• Home »
  • Politica »
  • Sicilia, Lombardo si è dimesso: si voterà ad ottobre. Il governatore accusa: Aggressione alla nostra autonomia speciale

Sicilia, Lombardo si è dimesso: si voterà ad ottobre. Il governatore accusa: Aggressione alla nostra autonomia speciale

Il presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo si è dimesso. Lo ha annunciato durante il suo intervento in aula al’Ars: “Le mie dimissioni erano state preannunciate da tempo memorabile, è stata una scelta consapevole e ragionata decisa almeno quattro mesi fa”.
“Stiamo subendo un vero e proprio attacco all’autonomia speciale”, ha detto Lombardo aprendo il suo intervento. “Non mi è stato consentito di essere interrogato. Inoltre per tre volte la pubblica accusa ha chiesto l’archiviazione della mia indagine”, ha sottolineato parlando dell’inchiesta che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa.
E “l’aggressione alla nostra autonomia speciale avrebbe reso necessario che un presidente della Regione fosse libero da ogni vincolo e non indebolito nel suo ruolo. Così non è stato per me da oltre due anni, dal 29 marzo del 2010″. “Sono convinto – ha continuato – che l’autonomia e i partiti nazionali sono ontologicamente incompatibili. Anche per questo non giudico negativamente il proliferare dei movimenti sul territorio”.
“Da più parti mi è stato chiesto di non dimettermi, ma io oggi farò seguito a ciò che avevo detto da tempo: che affronterò il giudizio del giudice da cittadino e non da presidente della regione”, ha affermato poi Lombardo che del rischio default dice: “C’è stata una tattica politico-mediatica disonesta e criminale che ha infangato la Regione a livello internazionale”.
“Il prossimo 28 e 29 ottobre si elegga un presidente della regione libero e senza vincoli”, ha poi sottolineato. In ogni caso, “ho fatto il mio dovere fino in fondo e se oggi lascio lo faccio con serenità e senza rimpianti”. Il voto anticipato a ottobre è indispensabile per avere “un presidente della Regione forte e senza vincoli”.
“Non rinnego nulla di quanto fatto in questi quattro anni”, ha detto il presidente dimissionario aggiungendo: “Le riforme e le azioni intraprese saranno valutate quando gli umori lasceranno il posto all’analisi serena dei fatti”. E “lascio tutte le cariche politiche senza rimpianti e serenamente”. “Lascio – ha proseguito – consapevole di aver toccato l’apice, perché la presidenza della Regione siciliana è l’apice di una carriera. Auguro a tutti voi di poter continuare a servire al meglio la Sicilia”.