• Home »
  • Cronaca »
  • Reggio, Madonna si “inchina” davanti al potente boss locale. I carabinieri lasciano la processione e filmano tutto. Aperta un’inchiesta

Reggio, Madonna si “inchina” davanti al potente boss locale. I carabinieri lasciano la processione e filmano tutto. Aperta un’inchiesta

Reggio, Madonna si “inchina” davanti al potente boss locale. I carabinieri lasciano la processione e filmano tutto. Aperta un’inchiesta

A Oppido Mamertina anche la Madonna si inchina al boss mafioso. Non è bastata infatti la scomunica del Papa alla ‘Ndrangheta per far perdere l’abitudine di chinare il capo davanti ai capimafia. Così è successo – come riportato oggi dal ‘Quotidiano della Calabria’ – che durante la processione della Madonna delle Grazie nella cittadina del Reggino, il corteo religioso si sia fermato davanti alla casa del capomafia Giuseppe Mazzagatti: trenta secondi di sosta per simboleggiare l’inchino al potente boss di 82 anni, ai domiciliari per motivi di salute.

Un gesto insopportabile per cittadini con la schiena dritta e tanto più per i carabinieri. Sdegnato, il maresciallo di Oppido ha così deciso di abbandonare platealmente la manifestazione insieme agli altri militari.

Ma non solo. ”Il maresciallo dei Carabinieri di Oppido Mamertina si è scostato rispetto alla processione – spiega all’Adnkronos il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, colonnello Lorenzo Falferi – per poter filmare con una telecamera il gesto dell’inchino davanti all’abitazione del boss, e procedere all’identificazione sia dei portatori della statua sia di chi ha dato l’ordine di compiere questo gesto”.

Plaude al gesto dei militari Nicola Gratteri, procuratore aggiunto presso il tribunale di Reggio Calabria. ”I carabinieri hanno fatto benissimo ad allontanarsi. I servitori dello Stato non possono tollerare il minimo compromesso o tentennamento nei confronti della ‘ndrangheta”, commenta all’Adnkronos. ”Sta agli altri – rimarca Gratteri – come ho detto sia prima e sia dopo che Papa Francesco venisse in Calabria, essere conseguenziali e coerenti con quello che ha detto Bergoglio e con quello che abbiamo scritto con il libro ‘Acqua santissima’ (di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso sulle contiguità tra ‘ndrangheta e chiesa cattolica, ndr)”. ”E’ ora di finirla con la retorica delle parole – taglia corto il magistrato da vent’anni in prima linea contro la ‘ndrangheta – e incominciare a prendere provvedimenti con chi ha violato le regole della Chiesa e le parole di Papa Francesco”.