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Processo Ruby: Berlusconi, Ghedini e Longo indagati. L’accusa: hanno corrotto i testimoni

Processo Ruby: Berlusconi, Ghedini e Longo indagati. L’accusa: hanno corrotto i testimoni

Silvio Berlusconi risulta indagato per corruzione in atti giudiziari. E’ quanto emerge dalla Procura di Milano che, dopo il processo Ruby 1 e Ruby 2, si prepara al terzo filone d’indagine. A darne nota è il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati che, con uno stringato comunicato, rende noto l’iscrizione dell’ex premier e dei suoi legali. In tutto, secondo quanto emerge, sono 45 le persone iscritte nel registro degli indagati. Oltre al Cavaliere, infatti, anche i suoi legali Niccolò Ghedini e Piero Longo risulta iscritto nel registro degli indagati . Tra gli indagati, da quanto trapela in Procura a Milano, risultano anche le Olgettine e la stessa Ruby che sarebbero accusate di aver mentito a pagamento. Per loro l’accusa dovrebbe essere di favoreggiamento o di corruzione in atti giudiziari, mentre per i legali l’accusa sarebbe di corruzione di testimoni. Risulterebbero indagati anche alcuni politici.

Nomi non nuovi per chi ha seguito i primi due processi sulla giovane marocchina, e indicati nelle motivazioni dei due collegi competenti per i cosiddetti processi Ruby 1 e Ruby 2. Il comunicato del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati non entra nel dettaglio: non fornisce né i nomi né le ipotesi di reato, ma ricostruire la lista degli iscritti risulta piuttosto semplice. Ripercorrendo i processi e le motivazioni, per il leader di Forza Italia l’accusa sarebbe di corruzione in atti giudiziari, e la corruzione di testimoni sarebbe il reato contestato anche al duo legale ‘colpevole’, a dire delle toghe, di aver indetto una riunione per ‘addomesticare’ le dichiarazioni di alcune testimoni.

Alcuni testimoni sono accusati di aver mentito su quanto accadeva nelle serate ad Arcore, per altre testi come Ruby e le Olgettine l’accusa sarebbe quella di aver mentito a pagamento. L’elenco degli indagati comprende tra gli altri, secondo quanto emerge, le gemelle De Vivo, Iris Berardi, Barbara Faggioli e Marystelle Polanco, tutte destinatarie di un bonifico mensile di almeno 2.500 euro, secondo quanto accertato dai giudici in primo grado. Nella lista degli iscritti c’è anche il padre di Ruby, il compagno della giovane marocchina Luca Risso, alcuni esponenti politici come Maria Rosaria Rossi, Licia Ronzulli e Valentino Valentini; e ancora Mariano Apicella, Carlo Rossella e Danilo Mariani. Iscritta anche Giorgia Iafrate, la funzionaria della questura che si trovò di fronte Ruby la sera tra il 28 e il 29 maggio 2010.

“Sono qui e resto qui. Resto in campo, più convinto che mai di dover combattere fino alla fine per veder prevalere quello in cui credo profondamente”, si legge nel messaggio inviato da Berlusconi a un meeting internazionale di giuristi, nel quale li invita a “condividere” questa “battaglia di libertà”. In Italia “l’ingiustizia” è uguale per tutti i cittadini, sottolinea invitando i giuristi a essere al suo fianco nella battaglia per una giustizia giusta, libera dai vincoli politici. “Le nostre carceri esplodono – è la premessa di Berlusconi – migliaia di detenuti si affollano in celle stracolme, molti in attesa di giudizio, e, tra questi, molti innocenti, a causa di un uso aberrante della custodia cautelare”. “Chiunque voglia, al contrario, vedersi riconosciuta da un magistrato una propria ragione deve aspettare anni ed anni. Talvolta un decennio e più. E hanno il coraggio di chiamare tutto ciò giustizia! In ogni aula di tribunale c’è una scritta: ‘la legge è uguale per tutti’. Nell’Italia di oggi potremmo tranquillamente dire: ‘la legge è ugualmente ingiusta per tutti i cittadini’”. “Ma c’è un aspetto ancora più grave – aggiunge il leader di Fi – dell’inefficienza, un aspetto che mina davvero il nostro stato di diritto. Sì, perché dal 1993 ad oggi il sistema giudiziario più ingiusto e inefficace dell’intero vecchio continente ha deciso di erigersi a paladino della democrazia. Ha deciso che i cittadini con il loro voto non erano in grado di scegliere da chi essere governati, ha deciso che la politica andava commissariata. O meglio, che una certa parte della politica andava commissariata”.

Di ”atto dovuto” parla Bruti Liberati. Quanto alla possibilità che la Procura possa fare ricorso al rito immediato per gli indagati, si limita a rispondere che “non prevediamo al momento di chiedere il rito immediato”. Il terzo filone dell’inchiesta è stato assegnato al procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno e al pm Luca Gaglio.

“In relazione alla notizia della nostra avvenuta iscrizione nel registro degli indagati nel procedimento cosiddetto Ruby ter, si deve osservare che si tratta di un atto dovuto in relazione alle indicazioni prospettate nel processo cosiddetto Ruby bis”, affermano dal canto loro in una nota Niccolò Ghedini e Pietro Longo. “E’ auspicabile – aggiungono – che la Procura, che nulla aveva rilevato di antigiuridico nel corso dei dibattimenti, voglia procedere a una rapida valutazione del materiale in atti da cui non potrà che derivare una richiesta di archiviazione”.