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Marchionne rassicura il Premier: Restiamo in Italia. Bersani: L’occupazione è ancora il problema

Marchionne rassicura il Premier: Restiamo in Italia. Bersani: L’occupazione è ancora il problema

Riunione fiume a Palazzo Chigi fra i vertici di Fiat e il governo. Il confronto, iniziato dal pomeriggio, vede sul tavolo da una parte le prospettive industriali del Lingotto in Italia e, dall’altra, gli strumenti che il governo puo’ mettere in campo per assicurare gli ammortizzatori sociali e sostenere il settore auto.
In particolare, uno dei nodi principali sono gli ammortizzatori sociali per assicurare continuita’ di impiego, anche per tutto il 2014. Il confronto si e’ soffermato sull’analisi, stabilimento per stabilimento, della necessaria cassa integrazione in deroga a fronte delle indicazioni del nuovo piano di Fiat. La riunione ‘collegiale’ e’ stata interrotta per alcuni approfondimenti, governo da una parte e azienda dall’altra, ed e’ ora ripresa con tutti i componenti del tavolo per trovare una sintesi.
“La Fiat sta bene“, ha dichiarato questa mattina l’ad del Lingotto. A chi gli chiedeva cosa si aspetta dall’incontro, si è limitato a sottolineare: “Bisogna fare le cose con ordine, ora andiamo a Roma”.
Il premier Mario Monti questa mattina si è recato a Pontignano (Siena) per un Convegno, organizzato dal British Council e dall’ambasciata britannica in Italia, ai giornalisti che gli domandavano se fosse fiducioso nell’incontro con Marchionne ha risposto: ”Ho fiducia in questo incontro qui”, di Pontignano. “Oggi ho diversi incontri”, ha poi aggiunto il presidente del Consiglio.
Riguardo al vertice con Fiat, il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha dichiarato: ”Sono fiduciosa che ci saranno chiarimenti, che sono necessari”. ”Dobbiamo restituire un po’ di fiducia alle persone – ha aggiunto il ministro a margine del Convegno di Pontignano – quindi bisogna sapere quali sono le prospettive del gruppo in Italia”.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, si è detto “moderatamente ottimista”. ”Perché credo – ha spiegato – che l’Italia ha bisogno di Fiat ma anche Fiat ha bisogno dell’Italia. Come farebbe la Fiat senza l’Italia? Credo che ci metteremo d’accordo”.
Sul fronte sindacale, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha affermato: “Sono ottimista per definizione” ma “ho il timore che il vertice a Palazzo Chigi non produca risultati concreti”.
Tra le ipotesi che, con ogni probabilità, saranno prese in considerazione al vertice di Palazzo Chigi la cassa integrazione in deroga per evitare di licenziare i lavoratori e mantenere aperti i quattro stabilimenti della Fiat, Mirafiori, Pomigliano, Cassino e Melfi. Ma non solo. La defiscalizzazione degli investimenti in ricerca e sviluppo, chiaramente destinata a tutta l’industria, e misure che intervengano sul caro carburanti e Rc auto, in modo da sconfiggere la disaffezione all’auto che negli ultimi cinque anni hanno portato alla perdita netta di 1 milione di immatricolazioni.
L’obiettivo dichiarato è quello di fare il punto sul futuro del gruppo automobilistico in Italia, con un mercato passato da quasi 2,5 milioni di auto vendute nel 2007, a 1,350 milioni di vendite previste per il 2012. E se da Fiat sono attese indicazioni chiare sulle reali intenzioni per la produzione in Italia, è presumibile che il governo possa utilizzare diversi argomenti per scoraggiare la tentazione di un progressivo disimpegno. Senza per questo scivolare su posizioni dirigiste.
“Non si è combinato niente, il nodo principale resta l’occupazione”. Lo dice all’Adnkronos l’ex presidente e amministratore delegato di Fiat Cesare Romiti, commentando l’esito dell’incontro tra governo e azienda. “Quello che mi sembra è che quando si risolve la questione con una commissione, con un gruppo di lavoro, mi pare che non si sia combinato niente”, spiega, facendo riferimento al passaggio del comunicato congiunto in cui si rimanda all’impegno comune delle prossime settimane per favorire la competitività e al gruppo di lavoro al Mise per le strategie di export nel settore auto. Proprio sul comunicato congiunto si sofferma ancora Romiti.
“Non sappiamo quello che si sono detti veramente, ma conosciamo il comunicato fatto insieme dall’azienda e dal governo: una scelta del tutto inedita, che mi lascia perplesso”, perché “il governo deve comunicare in quanto governo”.