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Napolitano: Questo finale di legislatura è stato troppo brusco, adesso non si sprechi l’esperienza Monti

Dal rammarico per la fine prematura del governo Monti “sfiduciato dal Pdl”, all’auspicio che la prossima legislatura porti a compimento le necessarie riforme “per stare in Europa”. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affida al discorso pronunciato in occasione dello scambio di auguri con le Alte cariche dello Stato, le considerazioni sugli avvenimenti politici delle ultime settimane e sui passaggi istituzionali che attendono l’Italia nei prossimi mesi. Il Capo dello Stato, in quello che non esita a definire un commiato al termine del settennato al Quirinale, unisce agli elogi per lo sforzo compiuto dai partiti nel sostenere l’esecutivo tecnico, anche un forte disappunto perche’ sul piano delle riforme “e’ stata purtroppo un’altra legislatura perduta” e perche’ “è stato imperdonabilmente grave il fallire la prova della riforma della legge elettorale”. “Se è solo con lieve anticipazione rispetto alla scadenza naturale che stanno per essere sciolte le Camere, brusca -afferma Napolitano- è stata di certo l’accelerazione impressa dall’annuncio, l’8 dicembre scorso, delle dimissioni del presidente del Consiglio Monti“. Il Capo dello Stato rimarca che l’esperienza dell’attuale esecutivo si è collocata “nell’ambito costituzionale della democrazia parlamentare. E d’altronde non e’ forse bastato il ritiro della fiducia di una componente essenziale della maggioranza per segnare la fine del governo presieduto dal senatore Monti?”. “Questa conclusione non piena, questa interruzione in extremis dell’esperienza iniziata 13 mesi orsono non può tuttavia oscurarne la fecondità. I giudizi sui risultati ottenuti in un campo o nell’altro possono legittimamente divergere, e può darsi che si facciano ancora piu’ divergenti”, ma è necessario, avverte Napolitano, che “in quel fuoco polemico non si bruci il recupero di fiducia nell’Italia che si è manifestato negli ultimi tempi in Europa, nella comunità internazionale e e negli stessi, pur poco trasparenti, mercati finanziari”. Infatti “in giuoco è il Paese, è il nostro comune futuro, e non solo un fascio di voti per questo o quel partito”. In vista della campagna elettorale, perciò, sulle forze politiche “incomberà il dovere della proposta e l’onere di provarne la sostenibilità”, nell’ambito di “un confronto guidato dalla ragione, dalla misura, dal senso della realtà e dell’interesse generale del Paese”, con la consapevolezza che “se su molti tempi importanti resta intatta la libertà di distinzione e competizione tra diversi programmi politici e di governo, per la posizione dell’Italia in Europa il cammino e’ segnato”. Dei partiti e del Parlamento, “bersagli abituali di critiche fondate ma anche di attacchi distruttivi basati su molte approssimazioni e omissioni”, Napolitano loda “un assai elevato senso di responsabilità per aspetti essenziali”, di cui hanno dato prova, nel far “vivere e operare questo governo”. Perciò non dovrebbero “avere interesse ad annullare il contributo dato anche a prezzo di limiti, sacrifici e rischi responsabilmente accettati”. Questo non esime il Capo dello Stato da stigmatizzare il fatto che “per le piu’ che mature riforme della seconda parte della Costituzione, quella ora giunta al termine è stata purtroppo un’altra legislatura perduta”. Ancor più dura la sua presa di posizione sul tema della legge elettorale: è stato “imperdonabilmente grave” aver fatto “fallire la prova della riforma della legge elettorale del 2005, su cui pure la Corte Costituzionale aveva sollevato seri dubbi di legittimità. Diffidenza reciproca, ambiguità di posizioni continuamente mutevoli, tatticismo esasperato: nessuno potrà fare a meno di darne conto ai cittadini-elettori, e la politica nel suo insieme rischia di pagare un prezzo pesante per questa sordita’”. Bilanci, moniti, ma anche l’indicazione sulle tappe delle prossime settimane. Il Capo dello Stato indica innanzi tutto un impegno immediato, a proposito della situazione nelle carceri, rispetto alla quale il leader radicale Marco Panella e’ impegnato in uno sciopero della fame e della sete che con il pasare dello ore sta mettendo a repentaglio la sua stessa vita. “Sta per scadere il tempo utile per approvare al Senato” la legge per l’introduzione di pene alternative alla detenzione in carcere: “ma con quale senso di responsabilità, di umanità e di civiltà costituzionale ci si può sottrarre a un serio, minimo sforzo per alleggerire la vergognosa realta’ carceraria che marchia l’Italia?” Napolitano indica poi i passaggi che caratterizzeranno l’inizio della prossima legislatura, ricordando che sarà lui a conferire l’incarico per la formazione del nuovo governo e che lo farà nel rispetto dei risultati di una competizione elettorale che, dopo la parentesi dell’esecutivo tecnico, vedrà “una naturale riassunzione da parte delle forze politiche del proprio ruolo”. “Se -ed è quel che ho fortemente auspicato e, finché possibile, sollecitato- la legislatura si fosse conclusa alla normale scadenza dei 5 anni e le elezioni si fossero svolte nell’aprile del 2013, ad esse, e all’insediamento delle nuove Camere, sarebbe succeduta senza soluzione di continuità la convocazione del Parlamento in seduta comune per le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica, e a questi sarebbe toccato avviare il procedimento per la formazione del nuovo governo. Così non è stato, me malgrado, e mi trovo a dover chiarire che su di me ricadrà un compito nettamente diverso da quello che mi tocco’ assolvere nel novembre del 2011″ e che portò alla nascita del governo guidato da Mario Monti. “Non c’e’ chi non veda -prosegue Napolitano- come si stia ora per tornare a una naturale riassunzione da parte delle forze politiche del proprio ruolo, sulla base del consenso che gli elettori accorderanno a ciascuna di esse. E sarà quella la base su cui poggeranno anche le valutazioni del Capo dello Stato”. Sarà quello il suo ultimo atto al Quirinale, perché, afferma citando “la motivata opinione” di Livio Paladin, già presidente della Corte costituzionale, ‘la non rielezione’, al termine del settennato, è ‘l’alternativa che meglio si conforma al modello costituzionale di Presidente della Repubblica’. Nessun riferimento da parte di Napolitano alle polemiche legate al conflitto di attribuzioni sollevato nei confronti della Procura di Palermo per l’utilizzo delle intercettazioni emerse nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, tuttavia non manca un passaggio in cui alla vicinanza alla magistratura si accompagna il monito al rispetto dell’equilibrio tra i poteri. “Ai magistrati di tutta Italia -da quella Palermo dove 15 anni fa si concluse lo storico maxi processo, alle grandi città del Nord, diciamo: andate avanti e fino in fondo, con professionalità e rigore, nel rispetto delle regole e delle competenze, e nel rispetto dell’equilibrio dei poteri. Siamo così, limpidamente, al vostro fianco”.