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Primarie, Renzi lancia il suo appello alla Leopolda: Meglio perdere 15 minuti in fila per votare che 5 anni di futuro

”Andate a votare, fate un quarto d’ora di fila ai seggi e dateci una mano a cambiare il paese” perché la ”sfida è tra un usato sicuro e il futuro dell’Italia”. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi chiude la convention della Leopolda con un appello agli elettori del centrosinistra in vista delle primarie di domenica 25 novembre.
Primarie che Renzi rivendica con orgoglio: ”Oggi il Pd è sopra il 30%: andate a ricercare quelli che ci dicevano che le primarie ci avrebbero distrutto”. Detto questo, il leader dei rottamatori mette l’accento sulla novità che rappresenterebbe una sua vittoria perché, dice, ”noi siamo gli unici che possiamo andare al governo senza presentare la giustificazione, gli unici che non sono stati invischiati nelle gestioni fallimentari degli ultimi venti anni. Noi siamo il cambiamento che l’Italia sta aspettando”.
Messa da parte la querelle sulle regole, il sindaco di Firenze invita i cittadini ad andare a votare per lui perché è ”facile” ed ”importante”. “C’è da fare un quarto d’ora di fila per votare? Si può fare. E’ meglio perdere 15 minuti in fila se vogliamo cambiare il sistema, se vogliamo che l’Unione europea pensi di piu’ alle famiglie e un po’ meno alle banche; o se vogliamo che i Beni culturali diventino delle risorse. Noi chiediamo di darci una mano per cambiare l’Italia. E per questo serve tirare fuori il certificato elettorale, fare la fila e andare a votare”.
Dopo aver ribadito che, in caso di sconfitta, non accetterà ”mai nessun premio di consolazione, perché non voglio diventare come loro” e che, nel caso di vittoria non ci sarà ”più spazio per i partitini dei veti”, lo sprint finale è dedicato al senso della sfida delle primarie di domenica. ”Non ci sono a confronto due caratteri, due tradizioni, due curricula – dice – Ci sono invece a confronto due modelli di futuro: un modello di futuro basato sulla sicurezza, la serenità, l’usato sicuro; dall’altro un modello di consapevolezza che o riscopriamo la politica come sfida, come opportunità, come piacere o l’Italia non ha un destino, un futuro”.
Una tre giorni, quella della Leopolda, che ha chiuso i battenti con oltre 12mila presenze, 280 giornalisti accreditati e ha visto ogni giorno 150 volontari al lavoro. In sala oggi c’era anche il ct Cesare Prandelli. Insieme agli autografi, Prandelli si è fatto anche fotografare con alcuni dei militanti e in uno degli scatti ha mostrato una maglietta con la scritta “Non si puo’ fermare il vento con le mani”.