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Primarie, i renziani non ci stanno e attaccano il segretario: Queste regole sono una porcata

Primarie, i renziani non ci stanno e attaccano il segretario: Queste regole sono una porcata

Dopo la finanza le polemiche nel Pd si spostano sulle regole per le primarie del centrosinistra varate oggi dal collegio dei garanti. “Queste regole sono una porcata, degna del miglior Calderoli”, tuona in una nota Simona Bonafè, responsabile del tour in Italia di Matteo Renzi.
“Sembra di essere di fronte ad una strada fatta solo di ostacoli – aggiunge Bonafè – Si era parlato di partecipazione, ma dobbiamo purtroppo constatare che si tratta di un percorso a numero chiuso. Ci auguriamo che questa situazione venga chiarita al più presto”.
A far discutere il fatto che saranno pubblici i nomi di chi sottoscrive l’appello per il centrosinistra, condizione per votare alle primarie. C’è poi la questione dei luoghi distinti: da una parte ci si registra, da un’altra si vota. Quanto alla platea dell’eventuale ballottaggio, potrà votare anche chi non lo ha fatto al primo turno. Ma non potrà registrarsi il giorno stesso del secondo turno ovvero domenica 2 dicembre. La ‘finestra’ per ritirare il certificato elettorale va dal 27 novembre al 1 dicembre.
Il clima resta teso anche sul caso Cayman. Oggi Davide Serra, numero uno del fondo Algebris e sostenitore di Renzi alle primarie del Pd, ha annunciato l’intenzione di querelare Pier Luigi Bersani per le parole usate dopo la cena di ‘finanziamento’ per il sindaco di Firenze. “Essere stato definito “bandito” da lei mi offende personalmente, offende la mia famiglia e i miei figli, e delegittima il lavoro pulito e trasparente che ho portato avanti in 20 anni di attività”.
“Non scendo nei particolari delle nefandezze e delle offese che mi ha rivolto, a questo ci penseranno i miei legali italiani e inglesi che chiameranno i giudici a decidere sulle sue parole. Mi dicono che in Italia lei è …immune!!! ma prima o poi non lo sarà più e io procederò inesorabilmente, ho molto tempo e voglio che la verità venga ristabilita”, assicura Serra.
“Vede caro Onorevole – continua rivolgendosi direttamente a Bersani -, mi sono laureato molto presto e, come tanti italiani, ho molto lavorato, termine non notissimo ai tanti che parlano, per arrivare, poco o tanto, dove sono arrivato; ma quello che è più importante per me è che ho fatto tutto rispettando le regole e sfido chiunque, in testa lei che non conoscendo nulla di me si è permesso di insultarmi pubblicamente, a trovare una sola pecca nel mio operato”.
Poi, il finanziere evidenzia che l’attacco ricevuto è strumentale alla polemica politica. “Vede Onorevole Bersani, tutto quello che faccio lo faccio (voce del verbo fare e non parlare) con l’obbiettivo di migliorare il mio Paese di nascita, ma gli attacchi subiti, sul niente, da lei e dai suoi accoliti che fingono di avercela con me, ma di fatto vogliono delegittimare Matteo Renzi, mi danno la conferma che il lavoro da fare è lungo e duro. Ma non bisogna mollare. Per i nostri figli”.
Dopo la presa di posizione del finanziere, il portavoce del segretario del Pd precisa: “Dove e come Bersani avrebbe detto che Davide Serra è un bandito? Il segretario del Pd ha parlato di Cayman e non di Davide Serra che non ha il piacere di conoscere”.
Poi Bersani stesso chiarisce: “Non c’è nulla da offendersi, se si offende problemi suoi”. “Non so dove l’ho offeso, non capisco perché si è offeso, sto dicendo che noi italiani – spiega – non dovremmo considerare tutti quelli che hanno base alla Cayman”. Inoltre, prosegue Bersani nel suo ragionamento, “c’è una finanza buona, corretta, che può dare una mano alle attività produttive, poi ci sono soggetti che fanno base nei paradisi fiscali”.
E ribadisce: “Con la gente basata alle Cayman non deve parlare nessuno. E’ ora di finirla, c’è gente che lavora e paga le tasse. In Italia – spiega – non ci si deve far dare consigli da chi viene dai paradisi fiscali, non è una polemica con Renzi ma un impegno che dobbiamo prendere tutti”.
Renzi ribatte al segretario che le cose non stanno affatto così, che la politica deve parlare con la finanza e che “se uno non vuole parlare con tutti coloro che hanno una sede alle Cayman, vuol dire che non vuole parlare con quelli che ci comprano i nostri titoli di Stato”. Il ‘rottamatore’ invita poi Bersani ad andarci piano nella polemica su finanza, provenienze di contributi elettorali e trasparenza perché “chi di slogan ferisce, di slogan rischia… non faccio la rima”, dice allusivo.
Su Twitter ironizza sulla cena di ‘finanziamento’ per Renzi Nichi Vendola che scrive : ”Inviterò a cena banchieri e alta finanza. Dirò che voglio tassare loro per diminuire tasse a imprese e lavoratori. Temo che cenerò da solo”.