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Legge elettorale, bagarre alla Camera. Tutti contro tutti e i grillini lasciano l’aula. Pd diviso

Legge elettorale, bagarre alla Camera. Tutti contro tutti e i grillini lasciano l’aula. Pd diviso

“Perché abbiamo abbandonato l’Aula? Semplice, perché non si rispettano le opposizioni”. Manlio Di Stefano, deputato M5S, sulla sua bacheca Facebook dà una spiegazioni rispetto a quanto avvenuto stamani nell’Aula della Camera. “Il Pd – scrive – ha votato contro l’interruzione d’aula che avevamo richiesto, la stessa cosa che pochi mesi fa aveva invece concesso al condannato Silvio Berlusconi, loro compagno di malaffare. Vergognatevi”.

E’ tutti contro tutti il giorno dopo la dichiarazione di incostituzionalita’ del Porcellum da parte della Consulta. Tra le forze politiche è ancora scontro sulle ipotesi per superare la vecchia legge. Mentre i deputati Cinque Stelle tornano protagonisti di una clamorosa protesta in aula. Dopo la sospensione ieri della seduta, denunciano di nuovo la “totale illegittimità” del Parlamento in carica, al grido di “siamo tutti illegittimi”, scandito  dal deputato Angelo Tofalo, tra gli applausi dei compagni di partito e le contestazioni dai banchi delle altre forze politiche.

La presidente della Camera, Laura Boldrini, non a caso oggi seduta sullo scranno più alto di Montecitorio, non si è fatta cogliere impreparata e ha assunto d’ufficio la difesa del Parlamento in carica: “La Camera è pienamente legittima a legittimata a operare”, ha opposto con fermezza ai grillini.

Come in un film. “Anch’io ieri ho occupato i banchi del governo”, è il mantra dei deputati M5s che intervengono a raffica chiedendo alla presidenza farlo mettere a verbale. Una sorta di riedizione della scena cult dell’Attimo fuggente, con i deputati grillini che fanno a gara a rivendicare di aver partecipato al gesto che, Regolamento alla mano, frutterà una sanzione ai colleghi che effettivamente ieri hanno preso posto tra i banchi riservati al governo.

La protesta M5S.  Il Movimento 5 Stelle aveva chiesto la convocazione immediata della conferenza dei capigruppo per “caledarizzare con urgenza la nostra proposta di legge di ritorno al Mattarellum – ha detto il deputato Alessio Mattia Villarosa -. Il Mattarellum è l’unica legge votata da un Parlamento legittimo”. La presidente della Camera ha replicato alle accuse mosse dai deputati del Movimento: l’affermazione di aver negato al Movimento 5 Stelle la convocazione di una capigruppo urgente “è falsa”, ha detto leggendo in Aula la lettera del vice capogruppo vicario Villarosa e la missiva con cui la stessa Boldrini ha risposto. Nella lettera dell’esponente del M5S, ha sottolineato Boldrini, “si parla di discussione articolata e non di calendarizzare una proposta di legge. Avevo consigliato al presidente Villarosa di consigliare gli altri gruppi, ma la mia è stata tradotta come una negazione, chissà perché”. La richiesta, dunque, è stata respinta dall’Aula. Dopo il voto, tutti i deputati M5S hanno abbandonato Montecitorio per protesta, riunendosi in assemblea per decidere come procedere nella protesta. Poco dopo Villarosa, parlando a Skytg24 in piazza Montecitorio, ha detto che i deputati grillini sono pronti a dimettersi. I deputati M5S poi hanno sospeso l’assemblea per attendere le decisioni della capigruppo.”Abbiamo chiesto una sospensione dei lavori perché abbiamo urgenza di riunirci con i colleghi del Senato in assemblea congiunta. per questo è stata chiesta la sospensione dei lavori” spiega Alfonso Bonafede che ricorda come a luglio sia stata accordata una sospensione quando il Pdl chiese di bloccare i lavori per permettere ai parlamentari berlusconiani di riunirsi per decidere cosa fare dopo che la Cassazione aveva fissato l’udienza per il processo Mediaset. “Volete sapere perché non vogliono interrompere l’Aula per discutere in capigruppo della legge elettorale? Semplice, è giovedì”, ha scritto su Facebook Manlio Di Stefano, deputato 5 stelle, che posta una foto in cui vengono ‘immortalati’ i trolley dei parlamentari pronti nel guardaroba di Montecitorio.

