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Padova, uccide a coltellate la compagna dopo un litigio. E’ il novantottesimo caso di femminicidio in Italia

Ha ucciso la compagna con diverse coltellate al petto durante una lite, questa mattina alle 7 in un appartamento nel quartiere Forcellini, a Padova. L’uomo, 30 anni, ha poi tentato il suicidio impiccandosi. Le urla provenienti dalla casa hanno allarmato i vicini che hanno chiamato la polizia. Quando gli agenti della Squadra Mobile di Padova sono arrivati sul posto hanno trovato la donna, anche lei 30 anni, già morta e il compagno in gravi condizioni.
In casa c’era anche la figlia di 3 anni della vittima. Non è chiaro se abbia assistito all’omicidio. I due fidanzati convivevano ma non stabilmente. Il 30enne ricoverato in rianimazione in ospedale è in prognosi riservata ed è piantonato dalla polizia. Sul posto è arrivato anche il pm di Padova Vartan Giacomelli.
Sono ben novantotto le donne, vittime di violenza uccise da inizio anno in Italia, quasi una ogni due giorni. La novantottesima ha il volto della trentenne uccisa oggi a Padova dal proprio compagno. I numeri mostrano un’escalation di violenza inarrestabile.
A maggio, quando le donne scesero in piazza Montecitorio per denunciare il dramma della violenza, erano 55 quelle che erano state uccise per lo più per mano di partner, mariti e padri possessivi. Chiedevano quale sarebbe stata la prossima vittima: da allora, ben altre 43 hanno perso la vita.
Per Alessandra Mussolini “servono condanne esemplari”. “Le leggi ci sono – dice la deputata del Pdl-, ma se questi casi non solo non diminuiscono ma addirittura sono in costante aumento vuol dire che va fatto di più, significa che il sistema non funziona”.”Il femminicidio – ricorda – è un omicidio di genere, commesso per scelta. E le donne spesso non denunciano o per problemi economici o per paura di non essere tutelate, nonostante le leggi ci siano, quando i loro aggressori tornano a piede libero. Temono vendette e hanno paura”. Per Mussolini, “il problema è l’assenza di condanne esemplari: tra attenuanti e patteggiamenti, questi assassini spesso si ritrovano ai domiciliari dopo appena qualche mese”.”Per questo – spiega – avevo pensato a una norma per eliminare patteggiamento e rito abbreviato per i reati commessi su donne e bambini. Tuttavia, si tratterebbe di una misura inconstituzionale. Io credo però – aggiunge – che sarebbe giusto pensare a una norma transitoria, quanto meno per contrastare attivamente il fenomeno. Ci ritroviamo troppo spesso davanti a condanne lievi, quasi come si trattasse di vicende di colore. E’ un approccio superficiale, mentre le donne hanno paura”.
“E’ orrendo, orrendo” dice  Gina Lollobrigida, tra le icone della donna italiana, sottolineando che “negli ultimi anni la figura femminile è tornata a subire mercificazione e mortificazione. La condizione delle donne dovrebbe fare ancora tanti passi avanti e invece subisce dei passi indietro. Rimpiango gli anni ’70, allora era diverso”. “Erano anni migliori, anni in cui le cose cambiavano in meglio, tempi diversi da quelli di oggi che sono veramente brutti, molto brutti per le donne”, aggiunge la Lollobrigida che raccomanda infine alle donne di “perseverare, non rinchiudersi, non avere paura”, perché “devono lavorare, vivere, non devono e non si possono nascondere”.