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Lazio, Emma Bonino: nel 2010 il Pd salvò la grande spartizione di fondi e questo spiega perché non fui eletta

”Alla luce della ‘grande spartizione inevitabile’ si capisce qualcosa di piu’ sulla sorte della mia candidatura alla Regione Lazio”. Lo dice, in una intervista a ‘La Repubblica’, Emma Bonino, che sottolinea come quella campagna elettorale per le regionali nel Lazio fu “opaca. La mia fu un’autocandidatura. Il Pd non aveva candidato nessuno”, e Renata Polverini”era in quel momento candidata di Fini, e una parte della sinistra corteggiava Fini perche’ si decidesse a mollare Berlusconi”.
“Non dubito – afferma tra l’altro l’esponente radicale – che con quei soldi il Pd non abbia fatto festini, magari avra’ fatto concerti di musica classica. Ma non e’ una questione di eleganza: il nodo e’ che i soldi quando arrivano al gruppo vengono utilizzati come fossero di proprieta’ privata. Dire ‘non potevamo darli indietro’ e’ penoso. Potevano. Anzi: dovevano”. Ora ”si deve fare pressione perche’ facciano subito tre leggi”: anagrafe pubblica di eletti e nominati, l’eliminazione dei vitalizi e l’abolizione dei fondi a pioggia per i gruppi.
”Avevo concentrato la campagna sulla trasparenza. Chiedevo anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati nelle aziende che fanno capo alla Regione. Molti compagni anche del Pd mi dicevano vacci piano con la trasparenza. Dal meccanismo di spartizione unanime ora si capisce meglio che spaventavo tutti: i beneficiati e i beneficiandi. A tutte le latitudini politiche”, conclude Bonino.