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Berlusconi: L’abbiamo cercato ma non c’è un leader adatto, io in campo per vincere

Berlusconi: L’abbiamo cercato ma non c’è un leader adatto, io in campo per vincere

“Era opinione di tutti che ci volesse un leader riconosciuto ma questo leader, un Berlusconi del ’94, ahimè non l’abbiamo trovato”. Ad affermarlo è l’ex premier Silvio Berlusconi che conversando con i giornalisti durante la sua visita a Milanello spiega i motivi che l’hanno spinto a tornare in campo.
“Non è che non lo si sia cercato questo leader -sottolinea Berlusconi- l’abbiamo cercato eccome, ma, aggiunge in milanese ‘el ghe no’ (non c’è mica ndr)”.
“Io entro in gara per vincere”, dice chiaro e tondo Berlusconi. “Io, anche da ragazzo, non sono mai entrato in una gara, sia quando facevo sport che quando studiavo o lavoravo, con l’intenzione di rimediare una buona posizione ma per carattere l’ho sempre fatto per vincere”. Quindi, “per vincere era opinione di tutti che ci volesse un leader riconosciuto”. Sottolinea poi che Palazzo Chigi non gli “è mai mancato neanche per un minuto”. E se torna in campo, lo fa per un motivo: “con la disperazione di volermi interessare alla cosa pubblica e lo faccio ancora una volta – sostiene il Cavaliere – per senso di responsabilità”.
Quanto all’indicazione della data del 10 marzo, l’ex premier approva: “per me va bene”. E aggiunge: “noi con grande senso di responsabilità continueremo ad approvare i provvedimenti che sono già in Parlamento, a partire dalla legge finanziaria ma poi è giusto che gli italiani ritornino a una condizione che sia diversa da quella che si è data questo governo di tecnici”.
Sulla legge elettorale auspica che “si possa cambiare”. Secondo Berlusconi “c’è poco tempo ma è sufficiente per farlo. In caso contrario andremo a votare con l’attuale legge”.
Commentando le dichiarazioni di Pier Luigi Bersani, che a proposito della mancata fiducia espressa dallo stesso Pdl al governo Monti ha dato al suo leader dell’irresponsabile, il Cavaliere dice: “Bersani ha già cominciato la campagna elettorale”. Fa quindi osservare: “Noi abbiamo invece dato prova di grandissima responsabilità quando, di fronte all’opinione comune di tutta l’opposizione e della stampa che dovevamo lasciare il governo perché veniva attribuita a noi la colpa degli interessi passivi con l’imbroglio dello spread, io mi sono tirato da parte. Per un anno abbiamo sostenuto questo governo di tecnici -conclude- cercando di correggerne i provvedimenti dove non ci convincevano”.