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Caso esodati, Fornero bacchetta l’Inps: Se fosse un ente privato vertici da cacciare. Mastropasqua: Non mi dimetto

E’ “grave” l’episodio riguardante l’uscita dei numeri sull’entità degli esodati, se l’Inps facesse parte di “un settore privato, questo sarebbe un motivo per riconsiderare i vertici”. Così il ministro del Lavoro Elsa Fornero a margine dell’assemblea di Confartigianato.
Tuttavia, spiega il ministro, “siamo in un settore pubblico, ci sono le leggi, c’è il Parlamento e tutte queste procedure vanno rispettate”. Il ministro non nasconde la propria contrarietà a chi gli chiede del ‘pasticcio’ dei dati riguardanti i lavoratori esodati. “Sono usciti -afferma- dei documenti che contengono numeri parziali e non spiegati e questo non è mai una bella cosa. Il ministro non ha mai voluto dire che i numeri non debbano essere dati: io dico soltanto che quelli sono parziali e non interpretati. E allora -prosegue Fornero- dare dei numeri così, su questioni che interessano molti italiani è molto improprio e deresponsabilizzante. Quindi questo è un episodio grave”.
La dimensione “esatta del problema degli esodati non è contenuta nella cifra dei 65mila”, afferma poi Fornero. Nel ribadire “interamente – spiega – il comunicato che il ministro dell’Economia e del Lavoro hanno fatto in occasione del decreto sui 65mila, per cui erano appostati i fondi”, il ministro ribadisce anche “l’intenzione seria del governo rispetto a un problema che – sottolinea – c’è, ma la cui dimensione esatta non è contenuta in quei numeri perché, per esempio, più di 60mila di quelle persone sono già in pensione o ci stanno andando quest’anno”. Quindi “i numeri vanno dati quando interamente conosciuti e non mi risulta” che sia questa la situazione dell’Inps “a cui io chiedo da mesi di darmi dei numeri corretti e non parziali”. Infatti a giudizio di Fornero i dati si danno “quando sono corretti e corredati da analisi che si possono spiegare al pubblico. Adesso non siamo in questa situazione”, conclude dicendosi comunque “sempre disponibile ad andare in Parlamento. Non mi sono mai sottratta”. “Stamattina avevo delle cose da dire, le ho dette, non voglio ripeterle. Ora vediamo. Non è che le cose precipitino”, aggiunge.
“Non voglio commentare le parole del ministro”, dice all’Adnkronos il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua che non ha “nessuna intenzione di rimettere il mandato”, fanno sapere fonti vicine.
“Sono molto preoccupato perché non si può liquidare un documento ufficiale dell’Inps, come fosse un puro errore tecnico. Noi crediamo che la questione vada approfondita urgentemente. E se per approfondirla sarà necessario attendere qualche giorno, perché il vincolo per risolverla può essere la riforma del mercato del lavoro, è bene attendere qualche giorno”, commenta il segretario del Pdl Angelino Alfano che su Twitter sottolinea: “Quando si parla di esodati dobbiamo renderci conto che dietro il dramma ci sono padri e madri di famiglia”.
“Il ministro Fornero deve avere molta cautela perché se c’è un ripensamento da fare è sul numero degli esodati previsto dal governo e sulle risposte che deve dare e non ha ancora dato”, dice Beppe Fioroni del Pd. “I dati, se veri, aiutano e stimolano una necessaria soluzione e Fornero, invece di cimentarsi nell’indignazione per la verità, si cimenti a trovare soluzioni e non utilizzi il tema degli esodati per cercare di creare sconvolgimento anche all’Inps, ipotizzando soluzioni che lo rendono distante dal mondo del lavoro e dai diritti dei lavoratori”. “Il tempo è scaduto. Adesso vogliamo chiarezza sugli esodati”, scrive sul suo profilo Facebook il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
I numeri dell’Inps “costituiscono, seppur tardivamente, un primo dato di trasparenza”, commenta il segretario confederale Cgil, Vera Lamonica, aggiungendo però come “il ritardo con cui è stato reso noto il dato dimostra la necessità di una governance efficace e trasparente dell’ente, che parta dal confronto con le parti sociali”. “E’ poi estremamente grave che la ministra del Welfare, che non poteva non conoscere i numeri contenuti nella relazione, seppur più volte sollecitata, non ha mai voluto renderli noti”. ”A questo punto – conclude Lamonica – la ministra, anziché scaricare le responsabilità sui vertici dell’Inps, dovrebbe insieme al governo riconvocare immediatamente le organizzazioni sindacali per trovare una risposta e una soluzione previdenziale conclusiva per tutte le lavoratrici ed i lavoratori interessati”.