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D’Alema: Tornare al governo? Se qualcuno mi venisse a cercare non sarei dispiaciuto

“Non sono a lutto per il fatto che non sarò in Parlamento ma poiché penso che fare il deputato sia un mestiere mentre la politica è una passione e dalle passioni non ci si può dimettere, se qualcuno mi verrà a cercare perché ritiene che posso essere utile al governo del Paese, non sarò dispiaciuto”. Parola di Massimo D’Alema, intervistato dal direttore de ‘La Stampa’, Mario Calabresi, in occasione della presentazione del suo libro ‘Contro corrente’.
“Governare il Paese sarà una sfida drammatica – ha sottolineato D’Alema – perché dovremo riuscire ad avviare una profonda riforma del Paese anche nel segno della giustizia sociale e del lavoro e contemporaneamente a contribuire al cambiamento di rotta delle politiche europee. Ed è chiaro che chi ha passione politica non può che aver piacere a partecipare a questa sfida”.
D’Alema non ha poi risparmiato qualche stoccata delle sue al premier uscente: “Mario Monti dice che lui è l’unica novità di questa campagna elettorale ma poi ricandida Fini e Casini che sono arrivati in Parlamento cinque anni prima di me. Ci andrei piano a parlare di rinnovamento”. “Il Pd – sottolinea invece D’Alema – ha promosso un grande rinnovamento, ma il problema è un altro e non riguarda il rinnovamento delle persone ma la rottamazione delle idee e questo spesso produce una dissipazione e una perdita dei valori”.
Bocciato dal presidente del Copasir, il movimento Rivoluzione civile di Antonio Ingroia. “E’ un raggruppamento di partitie il fatto di essere molto piccoli non li assolve da essere partiti, spesso anzi quelli molto piccoli hanno i peggiori difetti dei partiti”. Per D’Alema dietro al pm di Palermo c’è “una comitiva notissima che non ha dato gran prova di sé nel governo del Paese”. “Per contro – ha aggiunto – ha creato grandi problemi alla sinistra italiana e ora spero non creino danni eccessivi al Paese. Sono in campagna elettorale – ha concluso – con l’obiettivo di impedire al Pd di avere la maggioranza in Senato in modo che saremo obbligati a fare un accordo con il centro e così loro potranno dire ‘vedete che volevano allearsi con Monti’ e questa è la cultura peggiore dell’estremismo”.