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Alemanno chiude al Pdl: Niente lista per Roma. Berlusconi pensa al rilancio: C’è bisogno di una svolta

Dopo lo scandalo Lazio le acque in casa Pdl non si calmano. Parola d’ordine ora è: ripartire. E mentre Silvio Berlusconi pensa a un nuovo partito, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, mette nero su bianco: “Non sarebbe opportuno presentarsi, almeno su Roma, con la lista Pdl“. Soprattutto nel Lazio, spiega Alemanno, “ci sono segnati negativi e quindi bisogna presentarsi con un Pdl rinnovato”.
“E’ il momento di creare una nuova grande esperienza – insiste il sindaco – che può partire proprio da Roma e Lazio perché ci sono stati gli scandali e perché dobbiamo fare uno scatto in avanti e dare realmente il buon esempio. La politica si rigenera sui progetti e sul rinnovamento”.
La stampa di riferimento del centrodestra, intanto, lancia oggi titoli poco equivoci (‘Berlusconi lascia il Pdl’, si legge su il Giornale; ‘Monti fa il Berlusconi Silvio rottama il Pdl’ su ‘Libero’): il Cavaliere starebbe pensando a un nuovo movimento politico.
D’altronde nel Pdl del post-Fiorito è tutto un ‘fiorire’ di liste. Così ci pensa Silvio Berlusconi a una lista civica nazionale (possibilmente senza il simbolo del Pdl) nell’ottica di uno ‘spacchettamento’ che molti in queste ore vedono la soluzione migliore per superare le tensioni tra ex Fi e aennini. Ci pensa Gianni Alemanno, che ieri a ‘Porta Porta’ ha proprio annunciato una ”lista civica di Centro Sud”, sempre in chiave nazionale. E chissà che non ci pensino anche i vertici pidiellini per le prossime elezioni regionali del dopo-Polverini.
In realtà il Cavaliere, raccontano, non è stato chiaro sul punto. E il vertice di mercoledì sera, a palazzo Grazioli, non avrebbe risolto il nodo. Bisogna dare un segnale di svolta, così non si può andare avanti, il partito va rilanciato, sarebbe stato in sintesi il suo ragionamento, annunciando che a novembre si terrà qualcosa per segnare il cambio di rotta. Ma oltre l’invito a rimboccarsi le maniche, non ci sarebbe stato nulla di nuovo. Né l’ex premier avrebbe sciolto la riserva sulla ricandidatura, perché pesa la spada di Damocle del processo Ruby e gli conviene aspettare l’esito delle primarie del Pd e delle regionali in Sicilia.
Sul fronte degli ex di An, si parla sempre (come extrema ratio) di una lista ‘Forza Nord’, sponsorizzata dai ‘larussiani’, naturale conseguenza di una componente autonoma. Un’ipotesi su cui i fedelissimi di Maurizio Gasparri frenerebbero, mentre troverebbe il niet di Altero Matteoli, contrario a ogni tipo di scissione. Nelle ultime ore gira la voce che gli uomini vicini a La Russa e Alemanno potrebbero staccarsi in maniera soft da Pdl solo dopo il voto siciliano, ma non trova nessuna conferma.