Polverini verso le dimissioni ma Berlusconi frena: Non mollare, ora sarebbe un disastro

Polverini verso le dimissioni ma Berlusconi frena: Non mollare, ora sarebbe un disastro

Il caso Fiorito fa scoppiare il Pdl nel Lazio. In una giornata confusa in cui sono circolate voci di dimissioni di Renata Polverini, la governatrice una cosa certa la dice: “Sono stanca, molto stanca. O la smettono o la storia la faccio finire”. Un invito più che perentorio al Consiglio regionale e al gruppo Pdl, ormai litigioso e dilaniato da faide interne.
Polverini si sarebbe informata sui tempi per andare al voto in caso di dimissioni in un incontro oggi con il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. Secondo fonti parlamentari pidielline, Silvio Berlusconi si sarebbe messo al lavoro per far tornare sui suoi passi la presidente del Lazio.
Non possiamo permetterci di regalare la regione alla sinistra, sarebbe stato il ragionamento dell’ex premier. Prendiamo tempo e lasciamo sbollire la vicenda, sarebbe la parola d’ordine a Palazzo Grazioli. Il Cavaliere, infatti, è preoccupato per l’effetto domino, dopo che gia’ in Lombardia il Pdl e’ stato investito dalla bufera Formigoni. E a Roma, in primavera, c’e’ la corsa per il Campidoglio, con in gioco il bis di Gianni Alemanno. Berlusconi non avrebbe nascosto la preoccupazione per le ripercussioni anche in vista delle elezioni nazionali: non possiamo presentarci alle urne con un partito sotto tiro, avrebbe detto ai suoi.
E’ forte in queste ore il pressing dei vertici pidiellini regionali. Qualcuno mette in guardia: se Polverini lascia ci fa una bella figura, ma così cade tutto il palazzo. Insomma, non si può fare ‘muoia Sansone con tutti i filistei’. Polverini, raccontano, è amareggiata e delusa da quanto accaduto.
La governatrice si vede come un volto ”nuovo e pulito della politica, perche’ – ragionano in via dell’Umiltà – dovrebbe giocarsi in questa vicenda il suo futuro?”. Un futuro che molti prevedono anche a livello nazionale. Polverini insiste per trattare di persona la vicenda con Berlusconi.
Girava la voce di un faccia a faccia già questa sera, ma non trova conferme. C’e’ chi prevede ”un’altra notte di riflessione” prima di incontrarsi. Angelino Alfano sta seguendo da vicino gli ultimi sviluppi della vicenda, mantenendo i contatti con i vertici laziali del partito. Smentita invece con una nota ufficiale di via dell’Umiltà l’ipotesi di commissariamento del Pdl Lazio.
Sul caso dei fondi Pdl regionali e la vicenda Fiorito, questa mattina in collegamento telefonico con ‘Mattino Cinque’, la presidente della Regione Lazio ha detto: “Mi auguro che i consiglieri la smettano con questo atteggiamento che sta diventando ridicolo per tutti; ho molto alto il senso del ridicolo, e credo di averlo gia’ oltrepassato. O questa storia finisce oggi o finisce comunque, perche’ la faccio finire io. Sono stanca, molto stanca”.
“La cosa che non mi pare che sia stata compresa dal consiglio regionale, e’ che bisogna fare, e invece si sta proseguendo in una lotta intestina – sottolinea – mi pare che vogliano cercare di far capire all’opinione pubblica che il presidente della Regione vale un consigliere regionale”.
”Ho posto come condizione al consiglio regionale di rientrare nei parametri economici delle altre regioni – prosegue – Cio’ che dipendeva da me e dall’azione della mia giunta e’ stato messo in campo gia’ ieri: ho bloccato completamente tutti i fondi dei quali, purtroppo, stiamo discutendo in questi giorni e, ad oggi, il consiglio regionale non ha piu’ trasferimenti di fondi da parte della giunta. Ho bloccato anche i trasferimenti di cio’ che serve per il funzionamento, in attesa che ci sia una regolamentazione precisa e chiara”.
“Ho dato mandato perché, sulla base di una legge nazionale, si riducano i consiglieri e gli assessori, e si istituisca un collegio dei revisori dei conti, che verranno scelti sulla base di un elenco dei revisori accreditati presso la Corte dei Conti”, prosegue.
“Il Consiglio regionale, ieri, ha dato il via ad alcuni altri atti, come quello dell’azzeramento delle auto blu; si sta procedendo, inoltre, con il dimezzamento delle commissioni e con l’azzeramento dei monogruppi – continua – Ho bloccato e tolto dal bilancio le spese che erano indirizzate alla costruzione di una nuova palazzina per 6 milioni di euro, e ho deciso che queste risorse andranno per l’edilizia sanitaria, visto che abbiamo un sistema sanitario in difficolta’, e, le altre risorse, per il sociale e per il lavoro”.
In una intervista al ‘Messaggero’ oggi Polverini ha usato parole dure. ”Vanno cacciati i mercanti dal tempio del Pdl. Certamente Fiorito e’ una persona da mandare fuori. E quanto agli altri, che non sono indagati, il Pdl deve valutare se questo e’ il momento giusto per liberare il partito da qualsiasi tensione e lotta intestina. E’ un problema nelle mani della dirigenza nazionale e io non voglio interferire – ha aggiunto rispondendo alla domanda se ritiene che si debbano tutti dimettere – Ma un partito che si trova precipitato in una tempesta giudiziaria e comunicativa deve dare un segnale chiaro”.
Sulla vicenda intanto interviene Francesco Storace che scrive nel suo blog: “Alla Pisana fatti concreti, e non più solo parole. A tutti quegli scettici che stanno dando seguito a illazioni e dubbi sull’effettiva volontà da parte della Regione Lazio di offrire un contributo serio ai tagli dei costi della politica, e alle intenzioni espresse dalla presidente Polverini, è doveroso sottoporre le misure già adottate nella sola giornata di ieri dopo il Consiglio straordinario di lunedì scorso”.
Critiche arrivano da Flavia Perina (Fli), coordinatrice romana di Futuro e libertà. “I romani pensavano di aver visto tutto con l’abbuffata di pajata e polenta a piazza Montecitorio. Le foto del festino in costume da antichi romani raccontano pagliacciate addirittura peggiori: una brutta copia del Satyricon felliniano messa in scena da gente che e’ stata eletta per governare”. ”Sono piu’ o meno gli stessi -aggiunge Perina- che in ogni occasione fanno prediche morali sui valori, sulla famiglia e sull’etica, ridicoli censori dei ‘vizi’ altrui in pubblico e maldestri imitatori di Trimalcione e Messalina in privato. Un partito serio li manderebbe tutti a casa: forse non hanno commesso reati specifici ma con quelle foto -conclude Perina- hanno infangato le istituzioni piu’ dei ladri”.