Per me quella persona non esiste”. Così Massimo Bassi, il papà di Melissa, la studentessa 16enne uccisa il 19 maggio scorso in un attentato a Brindisi, ha risposto a una domanda dei giornalisti nell’aula consiliare del Comune di Mesagne.
”Mai avrei potuto immaginare. Mai”, ha sottolineato, precisando di non aver ”mai pensato che dietro ci fosse criminalità organizzata”.
“E’ stata mia moglie a darmi la forza di andare avanti perché la amo, insieme al pensiero di Melissa, perché lei ci voleva sempre vedere insieme”, ha detto. “Melissa – ha detto ancora – era una ragazza solare, educata e piena di vita”.
”Non vedo l’ora di andare a trovare le altre ragazze ferite – ha aggiunto – per altro Maurizio, il padre di Veronica, (la ragazza è ricoverata a Pisa in gravi condizioni, ndr) è un mio amico”.
Riferendosi all’uomo che ha confessato di essere l’autore dell’attentato Massimo Bassi ha detto che secondo lui “non è un padre, per me è una persona che non esiste. Non c’è definizione per questa persona. Io immagino che in questi 20 giorni quando è stato con la sua famiglia e insieme alle figlie anche loro abbiano parlato della necessità di prendere l’assassino”. Comunque, “giustizia è stata fatta”.
Il padre di Melissa ha ringraziato le forze dell’ordine e la magistratura, oltre che i sanitari dell’ospedale di Mesagne che hanno avuto in cura la moglie rimasta ricoverata per alcuni giorni a causa dello choc. Nonostante questo, la donna, dimessa da pochi giorni, ha voluto essere presente all’incontro con i giornalisti pur non prendendo mai la parola.
L’avvocato della famiglia Bassi, Fernando Orsini, per descrivere la vicenda dell’attentato ha richiamato la scrittrice tedesca Hannah Arendt e “la banalità del male, di un atto mostruoso perpetrato da una persona che sembra terribilmente normale”.
Carlo Vantaggiato, figlio di Antonio, uno dei fratelli di Giovanni, ha commentato così la notizia del fermo di suo zio, Giovanni, all’ADNKRONOS: “Per noi mio zio è un estraneo, io non l’ho mai conosciuto. Per mio padre quasi non era un fratello, perché non si parlavano da 35 anni. A nome della mia famiglia posso dire che siamo dispiaciuti e addolorati per le famiglie coinvolte in questa vicenda, soprattutto per Melissa”.
Carlo gestisce con il padre un deposito di carburante a Monteroni di Lecce. Ammette di essere sotto choc, lui, come il resto della famiglia. ”Ovvio, è normale”, ha risposto a chi glielo chiedeva. D’altra parte, ha spiegato, “è un dolore indescrivibile, quello che ha provocato ai genitori e ai parenti di Melissa, così come alle altre famiglie coinvolte”.
Increduli e sotto choc anche i vicini di casa di Giovanni Vantaggiato: “Non avrei mai immaginato questo risvolto, siamo tutti increduli per questa verità che è emersa ieri – ha detto all’Adnkronos Tommaso Leo, vicino di casa di Vantaggiato e assessore comunale alle Attività produttive di Copertino – Non riusciamo a trovare nessuna logica plausibile di quanto accaduto. Ovviamente l’intera comunità prende le distanze da questo gesto folle”.
“Nonostante fossimo vicini di casa, contrariamente alle consuetudini del Sud sui rapporti confidenziali tra vicini, Vantaggiato è sempre sembrato freddo e lapidario, lui e la sua famiglia apparivano abbastanza distanti – ha proseguito Tommaso Leo – ma si sono sempre dimostrati tranquilli. Una famiglia dedita al lavoro. Siamo tutti visibilmente scioccati”.