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Primarie Pdl, si parte il 16 in Lombardia, Lazio e Molise. Smentita candidatura di Marina Berlusconi

Le primarie del Pdl inizieranno il 16 dicembre in Lazio, Lombardia e Molise e poi andranno avanti a scaglioni in tutte le regioni fino al 3 febbraio. A stabilirlo, dopo la definizione delle regole – avvenuta la scorsa settimana da parte dell’apposita commissione e dell’ufficio di presidenza – e dopo l’insediamento del comitato organizzatore, sono stati oggi i coordinatori regionali del Popolo della Libertà. La riunione, alla quale ha partecipato anche il segretario Angelino Alfano, ha stabilito le date: iniziano Lombardia, Lazio e Molise il 16, seguono, il 20 gennaio, Piemonte, Valle D’Aosta, Toscana, Umbria e Puglia. Il 27 gennaio sarà il turno di Veneto, Sardegna, Marche, Emilia Romagna e Campania per chiudere il 3 febbraio con Friuli Venezia Giulia, Liguria, Basilicata, Sicilia, Calabria, Trentino Alto Adige e Abruzzo.
La strada delle conultazioni sul modello Usa, però, si annuncia in salita. Ci sono, infatti, varie incognite. A cominciare da quella del ‘voto a rate’: se si arrivasse alle elezioni anticipate insieme alle regionali, le consultazioni salterebbero. E oggi, Ignazio La Russa lo ha detto chiaramente. A quel punto, tutti gli scettici canterebbero vittoria, con la benedizione di Silvio Berlusconi. Sul tavolo c’è sempre, poi, il nodo dei costi delle primarie e della campagna elettorale per il 2013.
Le primarie costano molto (nei giorni scorsi si è parlato di 3 milioni di euro) e Berlusconi, raccontano, non avrebbe nessuna voglia di mettere mano al portafogli, visto che già è costretto a pagare i vecchi debiti di Forza Italia per oltre 55 milioni di euro (come risulta dal bilancio dell’esercizio 2011). Inoltre, pesa il caso Crimi. Durante l’ultimo Ufficio di presidenza, il ‘tesoriere’ ha rimesso il suo mandato nelle mani del Cav, dopo la richiesta di azzeramento del gruppo dirigente avanzata da Sandro Bondi. Un gesto che molti hanno interpretato come un segnale chiaro: è arrivato il momento di stringere la cinghia. Da allora, raccontano, tutto è fermo, perché nessun atto o impegno che riguarda le finanze pidielline può essere autorizzato senza la firma dei due amministratori nazionali del partito, lo stesso Crimi e Maurizio Bianconi. A complicare le cose, anche la protesta dei coordinatori regionali pidiellini: durante la riunione di oggi, all’ora di pranzo, in via dell’Umiltà (a cui si è affacciato anche Alfano), si sarebbero lamentati del fatto che il comitato di presidenza avrebbe deciso di fare le primarie senza sentire loro.
Intanto arriva la smentita da parte di Marina Berlusconi alle indiscrezioni su una sua possibile candidatura. “Certe ricostruzioni fantasiose tendono ad accreditare, magari per scopi strumentali, l’ipotesi di una mia candidatura in politica, ipotesi che non c’è mai stata e che non c’è”, fa sapere con una nota la presidente di Fininvest. “Intanto, mi pare fin troppo ovvio sottolineare che la leadership in questo campo – tiene a sottolineare – non si possa trasmettere per via ereditaria o per investitura dinastica, ciascuno se la deve costruire da sé e conquistare passo dopo passo” sottolinea Marina Berlusconi chiarendo che “tra il seguire la politica, con tutta l’attenzione e il rispetto che merita, e in politica impegnarsi direttamente c’è una distanza abissale”. “Una distanza – chiosa – che non ho mai neppure lontanamente pensato di colmare”.