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Elezioni Usa: la sfida dei vice. A Baiden la difficile carta del rilancio. Le capriole di Romney per il voto rosa. “Clinton aiutami tu”

Elezioni Usa: la sfida dei vice. A Baiden la difficile carta del rilancio. Le capriole di Romney per il voto rosa. “Clinton aiutami tu”

 Sarà compito di Ryan stasera non interrompere il trend positivo per Romney. In Kentucky il giovane candidato vice repubblicano, dovrà cercare di spuntarla contro un decano della politica, avezzo ai dibattiti, come Joe Biden. Se Ryan dovrà cercare di amministrare prudentemente il periodo favorevole, l’attuale vicepresidente dovrà avere un ritmo serrato e incalzante, per far dimenticare la prova incolore del suo numero 1. Verosimilmente, Biden cercherà di far emergere le contraddizioni e le divergenze all’interno del ticket repubblicano riguardo: la politica fiscale e la riforma del Madicare (il piano di assistenza sanitario pubblico per gli over 65). Ribadirà con forza che il taglio alle spese previste nel piano dell’avversario avrà effetti drammatici sulle classi più disagiate e che la privatizzazione del Madicare, ridotto a un vaucher di 8 dollari, porterà molti a dover pagare di tasca propria le prestazioni sanitarie. Altro punto chiave sarà la politica estera. Romney in questi ultimi giorni sta attaccando il presidente proprio su questo tema. Ha definito la sua politica “passiva” in Medioriente, e ha accusato Obama di non aver agito in modo adeguato per prevenire gli attacchi in Libia, che hanno causato la morte dell’ambasciatore Chris Stevens. Qui Biden dovrà far emergere senza tentennamenti tutta la sua esperienza trentennale. Ryan è a digiuno in questo campo. Farà un buon dibattito se agirà prudentemente, cercando di sembrare credibile quando si parlerà di affari esteri ed evitando di essere troppo sapientino quando invece si tratterà di spiegare nei particolari il suo piano di taglio al deficit del bilancio.

“HO AVUTO UNA BRUTTA SERATA”- Alla fine ha dovuto ammetterlo. “Ho avuto una brutta serata. Non è la prima volta che mi capita”, ha detto il presidente Obama in un’intervista alla Abc, dopo una settimana serrata di analisi e supposizioni mediatiche riguardo la sua fiacca performance a Denver, durante il faccia a faccia con Mitt Romney il tre ottobre scorso. Pero’, spiega: “le fondamenta su cui si basa questa corsa non sono cambiate e Romney ha dovuto faticare parecchio per nascondere le sue reali posizioni”. Ed effettivamente a star dietro a tutte le dichiarazioni e ai passi indietro del governatore del Massachussets si rischia di perdersi. Nell’ultima intervista rilasciata alla Cnn, ha rinnegato il discorso fatto durante un fundraising e ripreso da un video nascosto in cui definiva il 47% degli americani parassiti, “dipendenti dallo Stato”. Non volevo dire quello che ho detto, ha cercato di far capire. Lo sfidante della Casa Bianca sembra aver cambiato opinione anche sull’aborto.

ABORTO SI, ABORTO NO.  ”Non c’è alcuna legge riguardo l’aborto, di cui sia a conoscenza, che entrerà a far parte della mia agenda”, ha detto due giorni fa l’ex governatore del Massachussets, salvo poi affidare al suo staff un chiarimento sulle sue dichiarazioni che riportano punto e a capo il quesito sulle sue reali intenzioni. “Il governatore Romney ovviamente appoggerà ogni tipo di legge atta a salvaguardare la vita umana”. In questi rocamboleschi ripensamenti, dopo un agosto e settembre grigio, la consapevolezza di essere di nuovo in corsa per la Casa Bianca. Certo di non spopolare tra la minoranza ispanica, cerca quindi di riprendersi il voto delle donne. L’obiettivo, dopo aver recuperato i favori della base, è quello di spostarsi, cercando di non dare troppo nell’occhio, da posizioni fortemente conservatrici a leggermente moderate.

CLINTON AIUTAMI TU. Purtroppo per lui i suoi repentini cambi  di opinione riguardo gli americani disagiati, il tema dell’aborto e del medicare, sono visibili come un faro acceso nella notte. Chi non si è fatto scappare l’occasione di ironizzarci su è l’ex presidente Bill Clinton. I democratici avevano bisogno della sua verve per riaggiustare il tiro dopo il primo faccia a faccia considerato disastroso da tutti. “Ho avuto un’opinione diversa da quella di moltissime persone nei confronti del dibattito. Ho pensato- ha detto, parlando in Arkansas- Wow, ecco il vecchio moderato Mitt. Ma dove era finito? Mi sei mancato in questi ultimi due anni”.

SONDAGGI. Obama ha bisogno della popolarità e della sagacia di Clinton per recuperare lo smalto perduto. In realtà, già nei giorni successivi a Denver, durante le tappe in California e Ohio, il presidente è apparso più combattivo e deciso. Dalla sua anche la bella notizia che la disoccupazione è scesa finalmente sotto la soglia dell’8%, al 7,8%. “Stiamo lavorando, siamo sulla strada giusta, c’è ancora tanto da fare, ma non possiamo permetterci di tornare indietro”, ha detto in ogni tappa della campagna elettorale. Nonostante dal fronte occupazione sia arrivata un po’ di luce, i sondaggi continuano a non pagare. Dal 3 ottobre a oggi, Romney ha raddoppiato le sue chance di vittoria, passando dal 13% al 26%, secondo l’analisi fatta dal guru del New York Times, Nate Silver. Addirittura, la Pew Reserch lo darebbe avanti di 4 punti. Più realisticamente una media dei sondaggi, calcolata da RealClearPolitics, vedrebbe per la prima volta, Obama dietro dello 0,7%. Se pero’ i dati nazionali aiutano a capire poco chi è il favorito, quello che contano sono i numeri negli Stati incerti. Anche qui i sondaggi sorridono a ROmney. Una ricerca del Suffolk University Political Research Center dà in mano ai repubblicani sia l’importantissima Florida (29 i delegati da assegnare), sia la Virginia che la Carolina del Nord.

OHIO, L’ASSO PIGLIATUTTO. L’altro Stato in bilico è l’Ohio. Sia i repubblicani che i democratici stanno impiegando i maggiori sforzi, in termini economici e di tempo. Ci sono 18 “Grandi elettori” in palio. (bisogna ricordare che l’elezione del presidente degli Stati Uniti avviene su base statale. Ad ogni Stato sono assegnati un numero di delegati in base alla popolosità. La spunta chi ottiene 270 delegati). Storicamente, chi vince qui, arriva alla Casa Bianca. Fino a poche settimane fa la partita sembrava chiusa. Obama era avanti di 8 punti. Ora i sondaggi vedono Romney in rimonta, a meno due.

I VICE A CONFRONTO: