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Primarie, oggi si sceglie il candidato premier del centrosinistra con incognita ballottaggio

Primarie, oggi si sceglie il candidato premier del centrosinistra con incognita ballottaggio

Chiuse le campagne elettorali dei candidati alle primarie del centrosinistra, che – stando a quanto riferito dal Comitato centrale – hanno raggiunto circa 1,5 milioni di iscritti. Oggi urne aperte, si vota fino alle 20 per scegliere il candidato premier del centrosinistra con la pensante incognita del ballottaggio. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha scelto la Liguria, visitando a Stella, nell’entroterra di Savona, la casa natale di Sandro Pertini, trasformata in museo. Nel pomeriggio l’intervento nella Sala Chiamate, sede degli scaricatori portuali della Culmv. Poi il ritorno a Roma per seguire la giornata di domenica, giorno di votazioni, fino alle chiusura dei seggi alle 20 e la diffusione qualche ora dopo dei risultati. “Pertini ci indica ancora la strada del coraggio” ha scritto nel libro degli ospiti del museo-casa.
Poi dice: “Ci abbiamo messo un po’ di coraggio a fare le primarie, ma ci abbiamo preso”. “Ora ci vuole il coraggio di affrontare la disaffezione e la rabbia di molti cittadini, il coraggio di dire che la disaffezione e la rabbia da soli non risolveranno i problemi che abbiamo davanti”. E conclude: “Non si possono avere foglie nuove se si tagliano le radici. Altrimenti sono foglie degli altri, non sono le tue”.
Matteo Renzi ha optato per la sua Toscana. “Nessun sondaggio può negare che noi siamo già la maggioranza nel Paese. Bisogna prendere le persone una per una, portarle a votare ai seggi e fargli fare la fila”. “Oggi la partita è convincere non tanto gli incerti per Bersani – ha osservato Renzi – ma quelli convinti di votare per noi, che però per qualche motivo non sono intenzionati ad andare ai seggi”, dice il sindaco di Firenze che avverte: “Chi non va a votare, poi non si lamenti”. “C’è una grande occasione che il centrosinitra sta dando a tutti -ha detto Renzi-. Non c’è bisogno di essere prenotati o iscritti. Basta andare a votare c’è da fare un po’ di coda, un po’ di fila perché le procedure sono complesse”.
Secondo il rottamatore “più che il candidato, c’è da scegliere il proprio futuro. Il mio augurio -ha aggiunto- è che ci siano tanti italiani che accettino il rischio della partecipazione. Anche perché, chi non va a votare questa volta, perde l’occasione di incidere per i prossimi cinque anni”.
Nel discorso di Renzi le critiche a Vendola: “Vogliamo fare quello che la sinistra non ha fatto in questi anni, ad esempio sulla scuola; una sinistra che non ha fatto la legge sul conflitto di interessi, che è andata al governo e si è messa a litigare”. “Una sinistra che ha mandato due volte a casa Prodi – ha sottolineato Renzi -. A proposito, lo dico a Vendola che l’altro giorno mi dava lezioni su cosa vuol dire essere di sinistra: lui ha mandato a casa Prodi”.
Bruno Tabacci, intervistato da Sky Tg24, torna sulla polemica del giorno prima sulla presenza di Bersani al Tg1. “Sky ha colto la forza delle primarie e l’ha tradotta. La Rai invece, che come servizio pubblico avrebbe dovuto cavalcare le stesse posizioni, si è persa in particolarismi”.
Mentre Nichi Vendola da Bari, commenta le primarie: “e primarie sono una chance, una possibilità di riappropriarsi dal basso della politica. E’ un modo per affermare che la politica è una proprietà pubblica”.
“Sono molto contento di arrivare al punto terminale di questa fatica incredibile -ha aggiunto- e dell’esperienza che ho fatto. Ho attraversato soprattutto l’Italia del dolore sociale, dei punti di frattura nel mondo del lavoro, ho ascoltato centinaia e centinaia di testimonianze di singole crisi aziendali e di fabbrica. Ho potuto percepire quasi ovunque il dolore lancinante che vive il mondo della scuola per come è stato umiliato negli anni del berlusconismo dalle riforme selvagge della Gelmini e per come continua ad essere umiliato dai provvedimento del governo Monti. Un Paese che ferisce a morte la scuola – ha sottolineato Vendola – è un Paese che non ha futuro. Penso che l’Italia è in crisi soprattutto per questa idea -ha concluso- e cioè che la cultura sia una spesa parassitaria da tagliare”.
Infine Laura Puppato, che ha scelto di chiudere la campagna elettorale a Padova con un evento che sarà visibile in streaming sul sito www.laurapuppato.it.
Alla vigilia delle primarie non manca l’affondo di Beppe Grillo contro uno dei candidati, il sindaco Renzi. Che sul suo blog va giù duro: “Chiunque sia eletto a una carica pubblica la deve onorare fino in fondo. Non può usarla come trampolino di lancio per una posizione più importante e poi un’altra ancora, come in un domino del perfetto carrierista politico. Questo va vietato per legge”.
“Ti fai eleggere sindaco? Fai il sindaco! Ti fai eleggere europarlamentare? Fai l’europarlamentare! Non hai più la volontà di esercitare l’incarico? Torni all’occupazione precedente, se ne avevi una, o a fare il disoccupato, l’importante è che ti togli dai coglioni per aver tradito le attese degli elettori -scrive il fondatore del Movimento 5 stelle-. Tra le facce di bronzo che si dilettano nello sport dell’arrampicatore istituzionale, quella di Renzi, l’ebetino di Firenze, è la più fenomenale, incredibile, paradigmatica del momento che attraversa l’Italia”.
Per Grillo, “Renzi premier è come curare un infarto con la crema abbronzante. L’ebetino di Firenze imperversa a tutte le ore in televisione a pontificare sul nulla invece che occuparsi della sua città sommersa dai debiti. Gliela si legge in faccia a Renzi l’ansia da prestazione, l’arrivismo di chi non vede l’ora di lanciarsi dal trampolino”. Grillo, inoltre, pubblica stralci della lettera critica che Pier Luigi Vigna scrisse a Renzi al momento delle sue dimissioni da consigliere speciale per la sicurezza a Firenze.