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Marino incontra Orfini: “Niente da chiedere ne’ da negoziare con nessuno” ma sulle dimissioni non risponde. Consiglieri Pd pronti a dimettersi

Marino incontra Orfini: “Niente da chiedere ne’ da negoziare con nessuno” ma sulle dimissioni non risponde. Consiglieri Pd pronti a dimettersi

Il giallo del Campidoglio continua con Marino il dimissionario che non prende decisioni ma attende qualcosa di improbabile che possa cambiare il suo destino da primo cittadino della Capitale largamente sfiduciato dal suo partito.”Qui la questione non è Ignazio Marino ma Roma: io non ho assolutamente nulla né da chiedere né da negoziare con nessuno” fa sapere subito dopo l’incontro a sorpresa di ieri con Matteo Orfini. E sulle anticipazioni da dare sulle proprie scelte future, ritirare o meno le dimissioni, avverte: “Sto riflettendo e comunicherò presto le mie decisioni alla presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio”. Gli uffici della presidenza dell’assemblea capitolina sono allertati: il vicesegretario generale del Campidoglio ha chiesto alla presidenza d’Aula di “assicurare un presidio” anche nel weekend in modo da poter protocollare l’eventuale ritiro delle dimissioni del sindaco-chirurgo.

Intanto, il commissario del Pd Roma Matteo Orfini ha convocato i consiglieri comunali dem al Nazareno. Se Marino dovesse ripensarci e decidere di restare alla guida del Campidoglio i consiglieri del Pd si dimetterebbero subito dal loro incarico. Questa la linea decisa durante l’incontro. “Non ci sono malumori” aveva confidato già prima delle riunione un consigliere che ribadisce “la linea è sempre la stessa” e se sarà inevitabile il “bagno di sangue” in Consiglio comunale il Pd “è pronto a dimettersi” senza sé e senza ma.

Però per staccare la spina non basterebbe il passo indietro dei soli 19 consiglieri capitolini del gruppo Pd: in base al Testo unico degli enti locali, infatti, lo scioglimento del consiglio avviene con le dimissioni contestuali della metà più uno dei membri. Essendo 48 i consiglieri, servirebbero le dimissioni di almeno 25 di loro. E quindi gli scenari politici si complicano.

In mattinata, il sindaco dimissionario, prima di salire nel suo ufficio, ha rilasciato alcune dichiarazioni. Riferendosi alle affermazioni del presidente dell’Anac Raffaele Cantone su Milano tornata ad essere capitale morale, mentre Roma sta dimostrando di non avere quegli anticorpi di cui ha bisogno e che tutti auspichiamo possa avere”, Marino ha risposto: “A Roma gli anticorpi esistono, questa piazza domenica scorsa ne ha visti migliaia e nella città ce ne sono milioni ma vanno valorizzati da noi delle istituzioni perché, anche all’interno di un organismo vivente, se gli anticorpi vengono annichiliti non potranno svolgere bene la propria funzione”.

In Campidoglio continua intanto da giorni il presidio fisso in sostegno di Marino. Al suo arrivo stamani, oltre alle telecamere e ai giornalisti, c’era anche chi gli ha gridato: “Marino sei un eroe”, mentre un altro ha esposto un cartello con la scritta ‘Non mollare, falli crepare’, che è stato autografato dal primo cittadino.

Ieri è stata una giornata vissuta sul filo dell’incertezza e conclusa dal sindaco e dalla sua frase “sto ancora riflettendo” al termine di un incontro fiume a casa di Marco Causi tra Marino e Orfini: prove tecniche di dialogo tra Campidoglio e Pd, con Matteo Renzi che da Cuba dice “La linea del partito è quella di Orfini”. Un tentativo di riavvicinamento, tanto da ipotizzare nelle ore scorse un possibile blitz in aeroporto per cercare di incontrare il premier al rientro dal suo viaggio in Sud America. Ma Marino ora precisa: “Ho cose più serie da fare che andare negli aeroporti, in questi giorni”. E alla domanda dell’inviato di Agorà sull’ipotesi di continuare a fare il sindaco di Roma: “Anche lei continuerà a fare il giornalista”. Alessandra Cattoi, fedelissima del sindaco, ha ammesso che “non si può governare la Capitale contro il governo e contro il partito”. Insomma, il countdown per ritirare le dimissioni procede inesorabile: domenica è il termine ultimo.