Le reazioni alla Consulta. Dopo la decisione della Consulta, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, solleva il dubbio di legittimità anche sull’elezione del capo dello Stato: “Sono un semplice economista e non un costituzionalista perciò non so rispondere, ma il Porcellum è servito per eleggere due volte Napolitano e mi chiedo se napolitano sia un presidente della Repubblica legittimo”, ha detto. Soddisfatto il ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano: “La decisione della Consulta di dichiarare incostituzionale il porcellum è ottima. A questo punto non ci sono più pretesti e alibi per alcuno. Si deve procedere con urgenza a cambiare la legge elettorale”, ha detto a margine della riunione de consiglio Affari interni, in corso a Bruxelles. Ma ha precisato: ”Non abbiamo aperto al doppio turno. Noi abbiamo una vocazione molto bipolare e pensiamo che occorra fare una scelta: o si sta nel centro destra o nella sinistra, e noi abbiamo volutamente indicato il nome ‘centrodestra”’. Invita a fare in fretta il segretario nazionale del Pd, Guglielmo Epifani: “Lavoreremo perché il Porcellum sia superato in avanti, per trovare la maggioranza in Parlamento per avere due effetti: un’equa rappresentanza e una chiara governabilità. Lavoreremo rapidamente, pancia a terra, perché non si può perdere ulteriore tempo”. Urgenza sottolineata anche dal candidato alla segreteria del Partito Democratico,Gianni Cuperlo: “Ora abbiamo un imperativo morale: fare in fretta una nuova legge elettorale. Io mi batto per il doppio turno di collegio che garantisce rappresentatività e governabilità. Ora è necessario, obbligatorio, trovare un accordo in Parlamento. Si può anche tornare al Mattarellum. Quello che non si può più fare è ragionare per convenienza”. Parole che suscitano la reazione del renziano Andrea Marcucci (Pd), presidente della Commissione cultura a Palazzo Madama. Per lui Cuperlo “a parole è per  il doppio turno. Nei fatti, purtroppo, i suoi sostenitori in senato lavorano per il proporzionale insieme a Calderoli, Alfano e a Forza Italia”.

 

Insomma, non si placa la polemica, scoppiata mercoledì in Aula alla Camera,tra M5S e Pd. In mattinata i deputati pentastellati sono intervenuti a turno sulla votazione del verbale della burrascosa seduta di mercoledì, lamentando l’assenza, nello stesso verbale, di ogni riferimento a quella che qualche parlamentare 5S ha definito “un’aggressione fascista e squadrista dei deputati del Pd verso di noi”. Immediata la replica del deputato del Pd Ettore Rosato: “Nessuno parli di aggressioni fasciste”. I deputati del M5S si sono poi autodenunciati per l’occupazione dei banchi del governo “per protestare contro un governo illegittimo”. ”Questa Camera è pienamente legittima e legittimata ad operare”. Così è intervenuta in Aula la presidente Laura Boldrini, replicando ai deputati stellati che hanno preso la parola per sottolineare come, dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta, la Camera non sia più legittimata.

Inoltre, ha proseguito Boldrini, l’affermazione di aver negato al Movimento 5 Stelle la convocazione di una capigruppo urgente “è falsa”. E ha letto in Aula la lettera del vice capogruppo vicario dei pentastellati, Alessio Villarosa, e la missiva con cui la stessa Boldrini ha risposto. Nella lettera dell’esponente del M5S, ha sottolineato la presidente della Camera, “si parla di discussione articolata e non di calendarizzare una proposta di legge. Avevo consigliato al presidente Villarosa di consigliare gli altri gruppi, ma la mia è stata tradotta come una negazione, chissà perché”.

Quando poi la Camera ha respinto la richiesta del M5S di convocare immediatamente una conferenza dei capigruppo per calendarizzare la riforma della legge elettorale, dopo il voto dell’emiciclo, che ha visto il voto contrario del Pd, tutti i deputati 5S hanno abbandonato l’Aula in segno di protesta.