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Pd, Renzi si difende da chi lo accusa di essere un intruso: Siamo la sinistra del coraggio e delle decisioni

“Il Pd che noi vogliamo può puntare al 40%, mentre il Pd degli altri, se va bene, arriva al 25%”. Ne è convinto Matteo Renzi oggi a Torino per il suo tour elettorale.
“Noi siamo di sinistra perché – afferma dal PalaIsozaki il rottamatore – pensiamo che il futuro sia casa nostra, perché pensiamo che la sinistra sia curiosità e voglia di conoscere, la sinistra non può essere talebana e integralista, non può pensare che chi la pensa esattamente come me vada distrutto con tutte le armi. Questa non è la nostra sinistra, è la loro. La sinistra che vogliamo noi è quella del coraggio, che decide, che ascolta e concerta tutto, soprattutto l’ora di decidere”.
Lo sfidante numero uno di Pier Luigi Bersani torna poi sulla questione delle regole per prendere parte alle primarie. “Non abbiamo paura delle nuove regole, a noi non fanno male, ma fanno male a te, caro segretario, perché cambiando le regole hai messo le condizioni di poter dire che queste primarie sono ispirate dalla vostra paura non dal nostro coraggio. Chi vuole governare il Paese – incalza – deve avere il coraggio di mettere tutto ciò che può sul tavolo, non può aver paura del voto dei 17enni o del voto libero degli italiani modificando delle regole che erano sempre state le stesse. Noi le faremo lo stesso le nostre primarie, siamo disponibili a fare di tutto, noi non ce ne andremo da casa nostra neppure se ci cacciano ma ci dispiace per il nostro segretario perché l’impressione di voler cambiare le regole in corso d’opera non è stata dettata dal tentativo di infiltrazioni della destra. Quando le primarie sono state infiltrate, le hanno infiltrate come a Napoli i capibastone del centrosinistra, non quelli della destra”.
Poi abbassa i toni e ai suoi sostenitori dice: “Vivete questo mese con libertà, leggerezza e sorriso, di chi non sta combattendo una battaglia personale ma sta provando a restituire bellezza alla politica”. Io “se perdo alle primarie non scappo con il pallone sotto il braccio – ribadisce -, darò una mano a chi ha vinto perché si può perdere le primarie ma non si scappa perché non si può perdere la faccia”. Quindi il rottamatore riconosce a Veltroni e D’Alema il merito di aver rinunciato a candidarsi: “Due autorevoli leader del centrosinistra hanno scelto di fare un passo indietro, io non dico che era ora ma è stato un gesto importante, abbiamo bisogno di voltare pagina”.
Renzi torna poi con ironia sul caso dei suoi rapporti con il mondo della finanza: “Sono arrivato un po’ in ritardo e mi scuso ma avevo un aereo dalle Cayman dove sono andato a prelevare le ultime risorse…”.
Quindi dice di aver sentito parole di troppo da Bersani su Davide Serra e vorrebbe delle scuse: “Serra lo stimo, la polemica si ritorcerà contro Bersani”. E, incalza, “credo che abbiamo una sinistra troppo spesso ossessionata dall’idea del denaro. E’ una sinistra ossessionata dall’idea del denaro sia quando lo deve attaccare, penso a certi manifesti di Rifondazione Comunista durante il governo Prodi ‘Anche i ricchi piangano’, ed è ossessionata quando vede nella finanza e nel mondo ad esso connesso tutto ciò che serve e non serve al Paese”.
Richiamando quindi l’incontro con esponenti della finanza a Milano, Renzi sottolinea: “Abbiamo detto loro che il trionfo della finanza sull’economia reale è una vergogna che impoverisce e stritola la vita quotidiana, ma questo trionfo deriva dall’incapacità della politica di dettare le regole. Non c’è una finanza buona e una cattiva, c’è la capacità della politica di essere seria, autorevole e credibile e c’è la capacità della politica di essere subalterna alla finanza”. Il sindaco di Firenze non vuol sentir parlare di un Monti bis, perché il governo tecnico “ha ridato autorevolezza ma non speranza. La crisi non è finita, e chi lo dice vi prende in giro”. Per Renzi “chi sarà il candidato del centrosinistra dovrà vincere le elezioni e governare il Paese: io non credo al Monti bis”.